Famiglia : Euphorbiaceae

Testo © Pietro Puccio

Originaria dell'America tropicale, l' Hura crepitans è un sempreverde o semideciduo, di 10-40 m di altezza © Giuseppe Mazza
Il nome del genere è quello dato dai nativi che significa “linfa velenosa”; il nome specifico è il participio presente del verbo latino “crepo” = scoppiettare, far rumore, con riferimento ai frutti che a maturità esplodono con un caratteristico crepitio.
Nomi comuni: sandboxtree, monkey-no-climb-tree, monkey pistol, monkey’s dinner bell, possum wood (inglese); achohó (Bolivia); árvore-do-diabo, arceira, assaçú, catauá (Brasile); acuapar arenillo, ceiba amarilla, ceiba de leche (Colombia); javillo (Costa Rica); habillo, salvadera, haba (Cuba); arbre du diable, sablier blanc (Haiti); bois du diable (Martinica); habillo (Nicaragua); ceibo, havillo, nuno, tronador (Panama); catahua (Perù); javilla, molinillo (Portorico); posentri (Suriname); ceiba blanca, jabillo (Venezuela).
L’ Hura crepitans L. (1753) è un albero sempreverde o semideciduo, di 10-40 m di altezza, con tronco eretto, cilindrico, fino a oltre 2 m di diametro alla base, e corteccia grigiastra fittamente ricoperta, sul fusto e sui rami principali degli esemplari più giovani, di robuste spine coniche legnose; dalle ferite essuda un lattice di colore giallo traslucido o biancastro.
Le foglie, su un picciolo lungo 5-20 cm provvisto di due ghiandole all’apice, sono semplici, alterne, ovate con apice bruscamente e lungamente appuntito, base cordata e margine leggermente serrato, lunghe 5-25 cm e larghe 5-15 cm, di colore verde intenso lucido superiormente, a volte leggermente villose inferiormente, in particolare lungo le nervature; stipole (appendici alla base della foglia che hanno lo scopo principale di proteggerla durante la fase iniziale di crescita) caduche, lanceolate, lunghe circa 10 mm e larghe 3 mm.

Foglie lunghe anche 25 cm con picciolo di 20 cm. Al centro un fiore femminile e infiorescenza maschile in crescita © Giuseppe Mazza
I frutti sono capsule deiscenti legnose, schiacciate e concave ai due estremi con fino a 16 costolature prominenti, corrispondenti ai carpelli disposti radialmente attorno all’asse, di circa 4 cm di altezza e 8 cm di diametro, di colore inizialmente verde, poi bruno quando maturi, contenenti semi ovoidi appiattiti, oleosi, di colore castano, uno per ogni carpello, di circa 2 cm di diametro.
Quando il frutto è secco i semi vengono espulsi rumorosamente e violentemente, anche fino ad oltre 20 m di distanza in assenza di ostacoli, meccanismo di dispersione comune a molte altre Euphorbiaceae. Si dissemina facilmente durante le inondazioni, essendo i semi galleggianti, tanto da naturalizzarsi e spesso comportarsi da infestante nelle zone dove l’albero è stato introdotto.
Si propaga per seme, che ha una breve durata di germinabilità, preventivamente tenuto in acqua per un giorno, in terriccio organico con aggiunta di sabbia o perlite per un 30% mantenuto umido alla temperatura di 25-28 °C, con tempi di germinazione di 1-2 mesi; si riproduce anche per talea e margotta. Albero imponente dal fogliame molto ornamentale e dai fiori e frutti di forma particolare, utilizzato a volte come albero da ombra nelle piantagioni di cacao e come ornamentale in parchi, grandi giardini e alberature stradali nelle zone a clima tropicale e subtropicale, non sopportando temperature prossime a 0 °C, se non eccezionali e per tempi brevi.

Fiori privi di petali, unisessuali sulla stessa pianta. Quelli femminili (a sinistra ) sono solitari, i maschili (a destra ) riuniti in infiorescenze vistose © Giuseppe Mazza
Tutte le parti della pianta sono velenose, in particolare semi e lattice. I semi, se ingeriti, possono provocare gravi effetti gastrointestinali ed hanno un violento potere lassativo, anche in numero limitato (2-3), per la presenza di un composto (polipeptide) altamente tossico, con azione simile a quello (ricina) contenuto nei semi del ricino, (Ricinus communis L.). Il lattice, fortemente irritante e cancerogeno, a contatto della pelle può provocare gravi dermatiti e degli occhi cheratocongiuntiviti e temporanea cecità. L’inalazione della segatura, durante la lavorazione del legno, può causare gravi effetti nell’apparato respiratorio, come pure il contatto con gli occhi, necessario pertanto l’uso di maschere antipolvere e occhiali di protezione.

Frutto acerbo e maturo. Sono capsule deiscenti legnose che sparano i semi anche a 20 m di distanza. Tutte le parti della pianta sono velenose, in particolare semi e lattice © Giuseppe Mazza
Sinonimi: Hura brasiliensis Willd. (1809); Hura strepens Willd (1809); Hura senegalensis Baill. (1860); Hura crepitans var. membranacea Müll.Arg. (1866); Hura crepitans f. oblongifolia Müll.Arg. (1866); Hura crepitans var. oblongifolia Müll.Arg. (1866); Hura crepitans f. orbicularis Müll.Arg. (1866); Hura crepitans var. orbicularis Müll.Arg. (1866); Hura crepitans f. ovata Müll.Arg. (1866); Hura crepitans var. ovata Müll.Arg. (1866); Hura crepitans var. senegalensis (Baill.) Boiss. (1866); Hura crepitans var. strepens Müll.Arg. (1866).
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