Dispholidus typus

Famiglia : Colubridae

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Testo © Dr. Gianni Olivo

 

Il Serpente degli alberi, noto anche come Boomslang (Dispholidus typus Smith, 1829), è un serpente altamente velenoso, dotato di un veleno mortale in dosi minime, ma non appartiene né al gruppo degli elapidi né a quello dei viperidi, rettili noti per la loro pericolosità, bensì ai colubridi (Colubridae), serpenti che venivano generalmente considerati innocui, fino al momento in cui ci si rese conto, nella maniera più traumatica, che tra di essi vi erano specie letali.

I colubridi, gruppo cui appartengono anche le innocue bisce, come la nostrana natrice dal collare o il biacco, detto milordo per l’elegante livrea (Coluber viridiflavus), comprendono specie prive di zanne velenifere (aglifi) ma anche specie dotate di ghiandole velenifere e di zanne atte ad inoculare il veleno, che, tuttavia, sono poste indietro nel palato (opistoglifi) e solitamente sono meno perfezionate che nei solenoglifi (vipere e crotalidi) e nei proteroglifi (elapidi). I colubridi velenosi, quindi, possiedono zanne non perfettamente cave, al pari di aghi da iniezione, bensì solo scanalate e in genere per inoculare il veleno, devono “masticare” sulla preda (o sul disturbatore), in modo da far “colare” detto veleno nella ferita.

Il Dispholidus typus era ben noto agli Afrikaners, ma i colonizzatori dell’Africa australe generalmente non erano molto interessati alla cattura dei serpenti, avendo, al tempo, priorità ben più pressanti che non l’erpetologia, per cui, visto che si tratta di un rettile non aggressivo e che trascorre la sua vita sugli alberi, non avevano mai avuto modo di temerlo, ed in effetti gli incidenti provocati da tale specie sono pressoché inesistenti, se si eccettuano quelli in cui incorrono erpetologi ed appassionati di rettili, che li catturano e li maneggiano. Di conseguenza, il boomslang, così come il twig snake (Thelotornis), venivano considerati innocui colubridi, come lo spotted bush snake, e questo finché un famoso erpetologo americano non venne morso da un esemplare di Dispholidus typusDopo l‘infortunio, l’erpetologo annotò diligentemente i sintomi, fino al momento del decesso, avvenuto per gravi emorragie interne. Con meccanismo analogo divenne poi evidente che anche i Thelotornis erano colubridi potenzialmente mortali.

Il boomslang è un serpente arboricolo dal corpo robusto, lungo da 100 a 150 cm, in media, ma con reports di 200 cm, ricoperto di squame carenate (caratteristica che, insieme alla forma del muso ed alle dimensioni dell’occhio, impediscono confusioni con il mamba verde), disposte, a metà lunghezza, in 17-21 file oblique.

I Boomslang (Dispholidus typus) si accoppiano sugli alberi © Giuseppe Mazza

I Boomslang (Dispholidus typus) si accoppiano sugli alberi © Giuseppe Mazza

La testa è breve, con muso corto ed ottuso, occhi molto grandi a pupilla rotonda, verdi, e posti in maniera da consentire una visione binoculare che lo agevola nella caccia ad animali che se ne stanno spesso immobili tra i rami.

Le zanne velenifere sono poste molto indietro nel mascellare superiore, praticamente sotto l’occhio.

Quando il serpente è irritato o spaventato, gonfia la parte anteriore del corpo e la regione del collo, non appiattendolo trasversalmente, come accade invece in altri serpenti, come i cobra, il mamba nero o i serpenti tigre australiani, ma in forma di cilindro o salsiccia (a sua volta il twig snake o Thelotornis, lo “gonfia” nella dimensione verticale, appiattendolo trasversalmente) e questo è un accorgimento volto ad apparire più grande e minaccioso in presenza di un potenziale predatore.

La colorazione è estremamente variabile e, a complicare le cose, variazioni legate ad habitat ed areale di distribuzione, sono comuni e molteplici.

La livrea giovanile è solitamente grigia o, più spesso, marroncina, con piccole macchie blu o azzurre, la zona golare è chiara (arancione, bianca o anche gialla), mentre la parte ventrale si presenta giallastra o color crema, ma con “picchiettatura” di piccole macchie brune.

Predilige zone a vegetazione rigogliosa, dal fynbos della costa alla boscaglia spinosa e persino alla foresta vera e propria, mentre diserta le zone aride e subdesertiche. Lo si trova in Sudafrica (Kalahari e zone aride escluse), in Namibia, ma solo nelle aree ricche di vegetazione, come Etosha pan e Caprivi finger, in parte del Botswana ed in Zimbabwe.

