Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Argentina (Misiones), Brasile (Alagoas, Bahia, Ceará, Distretto Federale di Brasilia, Espírito Santo, Fernando de Noronha, Goiás, Maranhão, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Minas Gerais, Paraíba, Paraná, Pernambuco, Piauí, Rio de Janeiro, Rio Grande do Norte, Rio Grande do Sul, Santa Catarina, São Paulo, Sergipe e Trindade) e Paraguay dove vive nelle foreste costiere atlantiche fino a circa 1000 m di altitudine.
Il nome del genere è quello della Musa della musica nella mitologia greca, composto dal prefisso “eu” = bene e dal verbo “terpo” = deliziare, allietare, nome che si adatta perfettamente a questo genere che annovera specie tra le più eleganti della famiglia delle palme; il nome specifico è l’aggettivo latino “edulis” = edule, commestibile, con riferimento ai frutti e soprattutto agli apici vegetativi (“cuori di palma”).
Nomi comuni: assai palm, heart-of-palm tree, jussara palm (inglese); coco de palmito, palmito, palmita yeyhi (Argentina); açaí-do-sul, ensarova, içara, jiçara, inçara juçara, palmiteiro, palmito-juçara, palmito-doce, palmito-vermelho, ripa, ripeira (Brasile); palmito, yayi (Paraguay).
L’ Euterpe edulis Mart. (1824) è una specie monoica solitaria, raramente cespitosa, inerme, con fusto cilindrico eretto, fino a circa 20 m di altezza e 15 cm di diametro, di colore grigiastro su cui sono visibili gli anelli traccia della attaccatura delle foglie cadute distanti tra loro 7-10 cm, con base leggermente allargata e un cono di radici rossastre visibili.
Le foglie, su un picciolo lungo circa 30 cm, sono pennate, lunghe fino a 3 m, con la base fogliare che fascia interamente il tronco per una altezza di circa 1 m formando una sorta di capitello tubolare di colore verde scuro, spesso soffuso di arancio rossastro. Le pinnule, in numero di 70-80 per lato e disposte ravvicinate lungo il rachide, sono lineari con apice appuntito, lunghe 60-90 cm e larghe 2-3 cm nella zona mediana, pendenti, di colore verde chiaro lucido.
Le infiorescenze ramificate lunghe circa 70 cm, su un corto peduncolo, racchiuse nella fase iniziale di crescita in una spata decidua, si dispongono sotto le foglie e portano fiori giallastri di entrambi i sessi, disposti nella caratteristica triade (un fiore femminile in mezzo a due fiori maschili), in coppia o solo maschili nella parte terminale.
I frutti, numerosi, sono drupe globose di colore porpora nerastro, di 1-1,3 cm di diametro contenenti un solo seme globoso, molto ricercati dalla fauna selvatica, in particolare uccelli e mammiferi, che contribuiscono alla dispersione della specie. Si riproduce per seme, che ha germinabilità di breve durata, preventivamente ripulito dalla polpa e tenuto in acqua tiepida per tre giorni, in substrato areato e drenante alla temperatura di 24-26 °C con germinazione piuttosto lenta, 2-5 mesi o più; la prima fogliolina è pennata. Palma tra le più ornamentali ed eleganti a crescita relativamente veloce, coltivabile nelle regioni a clima tropicale e subtropicale umido, se ne può tentare la coltivazione in quelle temperato calde più miti, dove può resistere, adulta, a valori di temperatura intorno a 0 °C, purché eccezionali e di brevissima durata. Richiede una esposizione in pieno sole o leggera ombreggiatura, in particolare nella fase giovanile, e suoli drenanti ricchi di sostanza organica, acidi, mantenuti costantemente umidi. Di grande valore paesaggistico come esemplare singolo o in gruppi di varia altezza in parchi e giardini, è coltivabile anche in vaso per la decorazione di spazi aperti e interni luminosi.
Il fusto veniva utilizzato dalle popolazioni locali nelle costruzioni e le foglie come copertura e, ancor oggi, per fabbricare oggetti artigianali di uso comune, ma la parte più utilizzata e apprezzata è l’apice vegetativo e la parte più tenera e interna delle basi fogliari inguainate (palmito), consumato crudo o più frequentemente in conserva, che ha rappresentato un alimento e una fonte di reddito quasi esclusiva di molte comunità della Foresta Atlantica, ma la cui raccolta comporta la morte della pianta, e che ha causato, per il taglio indiscriminato, la sua sparizione da molte zone di origine, potendosi ricavare da una pianta adulta di almeno 8-12 anni di età soltanto 400-600 g di prodotto.
La produzione di cuori di palma dalla Euterpe edulis in Brasile, che ne è il maggior produttore, consumatore ed esportatore, è regolamentata dalle leggi federali ed ora, al fine di salvaguardare la specie, si fa in parte ricorso alla Euterpe oleracea, il cui taglio opportunamente programmato non ne pregiudica la sopravvivenza essendo cespitosa, e a piante coltivate di Bactris gasipes, ma che forniscono un prodotto di qualità leggermente inferiore. Dai frutti si ricava inoltre un succo di sapore gradevole molto apprezzato, simile a quello ricavato da quelli dell’ Euterpe oleracea (açai) nella regione amazzonica.
Sinonimi: Euterpe egusquizae Bertoni ex Hauman (1919); Euterpe espiritosantensis H.Q.B.Fern. (1990).
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