Garcinia atroviridis

Famiglia : Clusiaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Garcinia atroviridis, Clusiaceae

Originaria dell’India, Malesia, Myanmar e Thailandia, la Garcinia atroviridis è un albero dioico che raggiunge i 25 m d’altezza con un tronco di 25 cm nascosto da una chioma conica a rami ricadenti e foglie scure © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’India (Arunachal Pradesh e Assam), Malaysia, Myanmar e Thailandia dove vive nelle foreste umide fino a circa 600 m di altitudine.

Il genere è dedicato al botanico francese Laurent Garcin (1683-1751); il nome specifico è la combinazione degli aggettivi latini “ater, atra, atrum” = nero, scuro, e “viridis, e” = verde, con riferimento al colore delle foglie.

Nomi comuni: asam gelugor, asam potong (Indonesia); asam gelugo, asam keping, assam gelugor (Malaysia); cha muang, cha muang chang, ma kham khaek, rong thong, som khaek, som pha ngun (Thailandia).

La Garcinia atroviridis Griff. ex T.Anderson (1874) è un albero sempreverde dioico, alto fino a circa 25 m, dalla chioma conica con rami ricadenti e tronco ingrossato alla base, eretto, di circa 25 cm di diametro, che presenta una corteccia liscia nelle piante giovani, tendente a fessurarsi con l’età, di colore da grigio a nerastro, che essuda dalle incisioni una linfa trasparente giallastra.

Le foglie, su un picciolo lungo 1,5-3 cm, sono semplici, opposte, oblungo-lanceolate con margine intero e apice bruscamente appuntito, lunghe 15-22 cm e larghe 5-8 cm, coriacee, di colore verde scuro lucido; le foglie giovani sono di colore rosato. Fiori femminili, su un peduncolo lungo 3 cm, solitari, terminali, di 3,5 cm di diametro, con 4 sepali orbicolari concavi, di colore giallo esternamente, soffusi di rosso internamente, 4 petali obovati con apice retroflesso, carnosi, di colore rosso scuro, e stigma dello stesso colore. Fiori maschili, di 1,5 cm di diametro, in corti (circa 4 cm di lunghezza) racemi terminali, con sepali e petali simili a quelli femminili per forma e colore, con numerosi stami uniti alla base a formare un anello.

Sia i fiori maschili che femminili hanno in forma rudimentale gli organi dell’altro sesso e in alcuni casi sono presenti fiori ermafroditi; le piante femminili fruttificano anche in assenza di quelle maschili per partenocarpia.

Garcinia atroviridis, Clusiaceae

I frutti sono bacche subglobose con 9-16 costolature, di 7-10 cm di diametro e circa 7 cm di lunghezza, di colore inizialmente verde e poi giallo a maturità. Varie parti della pianta possiedono virtù medicinali © Giuseppe Mazza

I frutti sono bacche subglobose con 9-16 costolature, di 7-10 cm di diametro e circa 7 cm di lunghezza, di colore inizialmente verde, poi giallo a maturità, con sepali e petali persistenti alla base e stigma all’apice, dalla polpa di colore giallo intenso, succosa, di sapore particolarmente aspro, contenenti numerosi semi piatti, di 1,4 cm di lunghezza, circondati da un arilloide (falso arillo, escrescenza dovuta ad un ingrossamento dell’involucro che circonda l’ovulo) di colore arancio.

Si riproduce per seme in terriccio drenante ricco di sostanza organica, mantenuto umido alla temperatura di 25-28 °C, ma spesso si ricorre all’innesto in modo da essere certi di avere piante femminili.

Specie adatta alle zone a clima tropicale e subtropicale caratterizzate da una elevata piovosità annua, di coltivazione relativamente facile, richiede pieno sole, tranne nella fase iniziale di crescita, e non è particolarmente esigente riguardo al suolo purché drenante e mantenuto pressoché costantemente umido.

I frutti, per il sapore particolarmente aspro dovuto alla presenza di diversi acidi (ascorbico, citrico, malico, tartarico e sopratutto idrossicitrico), non sono consumati crudi, ma affettati ed essiccati sono aggiunti a varie pietanze per dare un tocco di sapore acidulo; le foglie giovani sono consumate crude come insalata o cotte. I frutti essiccati sono anche utilizzati, in alcune località come fissativo per diversi colori naturali.

Da tempi remoti il frutto è utilizzato nella medicina tradizionale per varie patologie; studi di laboratorio hanno evidenziato in estratti di differenti parti della pianta la presenza di composti bioattivi con interessanti propietà antiossidanti, antiiperlipidemiche, antinfiammatorie e antitumorali.

 

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