Famiglia : Viperidae
Testo © Dr. Gianni Olivo
Gli Echis sono un gruppo di viperidi estremamente pericolosi, presenti in Asia, in pratica dall’ isola di Sri Lanka, attraverso India, Pakistan e Medio Oriente, fino a parte dell’Africa, dove sono rappresentati dalle seguenti specie:
Echide delle piramidi (Echis pyramidum) presente in Egitto, Libia, Algeria, Sudan, Etiopia e Somalia, ma anche in Kenya, ed in particolare lungo il fiume Tana.
Echide ocellato (Echis ocellatus), di casa in Africa occidentale (Senegal, Gambia) e nei paesi del Golfo di Guinea, limitatamente alla parte settentrionale, lontana dalla cosa e dalla foresta pluviale (ne trovai un esemplare in Repubblica centro-africana)
Echide a ventre bianco o Roman’s saw-scaled viper (Echis leucogaster), tipico della Mauritania, Mali e Niger.
Echide di Burton o Echide colorato (Echis coloratus) che si trova nella parte orientale dell’Egitto, in Palestina, Israele, Siria e penisola arabica.
Per quanto riguarda invece l’Asia, l’Echide carenato (Echis carinatus Schneider, 1801) la fa da padrone. È infatti presente in Sri Lanka (ex Ceylon), India, Bangladesh, Pakistan (comprese alcune isole), Tajikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran ed Afganistan. Inoltre lo si trova anche nella penisola arabica (Emirati Arabi uniti ed Oman).
L’echide carenato è un viperide di modeste dimensioni (da 40 ad 80 cm, ma raramente eccedente i 60 cm), ma a differenza di altre piccole vipere, considerate poco pericolose, sia per le modeste quantità di veleno che sono in grado di inoculare, sia per la modesta potenza dei veleni, non va assolutamente sottovalutato, perché, come vedremo, è tra i serpenti responsabili del maggior numero di avvelenamenti gravi o mortali. Più snello di gran parte delle vipere, ha testa ben distinta dal collo (che si presenta esile), con apice del muso ottuso ed arrotondato, per cui, vista da sopra, ricorda la sagoma di una pera, occhio di medie dimensioni, almeno in proporzione alla mole del rettile, posto piuttosto in avanti, sporgente ed a pupilla verticale.
La testa è ricoperta da squame piccole, tanto che le squame peri-orbitali sono spesso disposte in 2 o 3 file concentriche. Il corpo, pur se robusto, appare meno tozzo di quello di molte altre vipere ed è ricoperto da squame fortemente carenate (saw-scaled = squame a denti di sega), disposte a metà lunghezza del corpo, in 25-38 file oblique. La saw-scaled viper, come d’altra parte tutte le Echis, ha un caratteristico modo di mettere sull’avviso un potenziale disturbatore: quando è irritata o impaurita inizia una serie di ipnotici movimenti, che paiono fondersi in una sorta di moto perpetuo, formando una serie infinita di C, con le spire che confricano tra di loro, generando un suono che assomiglia ad un rauco sibilo minaccioso e piuttosto sinistro. Purtroppo, però, questo avviso non è la regola, e spesso il morso non è preceduto da segni premonitori di sorta. Le squame subcaudali non sono divise e vi è una sola squama anale.
Il colore di fondo è di solito grigio, più o meno scuro (dal color sabbia ad un grigio grafite), ma non sono rari individui color mattone, ruggine o grigio-verde, su cui staccano macchie chiare trasversali bordate di scuro. Sui fianchi si nota inoltre una linea bianca o chiara a forma di zig-zag o, più spesso, descrivente una serie di festoni arciformi. Sulla testa risalta, invece, una macchia a forma di croce o di tridente, bianca o color crema, mentre la parte ventrale può essere biancastra o color salmone.
L’habitat è molto vario, da suoli sabbiosi e rocciosi a zone cespugliose più o meno fitte, a praterie asciutte, dal livello del mare sino ai 1500 metri di quota. Non ama le zone umide e spesso la si trova sotto sassi o tronchi caduti, per cui l’attività della raccolta di legna da ardere è particolarmente a rischio, ma, d’altra parte, non frequenta il deserto vero e proprio. L’unica specie veramente desertica è infatti solo l’Echide di Burton o Echide colorato (Echis coloratus).
L’ Echis carinatus è un rettile terricolo, ma in grado di arrampicarsi su bassi cespugli, soprattutto quando il suolo è umido, come dopo un violento acquazzone. Si muove più velocemente di molte altre vipere, ed ha abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne. Durante il giorno ama rifugiarsi in qualche buco o tana sotterranea, sotto un masso, in una crepa oppure nel cavo di un tronco morto o semplicemente sotto un fitto cespuglio, per uscire al tramonto o poco dopo.
Alcuni esemplari si seppelliscono nella sabbia, lasciando sporgere solo occhi e narici, come le Cerasti (Cerastes cerastes e Cerastes vipera) o come certi piccoli viperidi africani di zone sabbiose (Bitis caudalis, Bitis cornuta, Bitis peringuei, ecc.).
Non sono stati ancora del tutto chiariti alcuni dubbi circa i sistemi riproduttivi di certi Echis, di norma ovipari, con un numero di uova da 4 a 20. È stato infatti riferito che alcune popolazioni di Echis indiane sarebbero ovovivipare.
