Erythrura gouldiae

Famiglia : Estrildidae

DAVIDE-2.gif
Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

Maschio di Erythrura gouldiae. In natura esistono tre livree © Giuseppe Mazza

Maschio di Erythrura gouldiae. In natura esistono tre livree © Giuseppe Mazza

Il Diamante di Gould (Erythrura gouldiae John Gould 1944) è un uccello appartenente all’ordine dei Passeriformi (Passeriformes), famiglia degli Estrildidi (Estrildidae), genere Erythrura, specie Erythrura gouldiae.

Questa specie è stata avvistata e catturata, inizialmente, nella prima metà dell’800 ma la sua classificazione è da attribuire al naturalista, pittore, tassidermista e ornitologo inglese John Gould che dedicò il nome del più bello degli uccelli che aveva visto in Australia alla moglie defunta. John Gould soggiornò in Australia, con la moglie Elizabeth, dal 1838 al 1840. La moglie di John Gould morì proprio durante il viaggio di rientro dall’Australia e il meraviglioso uccellino venne chiamato dal marito, in suo onore, “Lady Gouldian Finch” cioè “Diamante della signora Gould”.

Il nome del genere Erythrura deriva dal greco “erythros” che significa rosso e da “ura” che significa coda. Questo genere comprende specie di uccelli granivori di piccole dimensioni che per i colori brillanti e vivaci vengono chiamati “Diamanti”; tuttavia non tutte le specie hanno coda o codione rosso come indicato dalla nomenclatura del genere; tra questi anche il Diamante di Gould che ha coda nera e codione azzurro.

Zoogeografia

Questo inconfondibile passeriforme è originario del continente australiano dove è distribuito in modo frammentato nella parte settentrionale del continente dalla penisola di Capo York fino alla regione di Kimberley in natura è presente con tre varianti di colore; quella che conta il maggior numero di esemplari è a “faccia rossa”, esiste poi una forma a “faccia nera” e quella meno diffusa a “faccia arancio”. All’interno dei propri areali, i Diamanti di Gould, sono erratici spostandosi alla ricerca di cibo e acqua. In genere tali spostamenti sono abbastanza limitati nelle distanze.

Ecologia-Habitat

Questa specie predilige le savane e le praterie dove normalmente si sposta in gruppi vocalizzanti, a sottolineare la propria indole socievole e vivace, alla ricerca di sementi di vario tipo e di piccoli insetti. Gli stormi che spesso si muovono assieme ad altre specie di diamanti come il Diamante mascherato (Poephila personata) e il Diamante codalunga (Poephila acuticauda) passano la maggior parte del tempo a terra alla ricerca del nutrimento. Le zone dove si nutrono vengono abbandonate solo una volta che il nutrimento o l’acqua iniziano a scarseggiare.

Morfofisiologia

Il Diamante di Gould è un uccellino, lungo circa 12-15 cm, dalla livrea inconfondibile grazie all’insieme dei colori che lo caratterizzano e che ricordano le tonalità presenti nell’arcobaleno. La sua forma è quella di un tipico passeriforme granivoro con becco robusto e tozzo, nel complesso ha un aspetto massiccio ma leggermente allungato e aerodinamico nello stesso tempo.

L’appariscente colorazione è così suddivisa: il dorso, le ali e la nuca sono di colore verde che diventa più chiaro e brillante nella zona del collo. Il petto, ampio e prominente, è di un meraviglioso viola intenso, il ventre è giallo “canarino”, il sottocoda e il basso ventre è bianco. La testa presenta una maschera rossa dalla base del becco ad alcuni millimetri dopo l’occhio (di colore bruno), tale mascherina rossa ha un orlo nero che si estende in una bavetta inferiore che raggiunge la base del becco che si presenta di colore rosato con apice rossiccio (più intenso quando è in “amore”) nel maschio.

Nella femmina il becco è di colore grigiastro. Non mancano neppure delle parti di un luminoso azzurro; di tale colorazione è infatti il codione (parte dorsale della coda) e un secondo bordo della testa che unisce quello nero con l’inizio del verde della nuca-dorso. La coda è nera e presenta mediamente due penne timoniere allungate , più lunghe e filiformi solo nei maschi maturi. Le zampe sono di color carnicino e dello stesso colore è un sottilissimo anello di pelle nuda posto attorno all’occhio.

