Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo (Sarawak sudoccidentale) dove cresce nel sottobosco delle foreste pluviali dal livello del mare fino a circa 500 m di altitudine.
Il termine generico deriva dal nome indigeno “leko wala” dato a questo genere di palme nelle isole Molucche; il nome specifico è l’aggettivo latino “orbicularis” = circolare, con riferimento alla forma della foglia.
Nomi comuni: parasol palm (inglese); palmier parasol (francese); biris, biru balat, biru bulat, biru ruai, berupat (Sarawak); daun nisang, gereneh (Singapore).
La Licuala orbicularis Becc. (1889) è una specie monoica solitaria di lenta crescita con sottile fusto sotterraneo o appena emergente. Le foglie, su un sottile picciolo provvisto di spine rade di lunghezza decrescente verso l’apice, lungo fino a circa 1,5 m nelle piante adulte, sono palmate, indivise, pressoché circolari e piatte, di circa 1 m di larghezza, plicate con margini leggermente ondulati e dentati, coriacee, di colore verde intenso lucido. Infiorescenze tra le foglie (interfogliari) inizialmente erette, poi ricurve in frutto, lunghe fino a circa 1 m, con fiori ermafroditi biancastri disposti a spirale. I frutti sono globosi, di 1,2 cm di diametro, di colore rosso a maturità.
Si riproduce per seme, preventivamente pulito dalla polpa e tenuto in acqua tiepida per due giorni, in terriccio organico areato e drenante mantenuto umido alla temperatura di 25-28 °C, con tempi di germinazione variabili, da qualche mese ad un anno.
Una delle palme più spettacolari in assoluto, ma piuttosto rara in coltivazione per la scarsa disponibilità di semi e le sue particolari esigenze culturali, coltivabile all’aperto esclusivamente nelle regioni a clima tropicale e marginalmente subtropicale caratterizzate da elevate temperature, non inferiori a 22 °C per crescere al meglio, e umidità.
Richiede una posizione da semiombreggiata ad ombreggiata, riparata dai venti, e suoli ricchi di sostanza organica, ben drenati, leggermente acidi, mantenuti costantemente umidi. Altrove può essere coltivata in vaso per la decorazione di serre e giardini d’inverno, utilizzando acqua non calcarea per le innaffiature e con concimazioni periodiche con un prodotto bilanciato, con microelementi sotto forma di chelati, a metà dose di quella indicata sulla confezione. Per la decorazione di interni il principale ostacolo è l’umidità insufficiente, si può cercare di aumentarla con nebulizzazioni frequenti con acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa, a temperatura ambiente, e ponendo la pianta su un largo sottovaso riempito di argilla espansa ed in parte di acqua, in modo che il fondo del vaso non sia a contatto con questa, per creare un microclima umido.
Le foglie sono localmente utilizzate per avvolgere cibi, fabbricare cappelli, ombrelli ed altri oggetti artigianali, ma anche come riparo di fortuna dal sole e dalla pioggia, e nelle composizioni floreali.Sinonimi: Pritchardia grandis H.J.Veitch (1885); Licuala veitchii W.Watson ex Hook.f. (1889).
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