Famiglia : Campanulaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Giamaica, dove vive in aree aperte, spesso ai margini di corsi d’acqua, ma naturalizzata in diversi paesi tropi- cali.
Il nome generico, come specificato dall’autore, George Don (1798-1856), è la combinazione dei sostantivi greci “ἵππος” (ippos) = cavallo e “βρομος” (bromos) = veleno, con riferimento alla elevata tossicità della pianta, il nome specifico è la combinazione dell’ aggettivo latino “longus, a, um” = lungo e del sostantivo “flos, -oris” = fiore, con ovvio riferimento.
Nomi comuni: frog’s flower, horse poison, madam fate, star-of-Bethlehem (inglese); ma zui cao (cinese); etoile de Bethléem, herbe-poison, lastron blanc (francese); arrebenta boi, arrebenta cavallos, cega-olho, jasmin de cachorro, jasmin de Italia (portoghese-Brasile); flor de San Juan, flor de sapo, lágrimas de María, lágrimas de San Diego, revienta cavallo, tibey, tibey blanco (spagnolo); Stern von Bethlehem (tedesco).
L’ Hippobroma longiflora (L.) G.Don (1834) è una specie erbacea perenne a fusto eretto o a volte decombente, poco ramificata, alta 20-60 cm, con radici carnose biancastre e linfa lattiginosa, dall’odore piuttosto sgradevole. Le foglie sono semplici, alterne, subsessili, da ellittiche a obovato-lanceolate con margini irregolarmente dentati ed apice appuntito, lunghe 5-15 cm e larghe 1-3,5 cm, pressoché glabre superiormente, leggermente villose inferiormente, con nervature prominenti. I fiori, all’ascella delle foglie superiori su un peduncolo lungo 1,5 cm, sono solitari, eretti, profumati, con calice penta-partito con segmenti lineari ciliati e dentellati, lunghi 0,8-2 cm, di colore verde, corolla ipocrateriforme (con lobi distesi perpendicolari a un lungo tubo sottile) bianca con tubo cilindrico, di 6-12 cm di lunghezza e 0,4 cm di diametro, villoso, e 5 lobi da ellittici a lanceolati con apice appuntito, lunghi 1,5-2,5 cm e larghi 0,5 cm, tubo staminale che si protende per circa 0,5 cm al di fuori della corolla.
L’impollinazione, data la morfologia del fiore, è effettata da lepidotteri della famiglia delle Sphingidae (Latreille, 1802). I frutti sono capsule ellissoidi o obovoidi biloculari, villose, di 1-1,5 cm di lunghezza e 0,8-1,2 cm di diametro, contenenti numerosi semi pressoché ovoidi, lunghi 0,7 mm, di colore bruno chiaro. Si riproduce facilmente per seme.
Specie molto ornamentale per i bianchi fiori profumati, ma tra le più velenose, che va trattata con estrema prudenza per la presenza nella sua linfa di sostanze fortemente irritanti per contatto con effetti istantanei, negli gli occhi può causare cecità e sulla pelle gravi reazioni allergiche, sono noti casi di morte anche per un contatto prolungato; l’uso di guanti è pertanto indispensabile per maneggiarla. Per ingestione è altamente velenosa per la presenza di alcaloidi cardioattivi, come la lobelanidina, che può condurre velocemente alla morte. Utilizzata raramente in dosi minime nella medicina tradizionale, con effetti che in alcuni casi sono stati letali.
Cresce nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido, dove si è naturalizzata sfuggendo alla coltivazione e diventando in qualche caso infestante, sia in pieno sole che parzialmente ombreggiata e non è particolarmente esigente riguardo al suolo, anche povero.
Viene riportata in questa sede solo per facilitarne l’identificazione, se ne sconsiglia decisamente la coltivazione per la sua invasività e soprattutto alta tossicità.
Sinonimi: Lobelia longiflora L. (1753); Rapuntium longiflorum (L.) Mill. (1768); Isotoma longiflora (L.) C.Presl (1836); Laurentia longiflora (L.) Peterm. (1845); Isotoma runcinata Hassk. (1859); Laurentia longiflora var. runcinata (Hassk.) E.Wimm. (1948); Isotoma longiflora var. runcinata (Hassk.) Panigrahi, P.Daniel & M.V.Viswan. (1981); Solenopsis longiflora (L.) M.R.Almeida (2001).
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