È un serpente diurno e, sebbene arboricolo, talvolta lo si vede strisciare sul terreno, per spostarsi da un gruppo di piante ad un altro, ma, quando si trova nel suo ambiente, tra fronde e rami, vederlo è molto difficile, perché si confonde alla perfezione con essi.

La colorazione del giovane muta quando raggiunge circa i 100 cm di lunghezza: a questo punto, mentre la femmina mantiene una colorazione più discreta, marrone o bruna, con parte ventrale crema, il maschio assume colori più sgargianti: verde smeraldo, spesso con un reticolo nero, determinato dal colore scuro della pelle visibile tra le squame, nero carbone con parti inferiori giallo vivo, rosso ruggine oppure color castagna.

Nella caccia, la visione binoculare, consentita dalla posizione degli occhi e dalla brevità del muso, insieme alle dimensioni generose dell’occhio, lo rendono in grado di distinguere la preda anche se è immobile, mentre la maggior parte dei serpenti possono localizzare solo oggetti in movimento, e questo torna utile nel localizzare, ad esempio, i camaleonti, che costituiscono buona parte della sua dieta.

L’accoppiamento avviene sui rami di qualche pianta o cespuglio (fatto raro tra i serpenti, anche arboricoli) e le uova (si tratta di specie ovipara) vengono deposte circa 4 mesi più tardi, nella tarda primavera australe o ad inizio estate. Il numero di uova, che misurano circa 4 cm x 2 cm, varia da 8 a 23, ed il luogo prescelto può essere su di un albero, generalmente in una cavità oppure nel nido abbandonato di picchi, martin pescatori o storni, o anche a terra, se viene localizzato un posto adatto, con giusta umidità e temperatura. Le uova schiudono 4-7 mesi dopo, a seconda delle condizioni climatiche, ed i nuovi nati misurano circa 30 cm di lunghezza.

I maschi adulti hanno una brillante livrea verde, mentre le femmine sono marroni o brune © G. Mazza

I maschi adulti hanno una brillante livrea verde, mentre le femmine sono marroni o brune © G. Mazza

Sottospecie e curiosità

Una classificazione non da tutti condivisa distingue la forma tipica, Dispholidus typus typus, presente nelle zone riportate prima, una sottospecie tipica della Rift valley (dallo Zambia al Kenya) battezzata Dispholidus typus kivuensis ed infine Dispholidus typus punctatus, della parte Nord-occidentale dello Zambia, Angola settentrionale e parte occidentale del Congo.

Nella Provincia del Capo, sulle montagne di Somerset East, è citata una popolazione di boomslang che vengono chiamati Berg-boomslang (Berg=montagna, in Afrikaans).

Questi rettili, che raggiungerebbero maggiori dimensioni, fino a 270 cm e sarebbero più aggressivi, rappresenterebbero un adattamento ad un habitat erboso e sarebbero più terricoli.
Tale report potrebbe apparire fantasioso, ma compare anche su un libro di erpetologia in mio possesso, il cui autore è un’autorità in materia di erpetologia, per cui mi limito a citarlo senza esprimere giudizi in merito.

Rapporti con l’uomo

Non si tratta, come abbiamo visto, di un serpente aggressivo, anzi, il boomslang cerca sempre di evitare il confronto, tuttavia, se messo alle strette, gonfia la parte anteriore e, qualora l’intimidazione non sia stata sufficiente, morde con furia e velocità, trattenendo la parte colpita e masticando per far colare il veleno nella ferita.

Il veleno è molto potente, forse uno dei più potenti in assoluto. Il veleno del mamba verde orientale, ad esempio, ha DL50 (dose letale per i topi da laboratorio) di 1,3 mg/kg e la dose media in grado di uccidere un uomo adulto è di circa 18-20 mg.

L’estrapolazione che sto per fare non è matematica perché non necessariamente la DL50 e la dose letale per l’uomo vanno di pari passo. Infatti DL50 è la quantità di veleno, espressa in milligrammi per chilo, in grado di uccidere il 50% dei topi da laboratorio inoculati, e l’azione del veleno non necessariamente è identica in specie differenti. Tuttavia, con una certa approssimazione, si può utilizzare questo sistema per avere un’idea della quantità richiesta per uccidere una persona, posto che, fortunatamente, la casistica in proposito non è ricca.

Il veleno del boomslang ha una DL50 di 0,72 mg/Kg, quindi risulta di potenza doppia, sui topi, rispetto al veleno del mamba verde orientale (Dendroaspis angusticeps ) e quindi, almeno in linea teorica, la dose letale per la specie umana dovrebbe aggirarsi intorno ai 9 o 10 mg, quindi parliamo di una potenza superiore, milligrammo per milligrammo, anche a quella del mamba nero.

