Hypsoblennius invemar

Famiglia : Blenniidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Il Blenny tassellato (Hypsoblennius invemar) è frequente lungo le coste dell’Atlantico occidentale dalla Louisiana al Brasile.

Il Blenny tassellato (Hypsoblennius invemar) è frequente lungo le coste dell’Atlantico occidentale dalla Louisiana al Brasile © Pauline Walsh Jacobson

Il Blenny tassellato, Hypsoblennius invemar Smith-Vaniz&Acero P., 1980, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Blenniiformes ed alla famiglia dei Blenniidae, una delle più ricche del mondo marino, che conta 59 generi ed oltre 400 specie, presenti nei mari tropicali e temperati, e talora, raramente, in acque dolci e salmastre.

Il nome del genere Hypsoblennius, nasce dal greco “hypso-“, alto, con riferimento non spiegato da Gill che lo creò nel 1861, e “blennios”, muco, per il fatto che questi pesci senza squame hanno un muco protettivo che permette loro di non ferirsi quando entrano ed escono rapidamente dai loro angusti pertugi.

Hypsoblennius invemar vive nei gusci vuoti, ricoperti d’alghe e spugne incrostanti, di Megabalanus tintinnabulum: un balano gigante che forma colonie a grappolo a piccole profondità.

Vive nei gusci vuoti, ricoperti d’alghe e spugne incrostanti, di Megabalanus tintinnabulum: un balano gigante che forma colonie a grappolo a piccole profondità © Pauline Walsh Jacobson

Il termine specifico invemar è invece l’acronimo di Investigaciones Marinas, creato in onore dell’Instituto de Investigaciones Marinas de Punta Betin a Santa Marta in Colombia.

Zoogeografia

Hypsoblennius invemar è frequente lungo le coste dell’Atlantico occidentale dalla Louisiana e il Golfo del Messico settentrionale a Rio de Janeiro. Pare fra l’altro che sia nativo del Brasile e che da qui abbia colonizzato i Caraibi, trasportato nei balani che incrostano la chiglia delle navi e con larve nell’acqua di zavorra di quelle usate per l’industria petrolifera.

Questi antichi gusci, larghi 6,5 cm con un’apertura in alto, sono il rifugio ideale per Hypsoblennius invemar che non supera i 5,8 cm.

Questi antichi gusci, larghi 6,5 cm con un’apertura in alto, sono il rifugio ideale per il Blenny tassellato che non supera i 5,8 cm © Pauline Walsh Jacobson

Ecologia-Habitat

Hypsoblennius invemar vive infatti nei gusci vuoti morti ricoperti d’alghe e spugne incrostanti di un grande cirripede, il Megabalanus tintinnabulum, così detto perché cresce a grappoli che sembrano campanelle tintinnanti coniche o a forma di barile. Sono alte circa 5 cm e larghe 6,5 cm: un rifugio ideale per il Blenny tassellato che non supera i 5,8 cm di lunghezza.

Questi pesciolini abitano così uno accanto all’altro, guscio a guscio, in veri e propri condomini, grandi strutture che si sono formate col tempo attaccate a navi, pontili, catene di boa e piattaforme petrolifere.

Eccone uno allo scoperto fra gli elementi della colonia morta di crostacei che si è trasformata in un condominio.

Eccone uno allo scoperto, fra gli elementi della colonia morta di crostacei che si è trasformata in un condominio © Allison & Carlos Estape

Il Blenny tassellato non può fare a meno di questi piccoli alloggi e vive così, demersale, a 1-5 m di profondità, dove crescono questi balani, ma si trova anche in acque più basse ed è stato eccezionalmente visto a 24 m.

Morfofisiologia

Hypsoblennius invemar presenta un corpo affusolato con la testa corta e robusta dal profilo anteriore decisamente ripido. Si nota un vistoso cirro con 4 ramificazioni sopra all’occhio ed un altro ramificato accanto alle narici. Le mascelle presentano file di piccoli denti smussati e appiattiti, disposti a pettine, per afferrare i piccoli invertebrati di cui si nutrono.

Variazioni di colore di tre Hypsoblennius invemar che occhieggiano con prudenza sulla porta di casa nella speranza di predare senza rischi piccoli invertebrati di passaggio.

Variazioni di colore di tre Hypsoblennius invemar che occhieggiano con prudenza sulla porta di casa nella speranza di predare, senza rischi, piccoli invertebrati di passaggio © Pauline Walsh Jacobson – Pauline Walsh Jacobson – Allison & Carlos Estape

Questa variopinta specie si distingue facilmente da altre analoghe per la pittoresca livrea e la caratteristica macchia nera subito dietro l’occhio.

Questa variopinta specie si distingue facilmente da altre analoghe per la pittoresca livrea e la caratteristica macchia nera subito dietro l’occhio © Pauline Walsh Jacobson

L’apertura branchiale, poco visibile per la fusione dell’opercolo con la gola, si estende verso il ventre dal primo raggio sul lato ventrale della pinna pettorale.

La lunga pinna dorsale presenta una leggera tacca fra 11-13 raggi spinosi e 11-12 raggi molli. L’anale ha 2 raggi spinosi e 14 inermi, le pettorali recano 14 raggi molli, e le pelviche 1 raggio spinoso e 4 inermi. La caudale è infine più o meno troncata.

La variopinta livrea, con varianti su un fondo marrone chiaro o blu verdastro, mostra, specie sul capo e la parte anteriore del corpo, macchie e poligoni rosso arancio, separati da sottili linee blu.

Per sedurre una compagna, livrea a parte, i maschi devono prima pulire a specchio il loro alloggio per accogliere le uova che sorveglieranno poi ventilandole fino alla schiusa.

Per sedurre una compagna, livrea a parte, i maschi devono prima pulire a specchio il loro alloggio per accogliere le uova che sorveglieranno poi ventilandole fino alla schiusa © Pauline Walsh Jacobson

Caratteristica è la macchia nera, ben visibile negli adulti, subito dietro l’occhio.

Etologia-Biologia Riproduttiva

I maschi di Hypsoblennius invemar non hanno certo difficoltà a trovare una compagna nel loro affollato condominio, ma prima di corteggiare la prescelta fanno accurate pulizie di casa, perché anche la più sprovveduta delle femmine sa che i residui alimentari ed i rifiuti provocano poi muffe alle uova.

Un giovane. La resilienza di Hypsoblennius invemar è ottima, la vulnerabilità alla pesca, bassissima, e il Blenny tassellato non è quindi una specie in pericolo.

Un giovane. La resilienza di Hypsoblennius invemar è ottima, la vulnerabilità alla pesca, bassissima, e il Blenny tassellato non è quindi una specie in pericolo © Allison & Carlos Estape

Queste vengono infatti incollate con un cuscinetto adesivo o un pedicello all’interno del balano, dove, dopo la fecondazione, il maschio le proteggerà dagli intrusi, ventilandole per una buona ossigenazione fino alla schiusa. Le larve, planctoniche, vengono poi disperse dalle correnti.

La resilienza di Hypsoblennius invemar è ottima, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi, e la vulnerabilità alla pesca, bassissima, segna appena 10 su una scala di 100. Dal 2007 appare quindi come “LC, Least Concern”, cioè come “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

 

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