Loxosceles rufescens

Famiglia : Sicariidae


Testo © Prof. Santi Longo

 

D’origine africana ma ormai cosmopolita delle zone temperate, il Ragno violino prende il nome dalla caratteristica macchia scura dorsale a forma di violino.

D’origine africana ma ormai cosmopolita delle zone temperate, il Ragno violino prende il nome dalla caratteristica macchia scura dorsale a forma di violino © Álvaro Alemany

L’Aracnide Araneide (Loxosceles rufescens Dufour, 1820), noto come Ragno violino, afferisce alla famiglia Sicariidae che include specie dal corpo marrone o bruno-giallastro, dotate di tre paia di occhi.

Il nome di questa famiglia deriva dal latino “sicarium”, sicario, assassino, termine con il quale gli antichi romani indicavano i terroristi Zeloti che uccidevano per terrorismo, o su commissione, usando una corta spada ricurva detta “sica”, con riferimento alle punture velenose che i Sicaniidi praticano nel corpo delle prede per ucciderle.

Qui la macchia è più evidente e nel prosoma si notano anche 3 paia di occhi, i due lunghi pedipalpi con unghia e i corti cheliceri con artiglio terminale per inoculare il veleno.

Qui la macchia è più evidente e nel prosoma si notano anche 3 paia di occhi, i due lunghi pedipalpi con unghia e i corti cheliceri con artiglio terminale per inoculare il veleno © Mark Newton

Una componente letale è la sfingomielinasi D che fa necrotizzare i tessuti punti.

Le oltre 160 specie di Sicaridi sono suddivise nei tre generi Hexoophtalma Karsch, 1879, Sicarius, Walckenaer, 1847 e Loxosceles, Heineken e Lowe, 1832.

Il genere, che include oltre 100 specie, in Nord-America è presente con la velenosissima Loxosceles reclusa Gertsch & Mulaik.

Pedipalpo di Loxosceles rufescens utilizzato insieme ai cheliceri, dotati di artiglio velenoso, per avvicinare il cibo all'apertura boccale. Nei maschi serve anche per l'ineminazione delle femmine.

Pedipalpo utilizzato insieme ai cheliceri, dotati di artiglio velenoso, per avvicinare il cibo all’apertura boccale. Nei maschi serve anche per l’ineminazione delle femmine © Priyantha Wijesinghe

Il nome specifico rufescens fa riferimento al colore del corpo.

Zoogeografia

Loxosceles rufescens è ritenuto di origine africana, ma da epoche remote è presente nei Paesi del Bacino mediterraneo, ed è ormai considerato cosmopolita nelle zone temperate, per trasporto passivo con gli scambi commerciali.

Un maschio di Loxosceles rufescens: il corpo misura circa 7 mm ma raggiunge con le sue lunghe zampe i 5-6 cm.

Un maschio: il corpo misura circa 7 mm ma raggiunge con le sue lunghe zampe i 5-6 cm © emilio2020

È diffuso in Nord Africa, in Francia, nelle Penisole iberica e balcanica, ed è stato introdotto in USA e Asia.

In Italia, dove la sua presenza è documentata da oltre 100 anni, è ritenuto responsabile di alcuni i casi di mortalità umana, conseguenti ai suoi morsi, sui quali però non esiste una accurata documentazione scientifica.

Ecologia-Habitat

Il corpo delle femmine, più grandi, misura 9-10 mm, e in entrambi i sessi il colore, più o meno chiaro, di Loxosceles rufescens ha tonalità rossicce come indica il nome specifico.

Il corpo delle femmine, più grandi, misura 9-10 mm, e in entrambi i sessi il colore, più o meno chiaro, ha tonalità rossicce come indica il nome specifico © Alireza Zamani

Loxosceles rufescens sopravvive in ambienti in cui le temperature sono comprese fra 8 e 43 °C; ed è in grado di resistere a lunghi periodi siccitosi senza alimentarsi.

Nelle zone temperate calde il Ragno violino vive all’aperto, nei cunicoli, nelle fessure degli alberi, nel terreno, sotto sassi e in ripari vari, da dove esce la notte, per predare formiche, collemboli e altre specie di criptozoi che vivono nel suolo. Nelle zone più fredde si rifugia negli edifici, soprattutto se riscaldati, con preferenza per cantine, solai, e ambienti poco frequentati.

Loxosceles rufescens caccia le prede senza bisogno di ragnatele, ma nel loro rifugio sotterraneo le femmine preparano per i figli un giaciglio di fili sericei.

Sono ragni che cacciano le prede senza bisogno di ragnatele, ma nel loro rifugio sotterraneo le femmine preparano per i figli un giaciglio di fili sericei © Eleftherios Katsillis

Le prede più comuni di Loxosceles rufescens sono: formiche, blatte, mosche, pesciolini d’argento e altri piccoli animali sinantropici che, di norma, cattura direttamente senza ausilio della ragnatela.

La femmina tesse nel nido un giaciglio disseminando fili sericei.

Ha costumi notturni e non è aggressivo nei confronti dell’uomo preferendo fuggire se avverte il pericolo. Nelle abitazioni, si rifugia nelle cantine, nei ripostigli e nei solai e nelle screpolature, spesso penetra negli armadi, nei cassetti e nei battiscopa.

