Famiglia : Apocynaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Malaysia Peninsulare e Singapore dove vive nelle foreste pluviali e paludose e lungo i corsi d’acqua a basse altitudini.
Il genere è dedicato al politico e botanico olandese Jan Kops (1765-1849); il nome specifico latino “singapurensis” = di Singapore, fa riferimento ad uno dei luoghi di origine.
Nomi comuni: Singapore kopsia, white kopsia (inglese); selada (Malaysia).
La Kopsia singapurensis Ridl. (1923) è un arbusto o piccolo albero sempreverde alto 5-6 m, raramente di più, con tronco di 20-24 cm di diametro dalla corteccia grigiastra dalle cui ferite essuda una linfa lattiginosa irritante.
Le foglie, su un picciolo lungo 0,5-1 cm, sono opposte, semplici, ellittiche con margine intero e apice cuspidato, lungo circa 1,2 cm, e nervature prominenti inferiormente, coriacee, di colore verde intenso lucido, lunghe 8-20 cm e larghe 3-10 cm. Le infiorescenze, su un peduncolo lungo 1-7 cm, sono cime bipare terminali, lunghe 3-12 cm, portanti numerosi fiori ermafroditi di colore bianco con centro rosso. Corolla imbutiforme con tubo lungo 2,5-3,5 cm, 5 lobi oblunghi o ellittici, di 1,5-2,2 cm di lunghezza e 0,6-1 cm di larghezza, e 5 stami interni al tubo corollino.
I frutti sono drupe oblunghe leggermente appiattite, generalmente in coppia, di 2,5-3 cm di lunghezza, 1-1,4 cm di larghezza e 0,6 cm di spessore, di colore rosso, contenenti un solo seme.
Si riproduce per seme, in terriccio organico mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, per margotta e talea.
Specie vigorosa di facile coltivazione dal fogliame e dai fiori ornamentali, poco nota al di fuori delle zone di origine, dove a volte è utilizzata in parchi e giardini come esemplare isolato o per formare barriere, adatta esclusivamente alle zone tropicali e subtropicali umide, non sopportando temperature inferiori a 7 °C se non eccezionali e per brevissimo periodo. Richiede una posizione in pieno sole, anche se sopporta una parziale ombreggiatura, e non è particolarmente esigente riguardo al suolo, anche povero, pesante e con ristagni idrici.
Parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale per varie patologie; studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza nella corteccia e nelle foglie di diversi alcaloidi indolici con proprietà antiossidanti e antitumorali.
Per la riduzione del suo habitat dovuto all’espansione antropica è stata inserita nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) tra le specie a rischio di estinzione (vulnerabile).
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