Farfugium japonicum

Famiglia : Asteraceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Coltivata principalmente per le grandi foglie insolite. Ama l'ombra, resiste alla salsedine e torna di moda © Giuseppe Mazza

La specie è originaria della Cina (Fujian, Guangdong, Guangxi, Hubei e Hunan), Corea, Giappone (Honshu, Isole Ryukyu, Kyushu, e Shikoku) e Taiwan, dove cresce prevalentemente sui declivi roc- ciosi costieri e lungo le rive dei fiumi.

Il nome generico deriva dal latino “far” = farro, farina e “fugio” = fuggire, sparire, con riferimento alla pruina bianca sul picciolo e lo stelo floreale che scompare preco- cemente.

Il termine specifico “japonicum” = del Giappone, fa riferimento a uno dei luoghi di origine.

Nomi comuni: leopard plant (inglese); pata-de-cavalo, planta-leopardo-gigante (portoghese); boina de vasco, capa de la reina, gorra de vasco (spagnolo); leo- pardenpflanze (tedesco).

Il Farfugium japonicum (L.) Kitam. (1939) è una erbacea sempreverde cespitosa, acaule, rizomatosa, alta 30-45 cm e larga circa 60 cm, con grandi e appariscenti foglie su un picciolo eretto, lungo 10-35 cm, ricoperto inizialmente da un leggero tomento bianco per poi diventare glabro.

Le foglie, di 20-30 cm di diametro, sono coriacee, circolari, cuoriformi o reniformi, di colore verde scuro lucido con margini ricurvi, lisci o dentati, e nervature evidenti che si dipartono dal centro della foglia.

Larghe anche 30 cm, le foglie richiamano i gusti ampollosi della Belle Époque © Giuseppe Mazza

Larghe anche 30 cm, le foglie richiamano i gusti ampollosi della Belle Époque © Giuseppe Mazza

Le infiorescenze, alte 30-70 cm, sono a capolino composto, formate cioè da un asse principale con numerose ramificazioni culminanti con un capolino, la tipica infiorescenza delle Asteraceae, costituito da una moltitudine di fiori sessili inseriti a spirale su una base tondeggiante, il ricettacolo, circondata da un involucro tubolare di circa 1,5 cm di altezza e 2 cm di diametro costituito da una serie di brattee oblunghe, appuntite, di colore verde.

I fiori dell’anello esterno, detti fiori del raggio, in numero di 8-13, hanno la corolla oblunga o pressoché ellittica, lunga 1,5-2,2 cm e larga 0,5 cm, costituita da cinque petali fusi insieme di colore giallo. I fiori del raggio sono femminili, ma hanno soprattutto la funzione di attrarre l’attenzione dell’impollinatore, come i petali di un singolo fiore. All’interno dell’anello si trovano i fiori bisessuali, detti fiori del disco, con corolla tubolare a 5 lobi, lunga circa 1 cm, di colore giallo.

I frutti, contenenti un solo seme e chiamati acheni (o più correttamente cipsele) nelle Asteraceae, sono cilindrici, lunghi 0,6 cm, e sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore, costituito da una corona di setole lunghe circa 1 cm, che ha la funzione di favorirne la dispersione.

Si riproduce in primavera per seme o, molto facilmente, per divisione. Specie coltivata principalmente per le grandi foglie lucide e, nelle numerose varietà, per le variegature e maculature bianche e gialle, di cui la più famosa è la ‘Aureomaculata’, che le è valso il nome comune di “pianta leopardo”. Si adatta benissimo a situazioni di luce filtrata o di penombra, non sopportando il sole diretto se non per qualche ora, può essere quindi vantaggiosamente utilizzata come copri suolo o come bordura sotto gli alberi; ha una discreta resistenza agli aerosol marini, può quindi essere impiegata in prossimità del mare. Predilige suoli umidi, leggeri e drenanti, arricchiti di sostanza organica; ha una buona resistenza alle basse temperature, le foglie resistono fino a circa -6°C, la pianta fino a -16, o anche -20°C, con una buona pacciamatura. Si adatta anche alla coltivazione in vaso, con le stesse modalità sopra riportate.

I capolini sono decisamente modesti ma creano un'allegra nota di colore in pieno inverno © Giuseppe Mazza

I capolini sono decisamente modesti ma creano un'allegra nota di colore in pieno inverno © Giuseppe Mazza

È soggetta a poche malattie e moderatamente ad attacchi di afidi e cocciniglie, possono creare dei problemi, deturpando le foglie, chiocciole e limacce.

Sinonimi: Tussilago japonica L. (1767); Arnica tussilaginea Burm.f. (1768); Senecio japonicus Less. (1832); Senecio kaempferi (Siebold & Zucc.) DC. (1837); Farfugium kaempferi (Siebold & Zucc.) Benth. (1839); Farfugium grande Lindl. (1857); Senecio tussilagineus (Burm. f.) Kuntze (1891); Ligularia tussilaginea (Burm. f.) Makino (1904); Ligularia tussilaginea var. formosana Hayata (1919); Ligularia nokozanensis Yamam. (1928); Farfugium tussilagineum (Burm. f.) Kitam. (1939); Ligularia kaempferi Siebold & Zucc. (1939); Farfugium japonicum var. formosanum (Hayata) Kitam. (1942).

 

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