Questa femmina di Loxosceles rufescens ha appena finito il suo paziente lavoro di tessitrice e aspetta un maschio che non si fa attendere.

Questa ha appena finito il suo paziente lavoro di tessitrice e aspetta un maschio che non si fa attendere © Lkuyumcu

Da tali ricoveri si trasferisce sui tessuti di tendaggi e di capi di abbigliamento lasciati a terra, o dentro le calzature. Solo se viene calpestato, o compresso, anche involontariamente si difende pungendo e spesso iniettando anche il veleno.

Morfofisiologia

Il corpo, di colore marrone giallastro poco appariscente, misura circa 7 mm nei maschi e da 9 a 10 mm nelle femmine, raggiungendo 5-6 cm comprese le zampe.

Ecco il maschio di Loxosceles rufescens, metre compie caratteristici movimenti sui fili posti davanti al ricovero della compagna per non essere scambiato per una preda.

Eccolo, mentre compie caratteristici movimenti sui fili posti davanti al ricovero della compagna per non essere scambiato per una preda © Axel Gosseries

La parte anteriore del corpo, o prosoma, è appiattita e, oltre ai sei occhi, presenta i cheliceri provvisti di deboli chele, il cui artiglio terminale, lungo 0,6-0,8 mm, inocula il veleno dopo la puntura. Tale secrezione immobilizza la vittima e avvia la digestione dei tessuti degli organi interni, che verranno poi ingeriti dal predatore.

Nella parte dorsale è presente una caratteristica macchia scura, molto simile alla sagoma di un violino. Le quattro paia di zampe, disposte lateralmente, sono molto lunghe e appiattite.

Dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova in un sacco ovigero che sorveglia, come d’uso nel mondo dei ragni, fino alla schiusa.

Dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova in un sacco ovigero che sorveglia, come d’uso nel mondo dei ragni, fino alla schiusa © Sergiu Andreev

Nella regione addominale del corpo, od opistosoma, che è più ristretta del prosoma, sboccano le filiere connesse con le ghiandole serigene; poco più in alto delle filiere si trova l’apertura anale e più in basso quella genitale.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Loxosceles rufescens ha abitudini crepuscolari o notturne ed è schivo, non aggressivo, prediligendo la fuga all’aggressione. Il morso è indolore e solo dopo alcune ore compaiono i sintomi.

I piccoli, simili ai genitori compiono crescendo molte mute. Qui a destra un maschio neoformato e a sinistra l’esuvia dell’età precedente.

I piccoli, simili ai genitori compiono crescendo molte mute. Qui a destra un maschio neoformato e a sinistra l’esuvia dell’età precedente © Lies Van Rompaey

Gli accoppiamenti iniziano in estate; i maschi, durante la notte, lasciano il loro rifugio alla ricerca dei ricoveri delle femmine e, per evitare di essere uccisi e mangiati, compiono caratteristici movimenti sui fili sericei posti davanti al ricovero della compagna. Dopo un breve corteggiamento avviene il rapido accoppiamento.

La femmina fecondata di Loxosceles rufescens costruisce nel nido un piccolo sacco ovigero simile a un bozzolo biancastro dove, dopo una settimana, depone da 20 a 50 uova che schiudono in una settimana circa; i nuovi nati, simili agli adulti, restano vicino alla ragnatela materna fino al compimento della seconda muta.

Questo ha appena terminato la muta e il tegumento non si è ancora colorato.

Questo ha appena terminato la muta e il tegumento non si è ancora colorato © Julien Tchilinguirian

Nei 6-7 mesi successivi compiono altre 5-6 mute prima di diventare adulti che vivono in media 2-4 anni; tuttavia, in condizioni ottimali di laboratorio, gli adulti possono vivere anche 10 anni.

Solo gli adulti possono mordere gli uomini ma non procurano alcun dolore immediato; per cui, spesso, sono i sintomi a far capire se col morso è stato iniettato il veleno citotossico che ha azione necrotica sulle cellule dei tessuti attorno alla ferita. La citotossina inoculata può avviare il cosiddetto loxoscelismo eritematoso o necrotico, con formazione di ulcere che possono estendersi per alcuni centimetri e che, con adeguato trattamento medico tendono a guarire dopo molte settimane.

Le punture del Ragno violino sono indolori nell’uomo ma possono veicolare batteri anaerobi e provocare con la tossina ulcere, febbre, emorragie, danni muscolari e renali.

Le punture del Ragno violino sono indolori nell’uomo ma possono veicolare batteri anaerobi e provocare, con la tossina, ulcere, febbre, emorragie, danni muscolari e renali © Rafi Amar

Con la puntura Loxosceles rufescens può veicolare Batteri anaerobi che provocano la lisi dei tessuti. Nei casi più gravi, per fortuna molto rari, possono seguire, febbre alta, ecchimosi, emorragie, danni muscolari e renali.

Sinonimi

Loxosceles compactilis Simon, 1881; Loxosceles distincta (Lucas, 1846); Loxosceles indrabelbes Tikader,1963; Loxosceles marylandica Muma, 1944.