Famiglia : Lacertidae
Testo © Dr. Carlo Zucchi
Il Ramarro occidentale (Lacerta bilineata Daudin, 1802) è una delle lucertole più riconoscibili, caratteristiche e belle d’Europa.
Il nome del genere Lacerta indica lucertola in latino, mentre il nome specifico bilineata si riferisce alle due linee chiare dorsali presenti in femmine e giovani.
Zoogeografia
Lacerta bilineata è una specie tipicamente europeo centro-occidentale. Si trova nella penisola iberica settentrionale, Francia, Germania occidentale, Svizzera, Italia (tranne Sardegna e alcune isole minori) ed Isola di Jersey.
In passato considerata sottospecie di Lacerta viridis, ora è classificata specie a sé stante. È presente un areale di contatto con Lacerta viridis in Italia nord-orientale.
Ecologia-Habitat
Il Ramarro occidentale è una specie schiva, diurna ed eliofila, le piace cioè prendere il sole, ed è piuttosto termofila, vale a dire amante del calore.
Sempre vigile ed attento, quando percepisce un pericolo corre rapidamente al sicuro nella fenditura di una roccia o alla sua tana, dove passa i mesi invernali, sottratta spesso a un piccolo roditore.
Se viene afferrato per la coda può, come abitualmente avviene nel mondo delle lucertole, abbandonarla al predatore, tanto poi questa ricresce; un fenomeno zoologicamente noto come autotomia.
Circa la diffusa credenza popolare che quando morde un dito non molla più la presa, è semplicemente per il fatto che trovandosi a mezz’aria non sa dove scappare. Basta infatti appoggiare la mano a terra, in modo che le sue zampette tocchino il suolo, per vederlo subito spalancare la bocca e scappar via a precipizio.
È diffuso a quote medio-basse, ma nella parte sud dell’areale di distribuzione può essere presente fino ai 2000 m circa.
È un discreto arrampicatore, ma in genere preferisce vivere a terra. Predilige le zone di transizione fra ambienti diversi, dette scientificamente “ecotoni”, i luoghi umidi in prossimità della tana e le aree ricche d’arbusti e cespugli che offrono siti favorevoli per la termoregolazione. Lo si può incontrare quindi al margine dei boschi, in radure ricche d’erba alta, tra rovi e vegetazione bassa, su cumuli di pietre, coltivi e pascoli.
Morfofisiologia
La Lacerta bilineata appartiene al gruppo delle così dette “lucertole verdi” ed è di dimensioni medio-grandi, raggiungendo i 30-40 cm con un peso di circa 35 g. La corporatura è massiccia ma slanciata, gli arti sono ben sviluppati e la coda, lunghissima, misura spesso, da sola, due terzi del corpo.
La testa è robusta, più grande nei maschi che nelle femmine, il collare è dentellato, le squame dorsali sono carenate ed il ventre ha squame sovrapposte con lati angolosi disposte per lo più in 6 file.
Inoltre, solitamente, non sono presenti granuli sopraciliari e le squame temporali sono meno di 20; lo scudo rostrale non raggiunge le narici e vi sono 2 squame post-nasali.
I maschi si distinguono dalle femmine anche per la presenza di vistosi pori femorali sulla parte ventrale delle zampe posteriori. I lati della testa e gola sono di un azzurro acceso, molto intenso durante il periodo riproduttivo, ed il corpo è di un bel verde smeraldo con fitte puntinature nere.
Le femmine, di dimensioni minori, hanno una livrea verde o brunastra più uniforme, spesso con macchie nere sul dorso e 2-4 linee longitudinali chiare bordate di scuro; specie nel periodo successivo alla fecondazione, anche la loro testa può presentare toni azzurri ma più sbiaditi.
I giovani, con proporzioni corporee leggermente diverse, mostrano una livrea verde-marrone sbiadita e due o quattro linee pallide sui fianchi. Tutti hanno ventre biancastro o giallastro.
Etologia-Biologia riproduttiva
Trascorso il periodo di quiescenza invernale, la Lacerta bilineata è in attività da marzo a ottobre. Nei mesi più freschi è facile scorgerla nelle ore centrali della giornata, mentre in piena estate, quando il caldo è eccessivo, si muove in genere di primo mattino.
La dieta comprende invertebrati come vermi, ragni, isopodi e insetti vari, ma anche bacche zuccherine e piccoli vertebrati. Preda infatti giovani lucertole, i piccoli dell’Orbettino (Anguis fragilis), topolini neonati, uova e nidiacei d’uccellini.
In primavera i maschi dominanti sono particolarmente nervosi e intolleranti. Sorvegliano il loro territorio mostrandosi al massimo del loro splendore cromatico. Caratteristiche sono le esibizioni con le zampe posteriori alzate e la gola azzurra ben visibile mentre frustano l’aria con la coda, e se questi segnali non bastano a scoraggiare un maschio adulto che osa varcare il confine, si andrà al duello per il territorio e le femmine.
Anche gli accoppiamenti seguono un rituale preciso finché il maschio, afferrando la compagna su un fianco, la immobilizza per infilarsi sotto il corpo e introdurre nella cloaca il suo emipene.
In maggio-giugno, 3-6 settimane dopo la fecondazione, la femmina depone 5-25 uova biancastre lunghe all’inizio un centimetro, che si gonfiano poi con le piogge fino a raggiungere un massimo di 18 mm, in un pozzetto profondo una decina di centimetri scavato nella sabbia e accuratamente richiuso o in un luogo umido e caldo come un ceppo in decomposizione. Schiuderanno fra agosto e ottobre, dopo circa 70-100 giorni d’incubazione. Alla nascita i giovani misurano 8-10 cm ed hanno una speranza di vita di 10-12 anni.
La Lacerta bilineata è predata da serpenti, uccelli rapaci, mustelidi, ricci e volpi, per non parlare, nei pressi delle abitazioni, del gatto domestico e dalle galline che razzolando possono incontrare un piccolo.
Sinonimi
Lacerta viridis bilineata Laurenti, 1768; Lacertus viridis Garsault, 1764; Lacerta chloronota Rafinesque-Schmaltz, 1810.