Famiglia : Heliconiaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Bolivia, Brasile (Acre, Alagoas, Amapá, Amazonas, Bahia, Ceará, Distretto Federale di Brasilia, Espírito Santo, Fernando de Noronha, Goiás, Maranhão, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Minas Gerais, Pará, Paraíba, Pernambuco, Piauí, Rio de Janeiro, Rio Grande do Norte, Roraima, Rondônia, São Paulo, Sergipe, Tocantins e Trindade), Colombia, Guyana, Guyana Francese, Panama, Suriname, Trinidad-Tobago e Venezuela dove cresce nelle foreste umide, prevalentemente in aree aperte o sulle rive di corsi d’acqua, dal livello del mare fino a circa 1500 m di altitudine.
Il nome del genere deriva dal latino “Heliconius, a, um” = dell’Elicona, monte sacro ad Apollo ed alle Muse nella mitologia greca; il nome specifico è il genitivo plurale del sostantivo latino “psittacus” = pappagallo, con riferimento, secondo alcuni, alla forma dei fiori che ricordano il becco dei pappagalli.
Nomi comuni: false bird-of-paradise, golden torch, japanese canna, parakeet heliconia, parrot’s beak, parrot’s flower, parrot plant (inglese); balisier bec de parroquet, héliconie des perroquets (francese); helicônia-papagaio, caetê-tocha (portoghese – Brasile); flor del papagayo, pico de loro (spagnolo).
L’ Heliconia psittacorum L.f. (1782) è una specie erbacea eretta rizomatosa perenne, sempreverde, che forma velocemente densi cespi alti 0,8-1,5 m. Le foglie, su un picciolo lungo fino a circa 25 cm, sono basali, alterne, semplici, intere, da ellittico-lanceolate a oblungo-lanceolate con apice appuntito e nervatura centrale prominente nella pagina inferiore, lunghe 35-55 cm e larghe 4-12 cm, di colore verde intenso brillante superiormente, più chiaro inferiormente, e basi fogliari tubolari inguainanti che formano uno pseudo fusto di circa 2,5 cm di diametro.
L’infiorescenza, su un peduncolo lungo 15-55 cm, è una spiga terminale eretta lunga 6-12 cm con rachide lievemente ondulato, generalmente di colore arancio, e 3-7 brattee alterne, lanceolate, concave, cerose, leggermente spaziate, di colore rosso o rosso arancio brillante, a volte rosa o lilla, la basale lunga 8-15 cm, le altre progressivamente decrescenti.
Le brattee sottendono 3-9 fiori, su un pedicello lungo 1,6-1,8 cm, tubolari, solitamente di colore arancio con macchia verde scuro verso l’apice, di 3-5 cm di lunghezza. I fiori, a simmetria bilaterale, sono ermafroditi, con 3 sepali, di cui due fusi e uno libero, e 3 petali fusi insieme, poco differenziati tra loro, 5 stami fertili e uno staminoide opposto al sepalo libero; i fiori sono impollinati dai colibrì.
I frutti sono drupe subglobose di colore inizialmente da giallo ad arancio, poi blu scuro lucido a maturità, di circa 0,8 cm di diametro, contenenti 1-3 semi.
Si riproduce per seme, tenuto in acqua per 3 giorni per ammorbidire il tegumento, in terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea o agriperlite per un 30%, mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione variabili, da qualche settimana ad alcuni mesi e prima fioritura dopo 3-4 anni, per micropropagazione, per ottenere piante esenti da malattie, ma solitamente e facilmente si ricorre alla divisione dei rizomi in primavera, con ciascuna sezione provvista di diverse gemme vegetative. In molte aree dove è stata introdotta è sfuggita alla coltivazione naturalizzandosi, diventando in qualche caso infestante.
Una delle più piccole e diffuse Heliconia dalla fioritura pressoché continua durante l’arco dell’anno, di cui sono state selezionate numerose varietà dai colori diversi e che ha dato origine ad alcuni ibridi, utilizzabile in parchi e giardini come gruppo isolato, in massa come copri suolo, o per bordure esclusivamente nelle regioni a clima tropicale e subtropicale umido, in pieno sole o leggera ombreggiatura. Specie vigorosa si adatta abbastanza facilmente a diverse condizioni di coltivazione, ma cresce al meglio su suoli ricchi di sostanza organica, acidi o neutri, drenanti, mantenuti pressoché costantemente umidi, ma senza ristagni e in posizione protetta dai venti che danneggerebbero le foglie. In zone con prolungati periodi di secco deve essere frequentemente ed abbondantemente irrigata, in particolare nei mesi più caldi. In suoli poveri o alcalini può essere soggetta a clorosi da curare con l’applicazione di fertilizzanti con microelementi, in particolare ferro, sotto forma di chelati.
Esaurita la fioritura conviene recidere alla base lo pseudo fusto per stimolare la crescita di nuove vegetazioni e la produzione di altri steli floreali. Si coltiva con successo anche in vaso, dove fiorisce facilmente, utilizzando un substrato organico particolarmente drenante e aerato, per la decorazione di patii e terrazze o per essere riparata in serre, verande e giardini d’inverno particolarmente luminosi, dove il clima non consente la permanenza all’aperto durante i mesi invernali, con elevati valori di umidità ambientale, 70-80% o più, e di temperature diurne, ideali 24-26 °C, con valori minimi notturni non inferiori a 15 °C. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti in estate, lasciando parzialmente asciugare il substrato prima di ridare acqua, evitando i ristagni, causa di facili marciumi, più diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, con concimazioni, in primavera-estate, effettuate preferibilmente con prodotti bilanciati a lento rilascio con aggiunta di microelementi.
È facilmente soggetta ad attacchi di acari e cocciniglie, da trattare in caso di grave infestazione con prodotti specifici.
Le infiorescenze recise di lunga durata, 2-3 settimane, sono particolarmente apprezzate nelle composizioni floreali e il loro mercato è in continua espansione.
Sinonimi: Musa humilis Aubl. (1775); Heliconia ballia Rich. (1792); Heliconia marantifolia G.Shaw (1796); Heliconia humilis (Aubl.) Jacq. (1797); Heliconia swartziana Roem. & Schult. (1819); Musa humilis Perrault (1825); Heliconia cannoidea A.Rich. (1831); Heliconia andrewsii Klotzsch (1847); Heliconia schomburgkiana Klotzsch (1847); Heliconia aurea Linden ex Lem. (1862); Bihai cannoidea (A.Rich.) Kuntze (1891); Bihai psittacorum (L.f.) Kuntze (1891); Bihai humilis (Aubl.) Griggs (1904); Bihai sylvestris Gleason (1925); Heliconia sylvestris (Gleason) L.B.Sm. (1939); Heliconia goiasensis Barreiros (1976); Heliconia bahiensis Barreiros (1978).