Famiglia : Serranidae
Testo © Giuseppe Mazza
La Cernia dorata (Epinephelus costae Steindachner, 1878), appar- tiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Serranidae.
Il nome del genere deriva dal greco “epinefes”= nuvoloso, con probabile riferimento ai disegni mimetici e spesso cangianti che caratterizzano questi pesci.
Il nome della specie “costae” = di Costa, è un omaggio alla memoria di Oronzo Gabriele Costa (1787-1867) che, descrivendo nel 1844 un esemplare a strisce in livrea giovanile, chiamò per errore questo pesce Plectropoma fasciatus nella sua “Fauna del Regno di Napoli”.
Poi ci si accorse che crescendo le strisce scompaiono, ed il nome è oggi relegato fra i sinonimi.
Zoogeografia
La cernia dorata è abbastanza comune nel Mediterraneo orientale, tant’è che vanta anche il sinonimo d’ Epinephelus alexandrinus (Valenciennes, 1828), ma non si è mai vista nel Mar Rosso e nel Mar Nero. In Italia si trova intorno alla Sicilia, nel basso Adriatico e nel Tirreno centrale. Passato lo Stretto di Gibilterra, ha raggiunto, costeggiando l’Africa, la Mauritania e il Togo.
Ecologia-HabitatL’ Epinephelus costae ama le acque relativamente calde ed i fondali rocciosi, ma si trova anche in quelli misti a sabbia.
A differenza delle altre cernie, in genere solitarie e sedentarie, si muove a piccoli branchi fra i 20-80 m di profondità. Nuota con calma, tutto il giorno, ad una certa distanza dal fondo alla ricerca di cefalopodi, crostacei e pesci. Alcuni dicono che possa scendere fino a 200 m per seguire certe prede.
Morfofisiologia
Il corpo, relativamente affusolato e compresso sui lati, può raggiungere gli 8 kg per una lunghezza di 80 cm, ma c’è chi parla d’esemplari record di 140 cm, ovviamente molto più pesanti.
La testa, dal profilo triangolare, ha la mandibola inferiore più lunga. Il preopercolo è seghettato in basso e l’opercolo mostra tre robuste spine rivolte verso la coda.
I denti molto numerosi, di varie forme e disposti a file, possono trattenere e masticare ogni sorta di preda, e per acchiappare i fuggitivi all’apice della bocca spiccano due grandi denti uncinati caniniformi. La pinna dorsale reca 11 raggi spinosi e 15-17 molli, l’anale, più corta, conta solo 3 spine con 8 raggi molli. La coda è ampia, tondeggiante nei giovani, poi piatta e leggermente concava negli adulti. Pettorali spatolate e ventrali di taglia analoga.
Nei giovani la livrea è color cioccolata, con linee più scure sui fianchi e due caratteristiche strisce, ben marcate, sull’opercolo.
In pochi istanti, secondo l’umore, possono camuffarsi con macchie e bande chiare verticali, presenti, in tono minore, anche negli adulti.
Caratteristica della specie è la macchia gialla accanto all’opercolo degli adulti, che si estende sui lati nei maschi, accanto ad un fascia scura ed irregolare che delimita la metà inferiore del corpo, decisamente più chiara.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Recenti studi, con prelievi effettuati in Algeria, hanno mostrato che gli esemplari di 19-35 cm di lunghezza si nutrono per circa 2/3 di pesci, per quasi 1/3 di crostacei ed in piccola quantità di molluschi; quelli fra i 35-50 cm in parti uguali di pesci ed ascidie, mentre il menù degli anziani, con taglia compresa fra i 50-90 cm, è costituito per la metà d’ascidie, 1/4 di pesci e 1/4 circa di crostacei, celenterati e piante acquatiche.
Si conosce ben poco sulle modalità riproduttive della cernia dorata, salvo il fatto che è una specie ermafrodita proteroginica, con femmine cioè che invecchiando si trasformano in maschi, e che la maturità sessuale è raggiunta a 30-35 cm di lunghezza. L’indice di vulnerabilità della specie segna attualmente 66 su una scala di 100.
Sinonimi
Cerna catalonica Gilbert, 1913; Cerna chrysotaenia Döderlein, 1882; Epinephelus chrysotaenia Döderlein, 1882; Epinephelus zaslavskii Poll, 1949; Plectropoma fasciatus Costa, 1844; Serranus chrysotaenia Döderlein, 1882; Serranus costae Steindachner, 1878; Epinephelus alexandrinus Valenciennes, 1828.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.