Famiglia : Muraenidae
Testo © Giuseppe Mazza
La Murena zebra, Gymnomuraena zebra (Shaw, 1797), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, al vasto ordine degli Anguilliformes che conta 16 famiglie cui i Muraenidae che vantano oltre 200 specie.
Il nome del genere Gymnomuraena nasce dal greco “gymnos”, nudo, e dal latino “muraena” il nome che i Romani davano alle murene.
Si tratta dunque di una murena nuda.
Una etimologia che richiama quella del genere Gymnothorax che parla di un torace nudo con riferimento, come probabilmente anche qui, al fatto che a differenza delle anguille le murene non hanno le pinne pettorali, presenti solo allo stadio larvale.
Il termine specifico zebra, senza equivoci, è un chiaro riferimento alla livrea a strisce verticali scure e biancastre come quelle delle zebre.
Zoogeografia
Gymnomuraena zebra ha una distribuzione vastissima nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico.
Per dare un’idea, la troviamo dal Sud Africa ed il Madagascar fino al Mar Rosso ed il Mare Arabico, alle isole Seychelles, alle Maldive, in India, nello Sri Lanka, alle isole Andaman, Indonesia, Australia, Nuova Guinea.
Verso Nord, nel Pacifico, ha colonizzato le isole delle Filippine, Taiwan e la parte meridionale del Giappone.
Verso Sud si ferma alla Grande Barriera Corallina australiana, ma a Levante, dopo le isole Galapagos e le Hawaii, raggiunge addirittura il continente americano.
La troviamo infatti sulla costa occidentale del Messico, in Guatemala, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador e Peru.
Ecologia-Habitat
La Murena zebra vive nascosta fra le madrepore, in acque basse, ma anche sul lato esterno dei reef, fino a 50 m di profondità.
Morfofisiologia
Del tutto inoffensiva per l’uomo, raggiunge al massimo i 150 cm.
Le pinne dorsali, caudali ed anali, si sono fuse per formare un’unica lunga cresta cutanea sul dorso che continua poi dopo la coda fino all’ano. Non sporge molto dal corpo e non si nota a prima vista come in altre murene, perché quest’unica grande pinna è nascosta dalla pelle spessa e carnosa.
Mancano anche qui le pinne pettorali e la ventrale.
Il corpo serpentiforme, privo di scaglie, è protetto da un muco scivoloso che permette a questi pesci d’infilarsi senza ferirsi negli anfratti.
Al posto degli opercoli recano due semplici fori posti alla fine del capo sul prolungamento della bocca.
Da questi, a differenza del solito, non entra l’acqua per ossigenare le branchie, ma fuoriesce. Le murene la prendono infatti dalla bocca che aprono e chiudono continuamente per respirare.
La vista della Murena zebra non è il massimo, ma l’olfatto è molto sviluppato, con quattro narici a forma di tubicino.
Le due prime, all’estremità del muso, puntano verso il basso e le altre due, poste in alto sul capo a livello dell’occhio, guardano sui lati per individuare con precisione, dall’odore, dove si trovano le prede.
Si tratta infatti di un pesce che vive sui fondali nutrendosi nel buio di piccole prede bentoniche che, credendosi al sicuro, escono per lo più allo scoperto nelle ore notturne quando la maggior parte dei predatori dormono e non sono quindi di ronda.
Il muso di Gymnomuraena zebra è arrotondato e corto. Vista di fronte con le sue grandi gengive può far pensare ad una vecchietta senza dentiera.
Quando respirando apre e chiude la bocca sembra infatti a prima vista sdentata. Non si notano infatti in bella mostra i soliti canini o denti uncinati per afferrare e trattenere le prede, ma guardando bene, quando le mascelle sono ben spalancate, appare una sorta di ciottolato fatto da tanti piccoli molari ravvicinati.
Sono disposti su più file: 2 o 3 ai lati della mascella inferiore e 5 o 6 sul palato. Una sorta di schiaccianoci fatto per frantumare le corazze d’animali che non possono scappare e triturare il mangiabile.
La livrea ha un colore di fondo cioccolato-rossiccio dove spiccano oltre 100 fasce verticali bianco crema. Formano per lo più degli anelli completi, ma nel 30-40 % dei casi appaiono spezzate per un maggior effetto mimetico.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Gymnomuraena zebra può vivere solitaria ma non di rado divide pacificamente la tana con i conspecifici o altre murene di taglia modesta come Echidna nocturna o Muraena clepsydra.
Appena fa buio abbandona il suo rifugio ed esce in cerca di molluschi e crostacei da sgranocchiare, con una predilezione per i granchi dalle chele ricche di polpa appartenenti al genere Etisus, per non parlare dei ricci di mare abbordabili, non troppo spinosi e colmi d’uova, come Echinometra mathaei.
Sembra, ma è ancora da provare, che sia una specie ermafrodita proteroginica, con femmine cioè che possono trasformarsi in maschi a partire da in certa taglia.
Non si conosce molto sulle modalità riproduttive anche se per la deposizione si sono visti coniugi nuotare abbracciati in superficie.
Quello che è certo è che le uova sono pelagiche e che come per tutti gli Anguilliformes le larve, dette crescendo leptocefali, sono trasparenti e piatte, a forma di foglia di salice, col capo piccolissimo.
Un carattere evocatore di primitività nel mondo dei pesci, tipico del superordine Elopomorpha nato nel Cretaceo oltre 140 milioni di anni fa.
In questa fase della loro vita sono prive di globuli rossi e quindi del tutto trasparenti, a parte le voraci mandibole del capo con cui non catturano zooplancton, come le altre larve dei pesci, ma afferrano le minuscole particelle alimentari portate dalle correnti.
Possono muoversi in avanti o indietro con rapidi movimenti ondulatori o addirittura avvolgersi su sé stesse ad anello assumendo l’aspetto di un piccolo cilindro vagante che le rende simili a zooplancton gelatinoso poco predato come le meduse.
In acquari adeguati la Murena zebra è una specie calma e poco aggressiva che può vivere a lungo ma detiene il record delle evasioni: se non si chiude bene il coperchio può scappare di notte e la si trova al mattino morta sul pavimento.
La resilienza di questa specie è molto bassa, se si considera che occorrono almeno 14 anni per il raddoppio delle popolazioni, e la vulnerabilità alla pesca, molto elevata, segna addirittura 90 su una scala di 100.
Tuttavia, tenendo probabilmente conto della vasta diffusione e per la mancanza di dati sull’andamento delle popolazioni, nel 2019 Gymnomuraena zebra è stata collocata come “Least Concern”, cioè non a rischio, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Echidna zebra Shaw, 1797; Gymnomuraena fasciata Kaup, 1856; Gymnothorax zebra Shaw, 1797; Muraena molendinaris Bennett, 1833; Muraena zebra Shaw, 1797; Poecilophis zebra Shaw, 1797.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.