Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Ecuador dove cresce sugli alberi delle foreste montane ad una altitudine intorno a 3000 m.
L’etimologia del nome generico non è stata specificata dall’autore, secondo alcuni è la combinazione dei sostantivi greci “λεπίς” (lepis) = scaglia e “άνθος” (anthos) = fiore, con riferimento alla forma del fiore di molte specie.
Altri ritengono derivi da “λέπος” (lepos) = corteccia e “άνθος” (anthos) = fiore, dato che le piante del genere vivono sulla corteccia degli alberi.Il nome specifico è il diminutivo dell’aggettivo latino “elegans, antis” = elegante.
La Lepanthes elegantula Schltr. (1915) è una specie epifita di piccole dimensioni con corto rizoma e fusti sottili, alti 5-8 cm, provvisti all’apice di una foglia eretta obovato-ellittica con apice tridentato, lunga 2-5 cm e larga 1-1,2 cm, coriacea, di colore verde intenso.
Infiorescenze racemose, lunghe fino a circa 15 cm, con rachide filiforme portanti 10-20 fiori, che si aprono in successione per lungo tempo, con sepali di colore rosso borgogna e petali e labello arancio rossastro.
Sepali lanceolati con apice appuntito, di circa 1,5 cm di lunghezza e 0,7 cm di larghezza, il dorsale unito alla base ai sepali laterali, a loro volta uniti tranne all’apice.
Petali trasversalmente bilobati più larghi che lunghi, di circa 2 mm di lunghezza, con lobo superiore ovato e lobo inferiore oblungo, e labello bipartito lungo 1,7 mm.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 fusti.
Orchidea miniatura tra le più coltivate del genere per i fiori relativamente grandi, la fioritura pressoché continua e la facilità di coltivazione, richiede una esposizione ombreggiata, temperature medie, elevata e costante umidità ambientale e buona ventilazione.
Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti in modo da mantenere il substrato costantemente umido, ma senza ristagni, utilizzando acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata.
Concimazioni ogni due settimane dalla primavera all’autunno utilizzando preferibilmente un prodotto idrosolubile bilanciato, con microelementi, a ¼ di dose di quella riportata sulle istruzioni del produttore.
Può essere montata su tronchi, corteccia o zattere di sughero o di radici di felci arborescenti rivestite di uno strato di sfagno, o coltivata in vasi o canestri con composto drenante costituito da frammenti di corteccia (bark) e carbone vegetale di media pezzatura con aggiunta di sfagno.
Trapianti e rinvasi vanno effettuati, quando necessari, alla ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
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