Famiglia : Oleaceae
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Testo © Pietro Puccio
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Il Fraxinus excelsior raggiunge i 35 m d'altezza con un tronco di 1,5 m di diametro © G. Mazza
Il nome del genere è quello latino della pianta, probabilmente derivato dal greco “phrassein” = chiudere, assiepare, essendo spesso utilizzata per realizzare siepi.
Il nome specifico latino è l’aggettivo comparativo “excelsior” = più alto, con riferimento all’altezza che raggiunge rispetto alle altre specie del genere.
Nomi comuni: ash, black ash, european ash (inglese); frêne commun (francese); frassino comune, frassino maggiore (italiano); frexio comum (portoghese); fresno común, fresno europeo, fresno grande (spagnolo); gewöhnliche esche (tedesco).
Il Fraxinus excelsior L. (1753) è un albero deciduo alto fino a circa 35 m con tronco eretto fino a 1,5 m di diametro e corteccia grigio verde e liscia negli esemplari giovani, grigiastra e fessurata nelle piante adulte.
Le foglie sono opposte o sub opposte, imparipennate, lunghe 20-35 cm, con 7-13 foglioline da oblunghe a lanceolate, lunghe 4-10 cm e larghe 1-3 cm, finemente dentate ai margini, glabre e di colore verde intenso superiormente, verde chiaro e a volte tomentose lungo la nervatura centrale inferiormente; caratteristiche le gemme dormienti, nerastre e vellutate.
Infiorescenze ascellari a pannocchia in primavera, prima della comparsa delle foglie, sui rami di un anno, portanti fiori ermafroditi o unisessuali, sulla stessa pianta o su piante diverse, privi di calice e corolla, senza nettare ed inodori.
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Le foglie, imparipennate, sono lunghe 20-35 cm, con 7-13 foglioline © Giuseppe Mazza
Nelle piante monoiche, con infiorescenze unisessuali presenti sulla stessa pianta, lo stigma è ricettivo prima della maturazione dei pollini (proteroginia), ciò favorisce la fecondazione incrociata; l’impollinazione è anemofila, come fa supporre l’assenza di qualsiasi elemento protettivo e di attrazione per eventuali impollinatori.
I frutti, in grappoli pendenti, sono samare (frutti secchi indeiscenti provvisti di ala membranacea) ellittiche, lunghe 2,5-6 cm, inizialmente verdi, marrone a completa maturità, contenenti un solo seme lungo 1-2 cm, che permangono sulla pianta fino alla primavera successiva, quindi dispersi dal vento grazie alla presenza dell’ala.
Si riproduce generalmente per seme, che presenta una lunga intrinseca dormienza, in natura infatti la germinazione avviene dopo due o più anni dalla completa maturazione, per accorciare i tempi si può procedere alla semina a fine estate quando le samare stanno per virare dal verde al marrone, oppure in primavera, per semi perfettamente maturi, previa stratificazione a caldo, con i semi, disposti a strati in torba, sabbia o agriperlite, mantenuti umidi e a temperatura di 18-22 °C, per 2-3 mesi, e successivamente a freddo, intorno a +4 °C, per 4 mesi.
La prima fioritura si ha dopo 20-30 anni dalla semina. Specie arborea tra le più ornamentali della flora europea, a crescita veloce nei primi anni di vita, preferisce posizioni soleggiate, in ombra cresce stentatamente, e terreni profondi, sciolti, fertili, neutri o alcalini ed umidi, ma senza ristagni, l’assenza di umidità nell’aria e nel suolo è uno dei maggiori fattori limitanti per la sua coltivazione.
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I frutti, in grappoli pendenti, sono samare di 2,5 cm con un solo seme © Giuseppe Mazza
Il legno, chiaro o rosato, è di ottima qualità, particolarmente resistente ed elastico, utilizzato in ebanisteria, per utensili, attrezzature sportive, parti di imbarcazioni e nelle costruzioni, ottimo anche da ardere. L’albero, che ha rivestito un ruolo importante nella mitologia di molti popoli, è utilizzato da tempi remoti nella medicina popolare e in fitoterapia, in particolare la corteccia dei rami giovani, le foglie e le gemme, per le proprietà diuretiche e antinfiammatorie, ma va precisato che un uso improprio e prolungato, senza controllo medico, può esporre a rischi.
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