L’alimentazione comprende soprattutto roditori, ma anche lucertole, scinchi, e nidiacei d’uccelli che depongono al suolo o sono caduti dal nido. La particolare predilezione per i topi porta sovente questi serpenti a frequentare villaggi, farms e ad entrare anche nelle abitazioni, ancor più facilmente quando si tratta di semplici capanne, e questo spiega l’alta incidenza di morsi. L’abitudine delle popolazioni povere e rurali a girare a piedi nudi, nei dintorni degli insediamenti, anche nottetempo, rende l’incidente ancora più probabile, tant’è che in certe aree la mortalità raggiunge percentuali elevate. Si aggiunga il lavoro nei campi, eseguito a mano, la raccolta di legna da ardere, che porta a mettere le mani anche dove l’occhio non arriva, e si avrà come risultato un numero di morsi superiore a quello da cobra o da bungaro.
I bambini sono particolarmente a rischio, sia per l’elevata probabilità di venire a contatto con gli echidi durante i loro giochi all’aperto, sia per la maggiore vulnerabilità a dosi anche basse di veleno. Un’altra occasione di incidente è il sonno stesso. Spesso i giacigli sono posti direttamente sul pavimento, e non è raro che una persona si giri nel sonno, andando a toccare o a schiacciare un serpente a caccia di topi.
Per quanto riguarda il comportamento nei confronti dell’uomo, come accennato, l’echide, quando viene disturbato, reagisce spesso con un’iracondia incredibile: a parte il suono emesso confricando le spire, può gonfiare il corpo, come una Bitis arietans, ed emettere sonori sibili, salvo poi scattare e mordere con un entusiasmo persino eccessivo. Ricordo un esemplare che incontrai in Africa orientale che, nel tentativo d’azzannare, compiva balzi in avanti pari almeno alla sua lunghezza.
In India, il Cobra dagli occhiali (Naja naja), la Vipera di Russel (Vipera russelli), il Bungaro ceruleo o comune (Bungarus coeruleus) e l’Echide carenato (Echis carinatus), i quattro serpenti responsabili del maggior numero di decessi (tra i 20.000 ed i 25.000 all’anno), costituiscono il quartetto che viene detto “The Big Four”, in analogia con i famosi “Big Five” africani, cioè elefante, leone, bufalo, leopardo e rinoceronti, ovvero gli animali più pericolosi dell’Africa, anche se poi, in realtà, l’ippopotamo e il coccodrillo lo sono anche di più.
Tuttavia, di tutti questi decessi, circa l’80% è imputabile agli Echis carinatus che detengono così il triste record di più grandi killer del continente asiatico. Le zanne, proporzionalmente lunghe, rispetto alle dimensioni, inoculano abbastanza in profondità un veleno molto attivo e potente, dotato di attività citotossica ed emotossina. Le citotossine causano precocemente tumefazione, dovuto ad edema (stravaso di plasma attraverso la parete dei capillari), dolore vivo e talvolta necrosi, ma è l’azione emotossica, più tardiva (in media 12 ore), ad essere la più pericolosa.
Le quantità di veleno inoculate con un morso non sono molto elevate (in media da 10 a 20 mg, anche se si sono avute “mungiture” di 75 mg), ma la dose media letale per un uomo adulto è di 5 mg soltanto, per cui, a parte i casi, non rari, di dry-bite, in cui il veleno non viene iniettato, una dose da full-bite è facilmente letale.
La mortalità media è del 20% (casi non trattati con siero), abbastanza simile a quella di altre specie (ad esempio Bitis arietans). Tale percentuale, che può parere bassa, è dovuta al fatto che, come tutti i serpenti velenosi, l’echide può decidere, di volta in volta, se e quanto veleno inoculare e, trattandosi di morsi a scopo difensivo e non predatorio, non sempre il rettile contrae la muscolatura delle ghiandole velenifere.
L’azione sulla coagulazione causa, dapprima, sanguinamento nel punto del morso, spesso con formazione di vescicole a contenuto ematico, petecchie ed ecchimosi sulla cute e sulle mucose, poi sanguinamenti a carico delle gengive (gengivorragia), della mucosa nasale (epistassi), del tratto digerente con ematemesi (vomito ematico) e melena (sangue digerito nelle feci, che assumono il colore di fondi di caffè). A volte un’emorragia cerebrale precipita la situazione e questi sono i casi in cui il decesso è più rapido.
Oltre a queste azioni, a volte si verifica insufficienza renale acuta, spesso letale. Esiste un siero specifico per trattare i morsi di Echis carinatus che presentino grave sintomatologia, ma tale siero non è efficace contro il morso delle Echis africane, soprattutto quelle dell’Africa occidentale, il che dimostra che, all’interno dello stesso genere, specie diverse possiedono veleni diversi. E non solo: a volte si sono notate differenze di meccanismo d’azione anche nell’ambito della stessa specie, in aree geografiche differenti.
Nomi comuni :
Inglese: Saw-scaled viper, Carpet viper, Indian saw-scaled viper; Tedesco: Gemeine Sandrasselotter; Francese: Vipère carenée; Turco: Col engereg;i Tamil: Surattai pambu; Sindhi: Kupphur; Hindi: Afai; Malese: Anali.
→ Per nozioni generali sui Serpentes vedere qui.
→ Per apprezzare la biodiversità dei SERPENTI cliccare qui.