Famiglia : Felidae
Testo © Dr. Gianni Olivo
Il Servalo (Leptailurus serval Schreber, 1776) è un felino maculato africano di taglia medio-piccola, caratterizzato, a prima vista, dalle lunghe zampe, che ne fanno il più alto dei piccoli felini del continente africano, per cui il mio tracciatore lo chiama, appunto ikati elizonzo, gatto con gambe esili e lunghe, da uccello.
L’aspetto d’insieme, snello ed aggraziato, ricorda, quindi, lontanamente, la sagoma del ghepardo, somiglianza accentuata dalle due redini nere che spesso ne ornano il muso, guardandolo di fronte.
Le orecchie sono prominenti e di grandi dimensioni rispetto alla testa, che appare relativamente piccola ed arrotondata, sono mobilissime e consentono di localizzare la preda dal rumore, anche minimo, che produce, funzionando come un localizzatore stereofonico in un ambiente, quello delle alte erbe, che riduce grandemente la visibilità.
Le dimensioni sono ragguardevoli per un felino di peso modesto (10-17 Kg per il maschio e 8-12 per la femmina).
Altezza alla spalla fino a 65 cm (media 55), lunghezza dalla punta del muso alla radice della coda di 70-100 cm cui va aggiunta la lunghezza della coda che si presenta relativamente breve (25-35 cm) per cui la lunghezza totale può raggiungere i 130 cm.
La colorazione di fondo varia a seconda delle zone ed anche nell’ambito di una stessa zona, tendendo ad essere più scura in habitat più umidi, con macchie meno evidenti, mentre in zone più asciutte il colore di fondo tende al rossiccio o al bronzeo oppure al giallo, con macchie più nette e nitide.
La coda è striata, con bande scure trasversali e spesso anche zampe, spalle e collo tendono ad essere striati. Sui fianchi sono presenti macchie scure grandi e nette ma esistono esemplari chiamati “lentigginosi”, con macchie più minute (Africa occidentale).
Non paiono presenti ghiandole odorose con funzione di marcatura.
Il servalo è soprattutto un cacciatore diurno (anche se può essere attivo di notte) di roditori, tra cui i veld-rats ed i Grass-rats (Otomys, Arvicanthis) ma insidia anche uccelli che frequentano la savana erbosa e le praterie, terreno di caccia ideale per questo felino. Le lunghe zampe non sono fatte tanto per la corsa, come nel caso del ghepardo, quanto per improvvisi balzi, anche verticali, con cui il felino afferra al volo uccelli appena alzatisi dall’erba.
Inoltre, dove l’erba sia alta ma non superi i 50-60 cm la statura gli consente di vedere più lontano delle prede che insidia, consentendogli, con un balzo, di piombare sull’ignaro roditore.
La tecnica di caccia è simile a quella del gatto e, per certi versi, anche a quella dello sciacallo: localizzato con l’udito un topo ed avvicinatolo silenziosamente, l’animale balza in alto ed in avanti, atterrando con le zampe anteriori, sulla preda.
Nel caso di attacco ad un volatile che si sia alzato, il servalo può compiere spettacolari balzi fino ad oltre due metri d’altezza, ruotare su se stesso in aria, colpire con fulminee zampate, anche di lato, cercando di sbattere a terra l’uccello. Se fallisce il colpo di solito si allontana in cerca di altra preda, ma talvolta si esibisce in una serie di balzi che ricordano il rimbalzare di una palla di gomma.
La gamma delle prede è, tuttavia, più ampia, comprendendo anche uccelli acquatici che non esita ad inseguire in acqua, lucertole, batraci e pesci. Nella mia riserva vidi, una volta, un servalo che balzava nell’erba alta a lato di una pista e che attraversava, poi, spaventato dal mio arrivo, la pista medesima, con un serpente in bocca (credo fosse un grass snake). In altra occasione ne vidi uno catturare un toporagno-elefante o elefantulo. Spesso, dopo la cattura di un roditore, il servalo gioca con la preda prima di divorarla, usandola come una palla o un gomitolo e lanciandola nell’aria, riprendendola poi al volo.
