Famiglia : Combretaceae

Testo © Pietro Puccio

La Lumnitzera racemosa è una mangrovia di 2-8 m d'altezza con graziose infiorescenze bianche © Giuseppe Mazza
Il genere è dedicato al botanico unghe- rese István Lumnitzer (1750-1806); il nome specifico è il termine latino “racemosa” = carica di grappoli, con riferimento alla forma della infiorescenza.
Nomi comuni: “black mangrove” (inglese); dato il vasto areale della specie vi è un elevato numero di nomi comuni nelle varie lingue e dialetti locali.
La Lumnitzera racemosa Willd. (1803) è un arbusto o albero sempre- verde molto ramificato alto fino a circa 8 m, anche se solitamente si mantiene più basso, intorno a 2-4 m, dalla corteccia di colore grigio o bruno rossastro nei rami giovani, tendente al nerastro e fessurarsi con l’età. Presenta foglie alterne semplici, succulente, di colore verde chiaro, raggruppate alle estremità dei rami, lunghe 4-7 cm e larghe 1-3 cm, di forma obovata, oblanceolata o spatolata, dai margini ondulati ed estremità arrotondata con piccolo intaglio all’apice (foglia “emarginata”).
Non presenta radici pneumatofore (radici che emergono dall’acqua o dal fango che consentono l’afflusso di ossigeno agli organi sommersi), come in altre specie di mangrovie, ma a volte, nelle aree più umide, nella parte inferiore del fusto si sviluppano radici aeree che penetrando nel suolo formano dei veri e propri contrafforti che contribuiscono a sostenere la pianta.
Le infiorescenze sono ascellari, lunghe fino a circa 6 cm, e portano di norma pochi fiori ermafroditi, odorosi, con tubo corollinico lungo circa 1 cm, corolla a 5 petali lunghi 5 mm di colore bianco e 5-10 stami lunghi quanto i petali o poco più.
I frutti sono drupe ovoidi leggermente compresse lateralmente, fibrose, di colore bruno nerastro a maturità, di 1-2 cm di lunghezza e 6-8 mm di larghezza, contenenti un solo seme ovoide; i frutti galleggiano, il che ne favorisce la dispersione tramite l’acqua.
Tra le mangrovie è una delle specie che tollera i più alti tassi di salinità nel suolo, fino al 90 per mille secondo alcuni ricercatori, ma è anche tra le poche che sopporta condizioni di suolo secco, è quindi in grado di diffondersi in ambienti diversi da quelli tipici delle mangrovie, questa sua versatilità la rende potenzialmente infestante nelle aree tropicali e subtropicali. In effetti, introdotta nel 1960 per scopi ornamentali in un giardino botanico della Florida meridionale, è sfuggita alla coltivazione e si sta rapidamente diffondendo e naturalizzando tra le mangrovie locali.
Nei luoghi di origine il legno, per la sua elevata resistenza e durata, è utilizzato come materiale strutturale nelle costruzioni, per traversine ferroviarie, recinzioni, imbarcazioni ecc., è inoltre un’ottima legna da ardere. Ha pure una certa utilizzazione nella medicina tradizionale, grazie anche all’elevato contenuto in tannini (circa il 19%) della corteccia.
Sinonimi: Funckia karakandel Dennst. (1818); Problastes cuneifolia Reinw. (1825); Bruguiera madagascariensis DC. (1828); Laguncularia rosea Gaudich. (1830); Petaloma alternifolia Roxb. (1832); Lumnitzera rosea (Gaudich.) C. Presl (1833); Petaloma alba Blanco (1837); Petaloma albiflora Zipp. ex Span. (1841); Pokornya ettingshausenii Montr. (1860).
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