Famiglia : Haemulidae
Testo © Giuseppe Mazza
Il Grugnitore francese, Haemulon flavolineatum (Desmarest, 1823), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia degli Haemulidae, presente per lo più in acque marine e salmastre con 23 generi e 135 specie.
Sono pesci che superano raramente i 60 cm di lunghezza e ricordano a prima vista per l’aspetto gli Sparidae o gli Sciaenidae.
Il genere Haemulon nasce composto dal greco da “αἷμα” (emo), sangue, e “οὖλον” (oulon), gengiva, con riferimento al colore rosso vivo all’interno della bocca, mentre il termine specifico flavolineatum aggiunge in latino che è un pesce a linee gialle.
Il termine volgare di Grugnitore, ricorda invece il suono, paragonato a un grugnito, che gli emulidi emettono, usando la vescica natatoria come cassa di risonanza mentre digrignano i numerosi piccoli denti faringei, durante l’accoppiamento, per sorprendere i predatori o quando vengono afferrati dai pescatori.
Gli inglesi lo chiamano “French grunt” in quanto descritto dal medico e zoologo francese Anselme Gaëtan Desmarest (1784-1838) o “Banana grunt”, per il giallo dominante della livrea che richiama il colore delle banane. I francesi invece dal canto loro preferiscono chiamarlo “Gorette jaune”, aggiungendo il colore prevalente del pesce al nome comune di “Gorette” usato nelle Antille francesi per tutti gli Haemulidae.
Zoogeografia
Haemulon flavolineatum è una specie molto comune nelle acque tropicali dell’Atlantico occidentale, dalle Bermude e la Carolina del Sud e il Golfo del Messico fino al Venezuela ed alle coste di Trinidad e Tobago.
Ecologia-Habitat
Vive fra le formazioni madreporiche per lo più in acque basse, non scendendo mai oltre i 60 m di profondità.
Durante il giorno, per sfuggire allo sguardo dei predatori, fa tutto il contrario degli altri pesci. Anziché nascondersi in una tana, si raggruppa intorno a una spugna gigante o una madrepora ben esposta formando un banco immobile che, da lontano, si confonde con questa nel variopinto mondo dei coralli.
Un “mimetismo sociale”, insomma, ed anche l’eventuale difesa avviene in gruppo con drappelli che alternandosi mordono la coda dell’importuno, per lo più cernie, assordandolo di grugniti. E mentre questo si volta per capire chi è stato, altri lo mordicchiano ancora dal retro confondendogli le idee finché spesso infastidito il predatore scappa.
Verso sera, il gruppo si scioglie e ciascuno va per la sua strada in cerca di cibo.
I giovani invece crescono per lo più nascosti nelle formazioni di mangrovie o fra le foglie delle praterie sommerse di fanerogame nutrendosi, al contrario, durante il giorno.
Morfofisiologia
Haemulon flavolineatum può raggiungere i 30 cm di lunghezza anche se la taglia del pescato si aggira in genere sui 17 cm. Il corpo, leggermente compresso lateralmente, è caratterizzato da strisce gialle, su fondo bianco argenteo con riflessi bluastri secondo l’incidenza della luce. Sopra alla linea laterale vi sono tre strisce orizzontali giallo arancio che attraversano il corpo dalla testa alla coda, mentre sotto le strisce sono disposte diagonalmente con scaglie nettamente più grandi di quelle superiori.
Sotto agli occhi, sul capo, si notano delle macchie gialle e l’interno della bocca è vistosamente tappezzato di rosso. Non hanno canini, ma denti conici piccoli e densi detti cardiformi, disposti a fasce.
Tutte le pinne sono gialle. La dorsale reca 12 raggi spinosi e 14-15 molli, l’anale 3 spine e 8 raggi inermi. Le pettorali hanno 16-17 raggi molli e le pelviche non presentano spine. La caudale è forcata.
Nella livrea giovanile si notano due lunghe strisce longitudinali scure che terminano sul peduncolo caudale. Quella inferiore attraversa l’occhio mascherandolo e fra queste una striscia molto corta e sottile tocca la parte superiore dell’occhio. Sotto la linea laterale, come negli adulti, le scaglie sono disposte diagonalmente.
Alla fine del peduncolo caudale una vistosa macchia nera simula, come spesso accade nel mondo dei pesci, un finto occhio per ingannare i predatori dirigendoli verso la parte più sfuggevole e meno vitale del corpo.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Nei raduni mimetici diurni Haemulon flavolineatum si trova spesso aggregato ad altri emulidi come Brachygenys chrysargyreum, dal corpo cilindrico a strisce gialle orizzontali, Haemulon sciurus, anche lui a strisce orizzontali più sottili ma con la base della pinna caudale e della dorsale nerastra, o Haemulon aurolineatum con strisce gialle meno evidenti, a parte quella sull’occhio e spesso una macchia nera sul peduncolo caudale.
Haemulon flavolineatum si nutre di piccoli crostacei bentonici, per lo più granchi, e vermi policheti.
Fra i suoi predatori spiccano la Cernia di Nassau (Epinephelus striatus), il Pesce trombetta dei Caraibi (Aulostomus maculatus), i pesci lucertola come Synodus intermedius e il famigerato Pterois volitans introdotto incautamente nei Caraibi.
Haemulon flavolineatum raggiunge la maturità sessuale verso i 12-15 cm di taglia e si riproduce generalmente in primavera-estate ma anche tutto l’anno nei climi più caldi. L‘accoppiamento non avviene come si potrebbe pensare in gruppo, ma con un maschio e una femmina che al crepuscolo salgono rilasciando i gameti nella colonna d’acqua sovrastante.
Una sola femmina può deporre, ad ogni evento, da 6.000 a 16.000 uova galleggianti affidate alle correnti.
Anche le larve sono pelagiche, ma dopo 2 settimane raggiungono i fondali crescendo nelle praterie sommerse di fanerogame o fra le radici delle mangrovie con una speranza di vita di 8 anni.
Nonostante la taglia relativamente modesta, Haemulon flavolineatum è un pesce molto pescato e consumato nei Caraibi anche se c’è un piccolo rischio di avvelenamento da ciguatera quando hanno predato animali che accumulano nei loro tessuti la tossina prodotta dal dinoflagellato Gambierdiscus toxicus.
Per ovviare a questo inconveniente e tenuto conto della sua grande prolificità è oggi riprodotto in acquacoltura, e nonostante l’intensa pressione della pesca le popolazioni non sembrano attualmente in declino.
La resilienza della specie è mediocre, con popolazioni che possono in teoria raddoppiare i loro effettivi in 1,4-4,4 anni. La vulnerabilità alla pesca, moderata, segna appena 32 su una scala di 100 e Haemulon flavolineatum appare quindi come “LC, Least Concern”, cioè a rischio minimo, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Diabasis flavolineatus Desmarest, 1823.