Macrolepiota mastoidea

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Testo © Pierluigi Angeli

 

La Macrolepiota mastoidea sembra un seno con mammella ed è commestibile © Giuseppe Mazza

La Macrolepiota mastoidea sembra un seno con mammella ed è commestibile © Giuseppe Mazza

Famiglia: Agaricaceae Chevallier, 1826.

Genere: Macrolepiota Singer, 1948.

Sezione: Macrolepiota Bon, 1981.

Sottosezione: Microsquamatae (Pázmány) Bellù & Lanzoni, 1987.

Macrolepiota mastoidea (Fries : Fries) Singer, 1951.

Il termine “mastoidea”, simile a mammella, per il grosso umbone centrale che ricorda il capezzolo; deriva dal greco “mastós” = mammella; e “eîdos” = sembianza, simile.

Si tratta di una specie molto comune e, come tutti i funghi che sono abbondanti, ha diversi nomi comuni. In Italia è conosciuta con il nome “mazza di tamburo”, perché simile alla Macrolepiota procera, “colombina dei monti”, “piccola scarogia”; in Francia “Lépiote mamelonnée”; in Spagna “parasol”, “palo de tambor”; in Germania “Zitzen-Riesenschirmling”, “Spitzbuckliger Schirmling”, “Warzenschirmling”, “Warzen-Schrimpilz”, “Zitzen”, “Zitzenwarziger Riesenschirmpilz”.

Descrizione del genere, sezione e sottosezione

Per la descrizione del genere vedere il testo sulla Macrolepiota procera.

Alla sezione Macrolepiota sono ascritte specie medie e grandi, che hanno il cappello con grosse squame e un anello doppio scorrevole sul gambo. Giunti a fibbia presenti, alla base dei basidi e nelle ife della faccia inferiore dell’anello, ma sono difficili da individuare.

Alla sottosezione Microsquamatae appartengono specie di taglia media, che hanno squame piccole sul cappello, anello semplice che a volte presenta il margine ingrossato e squamuloso, scorrevole sul gambo. Giunti a fibbia presenti nel sottoimenio e nella superficie del gambo.

Descrizione della specie

Cappello: 7-12 (14) cm, inizialmente conico-campanulato, poi campanulato ed infine piano, con umbone pronunciato, mammellonato; margine dapprima involuto, poi disteso, debordante sulle lamelle; cuticola di colore ocra, crema-ocra, nocciola, si screpola in piccole squame, prima appressate poi sempre più rade, specialmente al margine, dove lasciano vedere il bianco-crema del fondo, il centro è bruno più o meno scuro.

Imenio: lamelle fitte, intercalate da numerose lamellule, distanti, con collarium, prima bianche poi crema, il filo è intero dello stesso colore.

Gambo: 8-15 × 1-1,5 cm, slanciato, cilindrico, attenuato in alto, allargato alla base che termina a bulbo, fistoloso, fibrilloso; superficie decorata finemente da screziature ocra pallido, quasi dello stesso colore del cappello su fondo biancastro. Anello membranoso, semplice, la faccia superiore è prima bianca poi brunastra, quella inferiore è biancastra.

Spore, basidi, cheilocistidi e pileipellis di Macrolepiota mastoidea © Pierluigi Angeli

Spore, basidi, cheilocistidi e pileipellis di Macrolepiota mastoidea © Pierluigi Angeli

Carne: spessa al centro e sottile al margine, soffice, fibrosa nel gambo, odore quasi nullo, sapore mite.

Habitat: cresce in estate e in autunno, nelle radure dei boschi di latifoglia.

Commestibilità: commestibile.

Microscopia: spore ellissoidali, lisce, con poro germinativo, destrinoidi, 12,1-16,5 × 7-9,9 µm. Basidi clavati, tetrasporici, con rari giunti a fibbia, 27,5-52 × 9,9-14,3 µm. Cheilocistidi fusiformi, clavati, 20,9-57,2 × 8-14,3 µm. Epicute formata da un tricoderma di ife cilindriche, con l’ultimo elemento attenuato in alto o clavato, che misura 43,5-98,6 × 8,7-9,5 µm.

Osservazioni: è un fungo facile da riconoscere, soprattutto per il cappello, che presenta un umbone molto pronunciato e piccole squame che lasciano scoperto il margine; il gambo è finemente decorato da fioccosità o squame ocra pallide su fondo biancastro o crema chiaro.

È possibile scambiarla con Macrolepiota rickenii (Velenovsky) Bellù & Lazzari 1987, che però ha il gambo più corto e più proporzionato al diametro del cappello, le decorazioni sul gambo e sul cappello sono meno evidenti e più chiare; Macrolepiota affinis (Velenovsky) Bon 1977, ascritta sempre alla sottosezione Microsquamatae, che però ha una fine decorazione sia sul cappello sia sul gambo costituita da piccole squame concolore, nelle ife della pileipellis presenta un pigmento vacuolare associato ad un pigmento membranario.

Sinonimi: Agaricus mastoideus Fries 1821, basionimo; Lepiota mastoidea (Fries) P. Kummer 1871; Leucocoprinus mastoideus (fries) Singer 1939; Lepiotophyllum mastoideum (Fries) Locquin Marcel V.1942; Lepiota excoriata subsp. mastoidea (Fries) Quélet 1888.

 

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