Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo, Giava, Sulawesi e Sumatra dove vive nel sottobosco delle foreste, fino a circa 1000 m di altitudine, in zone caratterizzate da clima monsonico.
Il nome del genere deriva dal sostantivo latino “habena, ae” = corda, laccio, con riferimento alle lunghe e sottili divisioni dei lobi laterali del labello; il nome della specie fa riferimento alla nota figura della mitologia greca raffigurata con una moltitudine di serpenti al posto dei capelli, con lo stesso riferimento.
Nomi comuni: egret orchid (inglese).
L’ Habenaria medusa Kraenzl. (1893) è una specie tuberosa terricola decidua, alta fino circa 20 cm, con radici carnose e 4-5 foglie lanceolate con apice acuto, inguainate alla base, di 10-15 cm di lunghezza e 2-2,5 cm di larghezza.
Infiorescenze racemose terminali, lunghe fino a circa 30 cm, portanti 7-10 fiori o più, su un pedicello e ovario lungo 2-3 cm, di lunga durata che si aprono in successione, sottesi da brattee lanceolate con apice acuminato, lunghe 1,5-2,5 cm e larghe circa 3 mm.
Sepali diseguali di colore verde, quello dorsale, lungo 5-7 mm e largo 3-4 mm, a forma di cappuccio sulla colonna, i laterali distesi, ovato-oblunghi con apice acuto, lunghi 7-8 mm e larghi 4 mm.
Petali di colore bianco uniti alla base del sepalo dorsale, lineari con apice ottuso, lunghi circa 6 mm e larghi 1 mm. Labello trilobato di colore bianco con macchia rosso bruna alla base, lungo 2-2,5 cm e largo 3,5-4 cm, con i lobi laterali profondamente divisi in 36-40 segmenti (lacinie) filiformi, disposti a raggiera e minutamente ciliati ai margini, lobo mediano lineare, lungo 0,5 cm, e sperone filiforme alla base lungo 2,5-3,5 cm. Il tubero che ha vegetato muore alla fine dell’estate dopo aver prodotto nuovi tuberi per il successivo ciclo.
Una delle specie più note e spettacolari del genere, per la bellezza dei suoi fiori, ma ritenuta generalmente di coltivazione piuttosto difficile, necessitando di un deciso periodo di riposo, che è anche il periodo più critico dal punto di vista del regime idrico essendo i tuberi facilmente soggetti a marciume.
Necessita di vasi, preferibilmente di terracotta, abbastanza capienti e profondi per contenere i nuovi tuberi che si formano alla fine del periodo vegetativo e terriccio molto aerato e drenante, che può essere costituito da terra da giardino, terriccio di foglie, sabbia grossolana e agriperlite in parti uguali, o altra miscela con caratteristiche simili.
Il ciclo stagionale inizia in primavera con l’apparire della nuova vegetazione, da questo momento si iniziano gradualmente le innaffiature, evitando di bagnare le giovani foglie emergenti, fino a diventare regolari e abbondanti in estate, ma facendo leggermente asciugare il substrato prima di ridare acqua. Durante questo periodo richiede una posizione parzialmente ombreggiata, temperature mediamente elevate, tra 18 e 30 °C, umidità del 75-85% e costante ventilazione.Le radici sono particolarmente sensibili all’accumulo di sali, pertanto le concimazioni vanno opportunamente intervallate alle innaffiature, utilizzando prodotti idrosolubili specifici per orchidee molto diluiti, intorno a 1/3 – 1/4 della dose consigliata sulla confezione.
Completata la fioritura le foglie iniziano a seccare e le innaffiature vanno gradualmente diminuite fino a cessare del tutto quando completamente secche, limitandosi a nebulizzazioni del terriccio opportunamente dosate in modo da mantenere il terriccio solo appena umido per evitare che i tuberi si disidratino. In alternativa possono essere estratti dal vaso, ed eventualmente divisi, e conservati in ambiente ventilato con temperature intorno a 16-20 °C in terriccio sabbioso mantenuto leggermente umido, come prima specificato, per essere rimessi in vaso, a non più di 1 cm di profondità, al primo segno di ripresa vegetativa.La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Fimbrorchis medusa (Kraenzl.) Szlach. (2004).
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