Famiglia : Asteraceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Cina (Guangdong, Guizhou, Hainan e Yunnan), Filippine, Malaysia, Thailandia e Vietnam, dove cresce nelle foreste pluviali collinari e montane fino a 1500 m di altitudine su suoli calcarei.
Il nome generico deriva dalla combinazione del termine greco “ghyné” = femmina e “ourà” = coda, con riferimento ai lunghi stimmi; il nome specifico deriva dal verbo latino “procumbere” = sdraiarsi, prostrarsi con riferimento al portamento strisciante.
Nomi comuni: “purple-passion”, “purple passion vine”, “velvet plant” (inglese); “gynura pourpre” (francese); “veludo-roxo” (portoghese); “ginura” (spagnolo); “niederliegende samtpflanze” (tedesco).
La Gynura procumbens (Lour.) Merr. (1923) è una erbacea perenne, cespitosa, strisciante o rampicante, con fusti cilindrici che possono raggiungere 1-1,5 m di lunghezza e foglie alterne lunghe 4-10 cm e larghe 1-4 cm alla base, che si riducono nella parte terminale a 2-6 cm di lunghezza. Le foglie, su corti piccioli tomentosi rosso porpora, sono piuttosto carnose e morbide, di forma ovato lanceolata con apice appuntito e margine irregolarmente dentato, di colore verde scuro e ricoperte da una fine e fitta peluria con riflessi purpurei, particolarmente evidenti nelle foglie più giovani.
L’infiorescenza è terminale a pannocchia con 5-8 capolini, le tipiche infiorescenze delle Asteraceae, costituiti da una moltitudine di fiori sessili (privi di peduncolo) inseriti a spirale su una base tondeggiante, il ricettacolo, di 1 cm di diametro, circondata da un involucro cilindrico costituito da una doppia serie di brattee sottili e appuntite di colore porpora, quelle esterne sono lunghe circa 6 mm, le interne 15 mm.
I fiori sono tubulosi, ermafroditi, lunghi 2-5 mm, con corolla a 5 lobi di colore giallo arancio e stimmi gialli prominenti; rispetto alla maggior parte delle Asteraceae mancano i fiori dell’anello esterno, i “fiori del raggio”, quelli che nelle classiche margherite somigliano a petali.
I frutti, contenenti un solo seme e chiamati acheni nelle Asteraceae, sono lunghi circa 5 mm e sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore, costituito da una corona di peli bianchi lunghi circa 15 mm, che hanno la funzione di favorire la dispersione dei frutti. Finita la fioritura le brattee esterne dell’involucro si retroflettono e quelle interne si allargano per permettere la fuoriuscita degli acheni.
Si riproduce per seme e facilmente per talea di punta in primavera-estate utilizzando porzioni di 8-10 cm di lunghezza, recise appena sotto un nodo, e poste a radicare in terriccio torboso e agriperlite, o anche agriperlite pura, inumidito; se l’ambiente non ha umidità sufficiente porre in una miniserra o, in mancanza, racchiudere per 15-20 giorni in un sacchetto di plastica trasparente, evitando che le pareti tocchino le foglie, per mantenere un elevato tasso di umidità. Si può procedere anche per talea di foglia, ma è un procedimento un più lungo. Specie molto ornamentale e di facile coltivazione è utilizzata da alcuni decenni per la decorazione di interni.
Viene coltivata preferibilmente in vasi sospesi utilizzando un substrato drenante e arieggiato che può essere costituito da un terriccio torboso e agriperlite in parti uguali. Va collocata in posizione molto luminosa e dove può ricevere alcune ore di sole, preferibilmente al mattino, essenziali per mantenerla compatta e per intensificarne il colore delle foglie.
Le innaffiature devono essere regolari in estate, ma lasciando asciugare lo strato superiore del terriccio prima di ridare acqua, diradate in inverno, non esponendo la pianta a temperature inferiori a +12/14 °C.
Evitare di bagnare le foglie che possono facilmente macchiarsi e marcire.
Le infiorescenze sono scarsamente ornamentali ed emanano un odore piuttosto sgradevole e generalmente vengono eliminate al loro apparire; per mantenere una forma compatta va frequentemente potata per stimolare la produzione di nuovi rami. Nei luoghi di origine la specie è coltivata da tempi remoti per uso alimentare e nella medi- cina popolare. Le foglie vengono consumate sia crude, per aro- matizzare il riso, e in insalate, o cotte in vari modi. Estratti dalle foglie vengono variamente utilizzati come antinfiammatori, antireumatici, antipertensivi, nel diabete mellito e altre pato- logie; negli ultimi anni si sono intensificati gli studi sulle sostanze contenute e sulle loro proprietà, con risultati promettenti per un loro possibile impiego nell’industria farmaceutica.
Sinonimi: Cacalia procumbens Lour. (1790); Cacalia sarmentosa Blume (1826); Gynura sarmentosa (Blume) DC. (1838); Gynura cavalerei H. Lév. (1914); Gynura buntigii S. Moore (1916).
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