Tuttavia, a mio parere, tale equazione è realmente virtuale, almeno in questo caso, per i seguenti motivi: la quantità di veleno prodotta da Dispholidus typus è piuttosto bassa, ed un morso può inoculare da 1 a 16 mg, per cui, data la pericolosità del morso ed i gravissimi effetti riscontrati in buona parte dei casi riportati, mi verrebbe da pensare che la dose letale per l’uomo sia ben più modesta, magari 2 o 3 mg, il che renderebbe il veleno del boomslang uno dei più potenti in assoluto, tra i serpenti, o forse la specie-uomo è più vulnerabile e sensibile a tali tossine, che non i topi.

Il veleno è molto viscoso e contiene anche principi neurotossici, tuttavia la frazione responsabile del decesso, nell’uomo, è quella emotossica, che causa emorragie imponenti.

I denti veleniferi sono in posizione poco idonea, in fondo alla bocca, ma il veleno è potentissimo © Mazza

I denti veleniferi sono in posizione poco idonea, in fondo alla bocca, ma il veleno è potentissimo © Mazza

Altra curiosa caratteristica del veleno è il frequente ritardo tra morso e comparsa dei primi sintomi, che possono manifestarsi anche 48-72 ore dopo l’incidente, anche se ciò non è matematico e si possono avere anche sintomi precoci.

I primi sintomi sono generalmente emorragie esterne: gengivorragie, epistassi (emorragia dal naso), emorragie congiuntivali, ecchimosi e petecchie cutanee ed a carico della mucosa della bocca, ma successivamente si hanno gravi emorragie interne con shock ipovolemico.

Frequente l’ematuria macroscopica (sangue nelle urine) e a volte emorragie ed ematomi intrafasciali, peritoneali ed in altre sedi. Può verificarsi anche la comparsa di violenta cefalea, con vomito a getto, che a volte è il primo sintomo di emorragia cerebrale, che può essere rapidamente fatale.

All’interno del sistema circolatorio della vittima si verifica un fenomeno noto come coagulopatia intravasale disseminata, con formazione di microtrombi nei capillari ed “esaurimento” dei fattori di coagulazione, che innesca nuove emorragie.

I casi di decesso imputabili a questa specie sono, come dicevo, pochi, forse una ventina in tutto, e tra questi vanno annoverati l’erpetologo cui accennavo ed almeno due appassionati di serpenti del Transvaal.

Il siero polivalente comunemente utilizzato per trattare i morsi di molte specie pericolose africane (mamba, cobra, vipera soffiante, vipera del Gabon ecc) è del tutto inefficace contro il veleno del boomslang, per cui viene prodotto un siero monovalente specifico che, tuttavia, è, a sua volta, inefficace nei morsi di Thelotornis (colubride a veleno mortale e con azione emorragizzante molto simile a quella di Dispholidus typus e per cui non esiste, a tutt’oggi, siero specifico).

Volendo trarre una conclusione pratica circa la pericolosità di tale serpente, quindi, concluderei che si tratta di rettile potenzialmente pericolosissimo, ma la pericolosità reale per il turista, il cacciatore, l’escursionista, è quasi nulla e la probabilità di venire morsi quasi zero. Ovviamente il discorso cambia per chi si occupi di erpetologia e maneggi tali animali.

In ogni caso, un’altra osservazione va fatta circa il meccanismo di inoculazione che, come abbiamo visto, richiede che il rettile morda, trattenga la parte colpita e mastichi per almeno uno o più secondi, il che dà la possibilità, almeno teorica e per chi sia avvezzo a maneggiare serpenti, di rimuovere immediatamente il serpente, limitando così la dose inoculata.

Inoltre la finestra di latenza tra morso e primi sintomi è, solitamente, più ampia che in altre specie e consente (anche qui, almeno in linea teorica) di raggiungere il più vicino ospedale, dove verranno poste in essere le necessarie misure ed eventualmente verrà somministrato il siero monovalente. Con questo non voglio affermare che l’essere morsi da un boomslang sia una passeggiata, ma sicuramente si rivela un’emergenza meno pressante e drammatica di un morso di mamba nero o di cobra.

Nomi volgari. Inglese: Tree snake, afrikaans: Boomslang (boom=albero e slang=serpente); isiZulu: Inyoka yemthini; xhosa: Inambezulu, Inyushu; tswana: Logwere; northern sotho: Legwere; venda: Khangala; shona: Coracundu.

 

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