Famiglia : Combretaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di una vasta area che comprende Africa orientale, Australia settentrionale, Bangladesh, Cambogia, Cina meridionale, Corea del sud, Filippine, Giappone, India, Indonesia, Isole del Pacifico, Madagascar, Malaysia, Papua Nuova Guinea, Singapore, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam; componente della vegetazione a mangrovie lungo le rive del mare, estuari, lagune, in paludi anche di acqua salata e in terreni sabbiosi.
Il genere è dedicato al botanico unghe- rese István Lumnitzer (1750-1806); il nome specifico è il termine latino “racemosa” = carica di grappoli, con riferimento alla forma della infiorescenza.
Nomi comuni: “black mangrove” (inglese); dato il vasto areale della specie vi è un elevato numero di nomi comuni nelle varie lingue e dialetti locali.
La Lumnitzera racemosa Willd. (1803) è un arbusto o albero sempre- verde molto ramificato alto fino a circa 8 m, anche se solitamente si mantiene più basso, intorno a 2-4 m, dalla corteccia di colore grigio o bruno rossastro nei rami giovani, tendente al nerastro e fessurarsi con l’età. Presenta foglie alterne semplici, succulente, di colore verde chiaro, raggruppate alle estremità dei rami, lunghe 4-7 cm e larghe 1-3 cm, di forma obovata, oblanceolata o spatolata, dai margini ondulati ed estremità arrotondata con piccolo intaglio all’apice (foglia “emarginata”).
Non presenta radici pneumatofore (radici che emergono dall’acqua o dal fango che consentono l’afflusso di ossigeno agli organi sommersi), come in altre specie di mangrovie, ma a volte, nelle aree più umide, nella parte inferiore del fusto si sviluppano radici aeree che penetrando nel suolo formano dei veri e propri contrafforti che contribuiscono a sostenere la pianta.
Le infiorescenze sono ascellari, lunghe fino a circa 6 cm, e portano di norma pochi fiori ermafroditi, odorosi, con tubo corollinico lungo circa 1 cm, corolla a 5 petali lunghi 5 mm di colore bianco e 5-10 stami lunghi quanto i petali o poco più.
I frutti sono drupe ovoidi leggermente compresse lateralmente, fibrose, di colore bruno nerastro a maturità, di 1-2 cm di lunghezza e 6-8 mm di larghezza, contenenti un solo seme ovoide; i frutti galleggiano, il che ne favorisce la dispersione tramite l’acqua.
Tra le mangrovie è una delle specie che tollera i più alti tassi di salinità nel suolo, fino al 90 per mille secondo alcuni ricercatori, ma è anche tra le poche che sopporta condizioni di suolo secco, è quindi in grado di diffondersi in ambienti diversi da quelli tipici delle mangrovie, questa sua versatilità la rende potenzialmente infestante nelle aree tropicali e subtropicali. In effetti, introdotta nel 1960 per scopi ornamentali in un giardino botanico della Florida meridionale, è sfuggita alla coltivazione e si sta rapidamente diffondendo e naturalizzando tra le mangrovie locali.
Nei luoghi di origine il legno, per la sua elevata resistenza e durata, è utilizzato come materiale strutturale nelle costruzioni, per traversine ferroviarie, recinzioni, imbarcazioni ecc., è inoltre un’ottima legna da ardere. Ha pure una certa utilizzazione nella medicina tradizionale, grazie anche all’elevato contenuto in tannini (circa il 19%) della corteccia.
Sinonimi: Funckia karakandel Dennst. (1818); Problastes cuneifolia Reinw. (1825); Bruguiera madagascariensis DC. (1828); Laguncularia rosea Gaudich. (1830); Petaloma alternifolia Roxb. (1832); Lumnitzera rosea (Gaudich.) C. Presl (1833); Petaloma alba Blanco (1837); Petaloma albiflora Zipp. ex Span. (1841); Pokornya ettingshausenii Montr. (1860).
→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle COMBRETACEAE cliccare qui.