Vive nel nord dell'Australia nutrendosi di semi e piccoli insetti.

Vive nel nord dell’Australia nutrendosi di semi e piccoli insetti © Giuseppe Mazza

La femmina è molto simile al maschio ed oltre alle differenze già indicate presenta, in generale, colori meno brillanti, il petto di un color viola-malva e la mascherina facciale meno estesa.

Come già detto esistono altre due varianti di colorazioni selvatiche: una a mascherina totalmente nera dove al posto del rosso è appunto presente il colore nero che diventa un tutt’uno con il bordo e la bavetta neri e una ancor meno diffusa forma dove la mascherina invece di essere rossa è di un colore giallo-aranciato.

I giovani immaturi hanno testa, fianchi , collo e parti inferiori di colore bruno- grigiastro e il dorso, le ali e la coda di colore verde oliva. Questo uccello, proprio per la sua bellezza, è stato ed è talmente allevato in ambiente domestico che gli allevatori hanno creato una grandissima varietà di mutazioni di colore che interessano una o più parti della livrea.

Etologia-Biologia riproduttiva

Le coppie che iniziano l’attività riproduttiva tendono a isolarsi ai primi di febbraio, quando le temperature stagionali non scendono al di sotto dei 20 °C e non salgono oltre i 30 °C; in questo periodo le piogge sono abbondanti e di conseguenza il cibo diventa maggiormente disponibile per la crescita rigogliosa della vegetazione.

Il nido viene costruito prevalentemente dalla femmina , con materiale vegetale di vario tipo (ramoscelli, fili d’erba, foglie), all’interno di una cavità di un tronco oppure nell’intrico dei rami di un albero o di un cespuglio ricco di fronde. Il nido è abbastanza elaborato e quando viene costruito in toto (al di fuori di una cavità) ha una forma sferica con un foro d’ingresso. All’interno la camera di cova, che può essere rivestita di piume o peli, si presenta ben strutturata e confortevole per la covata.

La covata tipica è costituita da 4-6 uova di colore bianco che entrambi i genitori , con una prevalenza della femmina, covano per circa 13-14 giorni. Molti neonati, nidicoli e inetti, di volatili presentano becchi e fauci dai colori vivaci (in genere giallo-arancio-rosso) che una volta spalancati, nell’atto di chiedere cibo ai genitori o a chi per essi, rendono evidenti le bocche ben aperte favorendo l’imbecco e stimolando lo stesso; i Diamanti di Gould neonati, possiedono 4 papille sporgenti e fosforescenti azzurrognole-bluastre che rendono visibili nella semioscurità del nido le fauci illuminandosi ai due lati del becco (due per ciascuna commissura). L’effetto di queste “perline” luminescenti abbinato a una serie di punti neri presenti sul palato e sulla base interna del becco rendono l’imbecco talmente invogliante che spesso il Diamante di Gould, in cattività, è stato e viene fatto allevare da altre specie di passeriformi granivori usate, quindi, come balie adottive. Tali papille scompariranno quando i giovani avranno circa 40-60 giorni d’età, periodo in cui raggiungeranno l’indipendenza iniziando ad alimentarsi in modo autonomo.

Il diamante di Gould alla nascita è lungo circa 1,5 cm ed è implume ed inetto, rimarrà nel nido fino a circa 20-30 giorni d’età ; la livrea da adulto si avrà a circa 3-4 mesi d’età e potrà vivere 10-12 anni. Purtroppo le popolazioni selvatiche del Diamante di Gould hanno subito una forte riduzione nel corso del ventesimo secolo a causa di patologie alle quali questo uccellino sembra essere particolarmente suscettibile e a causa dell’alterazione, operata dall’uomo, del proprio habitat come ad esempio l’alto numero di incendi dolosi o colposi.

D’altro canto l’ampia diffusione di questo uccello in cattività ha salvato la specie dall’estinzione anche se sarebbe auspicabile che gli allevatori si concentrassero anche e soprattutto nell’allevamento delle tre forme morfologiche presenti in natura piuttosto che nell’allevamento e nella creazione di morfologie artificiali totalmente inutili se non controproducenti dal punto di vista della conservazione.

Sinonimi

Chloebia gouldiae Gould, 1844.

 

→ Per apprezzare la biodiversità dei PASSERIFORMES cliccare qui.