Famiglia : Brassicaceae
Testo © Prof. Pietro Pavone
Lepidium draba L. è una specie il cui areale si estende dall’Europa alla Cina settentrionale e orientale, dal nord dell’Africa alla penisola arabica. A causa delle attività umane oggi è naturalizzata in molte parti del mondo. Fa parte della tribù Lepidieae, famiglia Brassicaceae, ed è comunemente nota come crescione canuto, cima bianca, lattona e cardaria.
L’ampia distribuzione attuale riflette la sua adattabilità e capacità di crescere e riprodursi in diverse condizioni ambientali, da località costiere a montane. Sugli altipiani asiatici arriva fino a 4200 m di quota, sulle Alpi fino a 1520 m, in Iran e in Giordania a 1600 m, nell’altopiano di Baha (Arabia Saudita) da 1700-2400 m. È propria delle aree aperte ma può sopportare un’ombra moderata, preferisce terreni secchi, ricchi di nutrienti, sabbiosi e ghiaiosi, talora argillosi ma non tollera ristagni d’acqua.
Nelle aree dove è stata introdotta (ad esempio: Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Sudafrica, Australia) si comporta da infestante dei seminativi, dei pascoli, ed è anche presente negli incolti, negli argini di fossi, nelle scarpate ferroviarie e lungo i bordi delle strade. I sistemi colturali, come l’aratura, possono favorirne la diffusione.
In Gran Bretagna Lepidium draba è stata introdotta intorno al 1802 nel porto di Swansea, probabilmente come zavorra. Nel 1840 arrivò nell’area intorno a Newhaven, assieme ai semi del grano d’importazione. Nel 1887 era presente in diverse parti della Gran Bretagna meridionale, nelle contee orientali e nel Galles. In America settentrionale la pianta è stata probabilmente introdotta da coloni europei assieme a semi di erba medica o alla zavorra delle navi. In Canada è stata segnalata nel 1878 e negli Stati Uniti, a Long Island (New York) nel 1862.
Il nome del genere deriva dal greco “lepídion” diminutivo di “lepís” che significa squama, scaglia per le siliquette simili a piccole scaglie. L’epiteto specifico, dal greco “drábe”, è il nome che Dioscoride attribuì a questa pianta, anche se Linneo, forse, lo fece derivare dal greco “drávi” che significa aspro, pungente, con riferimento al sapore dei suoi semi.
Lepidium draba è una pianta erbacea perenne, glabra o con peli semplici, alta fino a 60-80 cm, provvista di radici rizomatose, color bruno, sia verticali (scendono in profondità fino a 75–80 cm) sia orizzontali dalle quali si formano le rosette di foglie.
Esse variano da spatolate a strettamente obovate, talvolta lirato-lobate.
Sono lunghe da 4 a 10 cm e larghe 1-4 cm, di norma picciolate, con margine intero o dentato.
Dal centro della rosetta si elevano i fusti, sub-glabri o grigio-pubescenti, semplici, ramificati in alto.
Le foglie superiori, pelose o glabre, sono lanceolate con margine poco dentato, lunghe 1-5 (-8) cm e larghe 1-3 cm, alterne, sessili, semi-amplessicauli con base bi-auricolata.
L’infiorescenza è un racemo simile a un corimbo piatto con fiori sorretti da pedicelli lunghi 2-10 mm, più o meno patenti alla fruttificazione.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi con quattro petali bianchi spatolati, artigliati, lunghi 3-5 mm e sepali, circa la metà dei petali (1,5-2,5 mm), glabri, caduchi, di colore verde a volte con margine biancastro. L’androceo è formato da sei stami tetradinami con filamenti di 2-3 mm e antere ovate di 0,4-0,5 mm. L’ovario è costituito da 2 carpelli saldati. Lo stilo è lungo 0,7-1,5 mm.
I frutti sono siliquette di 3-4 mm, glabre, ricoperte da piccole scaglie, bilobate a forma di cuore rovesciato (obcordate), angustisette per il “replum” (falso setto) perpendicolare alla parte più larga. L’impollinazione è entomogama (attuata da insetti) ma, talora, autogama. La pianta in genere fiorisce da maggio a luglio e fruttifica dopo uno o due mesi ma, in condizioni climatiche favorevoli, può produrre semi anche in autunno.
