Testo © Massimiliano Berretta
Famiglia: Discinaceae Benedix, 1961.
Genere: Gyromitra Fries, 1849.
Gyromitra infula (Schaeffer) Quélet, 1886.
L’epiteto “infula” deriva dal latino “infula“ = copricapo sacerdotale con nastri, mitra dei vescovi, per la forma.
In Italia è comunemente chiamata “Elvella infula”, “Elvella mitrata”, “Spugnola mitrata”; in Francia “Gyromitre en turban”; per la Spagna: in Cataláno “orella de gat”; in Euskera “mitra marroi”; in Germania “Bischofsmütze”; in Inghilterra “hooded false morel”, “elfin saddle”.
Descrizione del genere
Il genere Gyromitra comprende funghi ascomiceti dell’emisfero Boreale, esso comprende 18 specie.
Le caratteristiche generali del genere sono: carpoforo di dimensioni medie o medio grande, con la mitra di forma irregolare, cerebriforme, selliforme dove è situato l’imenio, di colore bruno rossastro, bruno ambrato. Il gambo è corto, talvolta tozzo, biancastro, liscio, talvolta solcato, cavo. Carne fragile. Spore bianche, ellissoidali, da lisce a finemente verrucose. Sono tutte specie terricole che fruttificano nei boschi di conifere e/o di latifoglia in primavera.
Descrizione della specie
Cappello: costituito da una mitra di 5-10 cm di altezza e 5-12 cm di larghezza, composta da 2 a 4 lobi appuntiti, ripiegati verso il gambo e formanti una sella, da ondulata a rigata, venata o gibbosa; di colore bruno-rossastra, bruno-cannella o bruno-castana, più scura con l’età, forforacea superiormente; la superficie inferiore è pruinosa e di colore più chiaro.
Imenio: imenoforo, situato sulla parte esterna della mitra, è ondulato, liscio.
Gambo: 3-5 x 1,5-2 cm, all’inizio cilindraceo, poi compresso e solcato, pruinoso, bruno-pallido poi rossastro o grigio-lilacino, persino rosa chiaro, cavo con setti e camere che lo solcano internamente.
Carne: sottile, elastica, coriacea, biancastra, rossiccia, con odore fungino e sapore gradevole.
Habitat: fungo saprofita. Cresce nei boschi di conifere o misti, sulla lettiera e residui legnosi o zone bruciate, anche su segatura o su terreno duro imballato, in estate-autunno.
Commestibilità: tossico, contiene gyromitrina, composto tossico, che, quando metabolizzato dall’organismo, viene convertito in monomethylhydrazine, un componente di alcuni combustibili dei razzi.
Microscopia: spore ellissoidali, liscie, ialine, biguttulate, con parete spessa, 19-25 × 8-10 µm. Aschi ottosporei, non amiloidi, cilindracei, 240-295 × 13,5-16,5 µm. Parafisi cilindracee, sottili, settate, molto ramificate, apice con pigmento granulare brunastro.
Osservazioni: potrebbe essere confusa con: Gyromitra esculenta (Persoon) Fries 1849, però ha una superficie rugosa (simile ad un cervello), non ondulato o sconnesso come Gyromitra infula; Gyromitra ambigua (P. Karsten) Harmaja 1969, che è molto simile nell’aspetto, vero è che di solito non è possibile dividere le due specie senza esaminare le caratteristiche microscopiche, Gyromitra ambigua ha le tinte viola nel gambo più pronunciate e spore più grandi, la mitra a forma di sella che talvolta potrebbe anche portare a confonderla con alcune specie del genere Helvella, ma queste ultime di solito hanno colori più grigi e lobi più sottili e scanalati.
Sinonimi: Helvella infula Schaeffer, 1774 (basionimo); Physomitra infula (Schaeffer) Boudier 1907; Elvela infula Schaeffer, 1774, Helvella brunnea J.F. Gmelin 1792; Helvella monachella (Scopoli) Fries 1822; Leptopodia monachella (Scopoli) Boudier; Phallus monachella Scopoli 1772.
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