Famiglia : Fagaceae
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Testo © Prof. Marco Devecchi
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Ampiamente diffuso in Europa, il Fagus sylvatica può raggiungere i 40 m d’altezza © Giuseppe Mazza
Il nome del genere Fagus deriva dalla lingua greca e significa “io mangio”; mentre l’epiteto specifico sylvatica, è riferito all’ambito naturale che connota questa specie la “silva”, cioè il bosco.
Il Faggio è un albero di prima grandezza, può arrivare a 40 m di altezza; non è tuttavia molto longevo, potendo al massimo raggiungere i 200-300 anni di età. Si tratta di un albero con un portamento conico-globoso, una chioma molto ramificata e una vegetazione particolarmente densa.
Il faggio è una specie arborea ampiamente diffusa in Europa dalla Scandinavia meridionale sino all’Italia, trovando diffusione naturale anche nel bacino del Mediterraneo anche in Sicilia (Etna e Madonie) e in talune località della Grecia.
Nell’Italia settentrionale è presente ampiamente sulle pendici delle Alpi e delle Prealpi e lungo gran parte dell’Appennino.
Il faggio va spesso a costituire estesi boschi monospecifici, denominati faggete, potendo peraltro trovarsi anche in associazione con altre specie arboree come l’Abete bianco (Abies alba), l’Acero di monte (Acer pseudoplatanus), il Frassino (Fraxinus excelsior), il Tiglio (Tilia platyphyllos), ecc.
Il faggio trova condizioni favorevoli di accrescimento nell’ambito montano italiano laddove il clima sia fresco e nebbioso, con frequenti precipitazioni estive, tra i 700 e i 1.600 (sino ai 2.000 m) di quota sul livello del mare.
La corteccia è di colore grigio chiaro, spesso colonizzata da licheni, perfettamente liscia nei giovani esemplari, potendo col tempo originare screpolature e fessurazioni. Una caratteristica singolare del faggio è la capacità di formazione di protuberanze globose, denominate sferoblasti.
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I frutti maturano a fine estate. La fruttificazione è incostante ma ogni 4-5 anni diventa abbondantissima. Una risorsa importante per molti animali del bosco © G. Mazza
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Fra le varietà ornamentali, la più nota è la cv ‘Pendula’ caratterizzata da rami ricadenti © Giuseppe Mazza
La fioritura è contemporanea alla fogliazione ed avviene nel mese di maggio. I frutti, noti comunemente come faggiole giungono a maturazione al termine dell’estate (settembre-ottobre) e presentano una colorazione marrone.
La fruttificazione è incostante ma ogni 4-5 anni diventa abbondantissima (pasciona).
Il legno è duro e pesante ma agevole da lavorare. Rappresenta da sempre un ottimo combustibile, potendo essere trasformato in un carbone molto apprezzato.
I boschi di faggio vengono gestiti sia a ceduo che a fustaia, anche se il governo a ceduo è attualmente in progressivo abbandono, con la conseguente conversione ad alto fusto.
Il faggio trova un ampio utilizzo anche a scopo ornamentale nella progettazione di parchi e giardini. Tra le cultivar di maggiore interesse ornamentale, grande interesse riveste la cv ‘Pendula’ caratterizzata da rami ricadenti, tali da formare negli esemplari maturi chiome a cupola di grande effetto estetico.
Non meno interessante è la cv ‘Purpurea’ che si caratterizza per un fogliame di colore rossastro, anche molto intenso, quasi nerastro, nel corso della stagione vegetativa.
Analoghe alle precedenti per portamento e colorazioni delle foglie sono le cv ‘Purple Fountain’ e ‘Purpurea Pendula’ che abbinano in un unico esemplare un portamento piangente e una pregevole colorazione porpora delle foglie.
Sempre nelle cultivar a fogliame colorato riveste una particolare importanza il faggio denominato ‘Roseomarginata’, anche noto come ‘Tricolor’ e ‘Purpurea Tricolor’. In questa cultivar di eccezionale valore ornamentale le foglie presentano una colorazione porpora della porzione interna della lamina e un’area marginale di una tonalità rosata o bianco crema.
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Qui non siamo in autunno, ma in primavera, come si nota subito dal prato. Esistono insolite varietà faggio dal fogliame rossastro o nerastro in piena stagione vegetativa © Giuseppe Mazza
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Non è un albero molto longevo. Qui un venerabile esemplare della cultivar ‘Asplenifolia’ che orna, dal 1818, il giardino dell’università di Leiden in Olanda © Giuseppe Mazza
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Il legno è duro e pesante ma agevole da lavorare. Rappresenta da sempre un ottimo combustibile, potendo essere trasformato in un carbone molto apprezzato. I boschi di faggio vengono gestiti sia a ceduo che a fustaia, anche se il governo a ceduo è attualmente in progressivo abbandono, con la conseguente conversione ad alto fusto © Giuseppe Mazza
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