La preda può essere consumata sul posto o portata in luogo nascosto e sicuro, a seconda della confidenza e della sensazione di sicurezza o di pericolo che avverte. Le piccole prede, come topi e toporagni, possono venir mangiate intere, mentre il pasto a base di prede più grosse inizia generalmente dalla testa o dai quarti anteriori.
Anche uccelli di grandi dimensioni, fino alla mole delle cicogne o delle gru possono cadere preda di questo felino e in un’occasione trovai un Common duiker (Sylvicapra grimmia) ucciso da un servalo. Sul momento pensai che l’antilope fosse stata uccisa da un caracal ma, esaminando meglio le tracce, notai che i segni dei “polpastrelli” erano piuttosto vicini al pad (chiamiamolo “palmo”), mentre nell’impronta del caracal, di dimensioni simili (5 o 6 cm), i segni delle dita sono più distanziati dal pad.
Tra i felini, a parte il ghepardo, il servalo è forse il più diurno, prediligendo per le sue attività le ore del primo mattino e del tardo pomeriggio. Nelle giornate senza sole o fredde può rimanere attivo tutto il giorno, mentre di notte solitamente dorme, almeno per una parte della notte, ma spesso lo si incontra a caccia anche al buio ed in tal caso sovente sono i conigli delle rocce le sue prede, insieme ad altri roditori notturni più piccoli.
Per quanto concerne distribuzione ed habitat, il servalo è presente in buona parte dell’Africa ove questa offra zone erbose, in Nord Africa è segnalato in Marocco mentre, per il resto, è confinato all’Africa sub-sahariana.
Lo si trova in una larga fascia che va dall’Africa occidentale attraverso la Repubblica centroafricana, fino alla Somalia ed all’Etiopia, escludendo le zone aride dell’estremo Corno d’Africa, la foresta pluviale ed il deserto, colonizza poi Kenya, Tanzania e regione dei Grandi laghi, per poi scendere, sempre costeggiando la foresta pluviale, dove è assente, fino a Zambia, Angola, Zimbabwe, Mozambico, Malawi e Sudafrica. Necessita di aree erbose, preferibilmente che bordino la foresta a galleria o vicino all’acqua ed ama le praterie montane interrotte da massi e rocce, rifugio per una gran varietà di prede.
È animale solitario e territoriale ed entrambi i sessi marcano con getti di urina le erbe o i cespugli o impregnano di saliva gli steli, sfregando il muso contro di essi, ma mancano di ghiandole odorose atte alla marcatura del territorio.
Le feci o fatte sono simili per forma a quelle degli altri felini, vale a dire di forma allungata e spesso segmentata, appuntita ad un estremo e troncata all’opposto, e di dimensioni un po’ più piccole di quelle del caracal, con un diametro massimo di 1 o 1,5 cm. Tali feci contengono spesso pelo o piume e piccoli residui di osso ma più raramente divengono bianche col tempo che non quelle di altri predatori che ingeriscono grosse quantità di ossa.
Il territorio viene difeso ma il più delle volte con comportamenti ritualizzati che raramente sfociano in un duello serio.
Trattandosi di animale solitario, le uniche coppie che si possono osservare sono, per alcuni giorni, maschio e femmina in estro, che possono anche cacciare insieme, ma il legame è labilissimo e la società si scioglie in pochi giorni.
La gestazione dura da due mesi a due mesi e mezzo, dopodiché la femmina da alla luce una cucciolata di 2 o 3 piccoli che, inizialmente, restano nascosti in qualche fitto o in un anfratto.
Dove siano presenti predatori più potenti, i cuccioli vengono spesso spostati, in modo da diminuire le possibilità che vengano scoperti, mentre la madre caccia e porta poi il cibo ai nuovi nati.
In ogni caso, in certe zone, la mortalità legata ai predatori è elevata ed in tali aree i servali sono molto più elusivi e prudenti: nella nostra riserva, dove abbondano i leopardi, il servalo è un incontro abbastanza raro, anche se le tracce si rilevano di frequente.
Nomi comuni. In isiZulu: ikati elizonzo (gatto dalle gambe lunghe e magre); in Afrikaans: serval.
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