Famiglia : Solenostomidae
Testo © Giuseppe Mazza
Chi lo direbbe, guardando il Pesce flauto (Fistularia commersonii Rüppell, 1838), che è un parente di Hippocampus guttulatus, di Phycodurus eques o ancor meno di Solenostomus paradoxus ?
Potrebbe semmai far pensare ad Aulostomus chinensis, ma è molto più magro, o a Dunckerocampus dactyliophorus, ma è molto più lungo.
Però qualcosa in comune c’è.
Inserito nella famiglia dei Fistulariidae, il Pesce flauto appartiene infatti con questi al multiforme e fantasioso ordine dei Syngnathiformes, i pesci ossei con le pinne raggiate che hanno in comune il corpo protetto da una serie d’anelli ossei ed un caratteristico lungo muso cilindrico che balza subito all’occhio, salvo per il piccolo Bulbonaricus brauni che lo possiede solo in gioventù perché lo perde poi crescendo.
Si tratta di un particolare tubo aspirante, nato dalla fusione delle mascelle, che questi pesci utilizzano a mo’ di pipetta per catturare le prede.
Il nome del genere Fistularia nasce ancora una volta, con riferimento a questo arnese, dal latino “fistula”, tubo, flauto, mentre il termine specifico commersonii, onora la memoria di Philibert Commerson (1727-1773), celebre botanico e ittiologo francese, giramondo con la famosa spedizione di Bougainville, che lo abbandonò poi arrabbiatissimo, per punizione, all’isola di Maurizio perché contro il regolamento aveva portato a bordo la moglie camuffata da valletto.
Zoogeografia
Fistularia commersonii ha una diffusione vastissima nell’Indopacifico tropicale.
A titolo indicativo, partendo verso Est dal Mar Rosso, lo troviamo lungo tutta la costa africana fino al Sud Africa, e poi lungo quelle del Madagascar, le isole di Mayotte, Comore, Seychelles, Riunione, Maurizio e Rodriguez.
È presente alle isole Chagos, alle Maldive, alle Andamane, all’Isola di Natale, a Timor-Leste, in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea.
Da qui, verso Nord, dopo le Filippine, raggiunge il Vietnam, Taiwan, Cina, Corea e Giappone, mentre verso Sud, dopo l’Australia, ha colonizzato, incurante del freddo, le acque della Nuova Zelanda.
A Levante nessuno lo ferma, perché dopo la Micronesia, la Polinesia e le Hawaii raggiunge le Galapagos, il Messico e tutta la costa americana del Pacifico fino al Cile.
Con tutto questo si potrebbe già quasi parlare di un areale da record, ma non ancora contento, venendo dal Mar Rosso tramite il Canale di Suez, il Pesce flauto ha invaso anche il Mediterraneo aggiungendosi alle ormai numerose specie lessepsiane, così dette con riferimento a Ferdinand de Lesseps, promotore ed esecutore del canale.
Nel 2001 Fistularia commersonii viene pescato per la prima volta in Grecia e Turchia; nel 2004 raggiunge l’Italia meridionale e la Tunisia, ed oggi è presente anche lungo le coste meridionali di Francia e Spagna.
Pare che tutto ciò sia nato da un piccolo drappello d’invasori, entrati una sola volta per caso. Nel Mediterraneo, infatti, anche se la specie è in forte crescita, manca quella diversità generica che si riscontra altrove.
Ecologia-Habitat
Poco frequente sui fondi mobili e le praterie sommerse, il Pesce flauto non esita ad avventurarsi in acque molto basse fra rocce e coralli, pur raggiungendo, come è stato visto, i 132 m di profondità.
Bentopelagico, si adatta a vari ambienti e temperature comprese fra 15 e 30 °C.
Morfofisiologia
Di solito Fistularia commersonii misura circa un metro, ma può raggiungere nei maschi più grandi i 160 cm e un peso di 4 kg.
Il corpo, con un leggero appiattimento dorso-ventrale, è particolarmente snello.
Il capo, affusolato nel lungo tubo, occupa da solo circa 1/3 della lunghezza totale, con una piccola bocca che contraendosi e dilatandosi rapidamente risucchia le prede.
L’occhio è in proporzione molto grande con un’insolita pupilla allungata verso il muso.
La pinna dorsale, posta in posizione molto arretrata reca 14-17 raggi inermi. È a forma triangolare, quasi speculare all’anale che ha 14-16 raggi.
Le modeste pettorali possiedono 13-15 raggi e le pelviche, quasi invisibili, 6 raggi.
Ma quello che più stupisce è la pinna caudale biforcuta con un lungo filamento bianco al centro, formato da due raggi e ricco di sensori che utilizza per individuare le prede.
Il Pesce flauto nuota in genere molto lentamente, con movimenti quasi impercettibili delle pinne, ma avanza anche ondeggiando il corpo che può imprimere, ripiegandosi, anche rapidi cambiamenti di direzione e scatti.
Il dorso è in genere beige chiaro-olivaceo con tendenza al verde, percorso da due linee azzurro-bluastre che racchiudono due file di macchie mimetiche d’analogo colore.
Il ventre è argenteo per mimetizzarsi, visto dal basso, con la superficie luccicante del mare e sfodera di notte una livrea a fasce verticali scure che usa a volte con minore intensità anche di giorno quando è stressato e vuole eludere sguardi importuni.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Fistularia commersonii caccia, da solo o in gruppetti, piccoli pesci, crostacei e cefalopodi.
Li sorprende talora andando alla deriva simile a un legno, un po’ come fanno nello stesso ordine il Drago marino comune (Phyllopteryx taeniolatus) o il Pesce fantasma robusto (Solenostomus cyanopterus), ma caccia anche mescolandosi a pesci che si spostano pacificamente in branco, un modo anche questo per non esser visto, come fa con lo stesso effetto sorpresa Aulostomus chinensis che nuota spesso all’ombra di tartarughe e grossi pesci.
Ma a differenza dei cavallucci marini, il Pesce flauto non custodisce le uova fecondate in un marsupio e non si sogna nemmeno d’incollarle sotto la coda come fanno i pesci drago e i pesci ago.
Poco si sà sulle modalità e la durata della stagione riproduttiva che può estendersi anche su parecchi mesi secondo la temperatura dell’acqua.
Al largo della California, per esempio, gli accoppiamenti avvengono fra giugno e agosto.
Dopo la fecondazione in mare aperto le uova vengono affidate alle correnti, come del resto accade con i pesci rasoio (Aeoliscus strigatus), anche loro parenti prossimi.
Le larve hanno una vita pelagica molto lunga, e se da un lato corrono grossi rischi, ciò ha senza dubbio contribuito all’enorme diffusione della specie.
Il pesce flauto è commestibile e può essere consumato fresco, salato, essiccato o affumicato, ma la carne non è certo pregiata e il pescato viene per lo più trasformato in farina di pesce.
Oggi, nel 2022, la resilienza della specie è buona con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi ed una vulnerabilità alla pesca ancora moderata che segna 42 su una scala di 100.
Figura quindi come “Least Concern” nella Lista Rossa delle specie in pericolo, perché non desta al momento grandi preoccupazioni.
Sinonimi
Fistularia depressa Günther, 1880.