I semi, in genere due (uno per loculo) in ciascun frutto, misurano 1,5-2 × 1-1,2 mm, esternamente bruno-rossicci o marrone scuro con una depressione longitudinale. I cotiledoni sono incombenti. Il numero cromosomico base è x= 8 con gametofiti aventi n=16 e n= 32 e sporofiti con 2n=62 e 2n= 64. In Europa, sono diffusi individui ottoploidi, in Asia occidentale, esaploidi e decaploidi.
Si stima che una pianta matura possa produrre da 1.200 a 4.800 semi. La disseminazione è anemocora, cioè operata da vento, e i semi possono rimanere vitali nel terreno per circa due-tre anni.
La specie può riprodursi vegetativamente da frammenti delle radici. Infatti, le gemme possono formarsi da quelle in prossimità del suolo, dando origine alle rosette, mentre le radici profonde possono produrne di nuove che si portano verso la superficie.
Lepidium draba è una pianta aggressiva, infatti, può formare dense monocolture.
In Europa invade le coltivazioni di mais, cereali, patate, barbabietola da zucchero, girasole, tabacco, ortaggi e vigneti. Nell’ex Unione Sovietica è una delle principali infestanti dell’orzo, in Australia si rinviene nei campi di cereali e in Giordania, Spagna e Svizzera nei frutteti, in Iran si trova nelle coltivazioni della barbabietola da zucchero e in Africa meridionale e negli Stati Uniti nei pascoli.
È stato verificato che una singola pianta può estendersi, in un anno, su un’area di 3,6 m². La maggior parte della biomassa, circa il 76 %, si trova sotto terra e le radici striscianti e profondamente penetranti ne rendono difficile l’estirpazione.
Lepidium draba è una pianta difficile da controllare con le normali tecniche colturali, sopravvive anche alla pacciamatura e alla lavorazione del terreno con le macchine agricole, che frantumando le radici ne favoriscono la riproduzione vegetativa.
Nel Regno Unito, si eseguono tagli regolari e frequenti delle parti aeree evitando la produzione di semi e nello stesso tempo riducendo le riserve nelle radici. Anche in Canada si pratica questo tipo di controllo. L’aratura profonda, almeno 40 cm, e la successiva messa a riposo del terreno (maggese) possono essere efficaci.
La pianta invade anche gli ambienti naturali rappresentando una seria minaccia per le specie autoctone e per gli ecosistemi che s’impoveriscono di biodiversità. Anche la fauna selvatica è influenzata negativamente dalla presenza di questa pianta.
Nella medicina tradizionale Lepidium draba si utilizzava contro un’ampia gamma di disturbi come antinfiammatorio, antitumorale, antimicrobico, antiossidante, ipoglicemizzante. In infuso, i semi e le foglie si usavano come espettorante, purgante e ipoglicemizzante (diminuzione del livello di glucosio nel sangue). Negli anni il suo uso è stato ridotto perché ritenuto di limitata efficacia. Recentemente sono stati fatti studi sul contenuto delle parti aeree e sono stati riscontrati alcaloidi, saponine, flavonoidi, terpenoidi, tannini, triterpenoidi e leucoantociani.
Inoltre, nei germogli e nei semi sono presenti glucosinolati allelopatici che servono alla pianta a impedire la crescita delle altre piante vicine. In uno studio di screening per sostanze antimicrobiche è stato notato che gli estratti di parti aeree di Lepidium draba avevano attività citotossica e interferivano con il metabolismo degli acidi nucleici dei batteri.
Infatti, si è provato che la pianta presenta attività antibatterica su Staphylococcus aureus e Bacillus subtilis (Gram-positivi) e su Pseudomonas aeruginosa ed Escherichia coli (Gram-negativi).
In Spagna Lepidium draba è considerata una specie selvatica commestibile e di alto valore nutritivo. Le foglie giovani e i germogli si adoperano crudi in insalata, mentre le foglie mature vengono cotte come erbe aromatiche. Il seme si usa nei condimenti come succedaneo del pepe.
Lepidium draba si presta ad essere utilizzata come pianta ornamentale in particolare nei giardini.
Sinonimi: Cardaria brachypetala Opiz, Cardaria cochlearia Spach, Cardaria draba (L.) Desv., Cardaria draba subsp. draba (L.) Desv., Cochlearia draba (L.) L., Draba ruderalis Baumg., Lepidium arvense Mill., Lepidium diversifolium Freyn & Sint., Lepidium draba subsp. draba L., Lepidium drabifolium St-Lag., Lepidium matritense Pau, Nasturtium draba (L.) Crantz.
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