Famiglia : Apocynaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria delle Filippine (Luzon) dove vive epifita, generalmente su bambù, a bassa altitudine.
Il nome del genere deriva dalla combinazione dell’avverbio greco “δίς” (dis) = due volte e del verbo “σχίζω” (schizo) = separare dividere, con riferimento ai lobi bifidi della corona staminale; la specie è dedicata al botanico spagnolo Sebastián Vidal y Soler (1842-1889).
Nomi comuni: ant plant, bladder vine, kangaroo pocket (inglese); plante escargot (francese); dapo-sa-boho, dapong boho, lobo-lobo (tagalog); Schneckenhaus-Pflanze (tedesco).
La Dischidia vidalii Becc. (1886) è una specie erbacea epifita sempreverde con fusti sottili dalla linfa lattiginosa, rampicanti o pendenti, radicanti ai nodi, lunghi fino a circa 3 m. Le foglie, su un corto picciolo, sono opposte, semplici, da ovato-ellittiche a lanceolate con apice acuto e margine intero, carnose, di 1,5-3 cm di lunghezza e 0,8-1,3 cm di larghezza, di colore verde chiaro.
Ascidi (foglie modificate che formano una cavità collegata all’esterno tramite una apertura) solitari ai nodi, subsessili, separati da alcune foglie normali, di 4-7 cm di lunghezza, 3,5-5 cm di larghezza e circa 2 cm di spessore, esternamente di colore come le foglie, rosso bruno internamente, che presentano un piccolo orifizio, circa 2 mm di diametro, al fondo di una depressione imbutiforme in corrispondenza dell’attaccatura del picciolo. Nell’ascidio, che di solito ospita una colonia di piccole formiche, si raccolgono acqua, detriti vegetali e residui organici, in particolare delle formiche, che fungono da concime per le radici che si sviluppano dal picciolo e ramificano al suo interno.
Infiorescenze ascellari, su un peduncolo lungo 1-2 cm con pochi fiori, su un pedicello lungo circa 6 mm, di colore da rosso a magenta con corolla urceolata, lunga 0,8 cm, e corona a 5 lobi con apice bifido a forma di ancora. I frutti sono follicoli in coppia cilindrici con apice appuntito, di 5-7 cm di lunghezza e circa 0,5 cm di diametro, contenenti numerosi semi, lunghi circa 2 mm, provvisti a una estremità di un ciuffo di peli sericei che ne favoriscono la dispersione tramite il vento.
Si riproduce per seme, posto superficialmente su terriccio poroso e drenante mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, e facilmente per divisione e talea.
Specie mirmecofila (che vive in simbiosi con le formiche) che attira l’attenzione per gli ascidi la cui forma ricorda quella di un mollusco bivalve, fiorifera, coltivabile in permanenza all’aperto esclusivamente nelle regioni a clima tropicale e subtropicale umido, sia in luce solare filtrata che in ombra parziale.
Altrove va riparata nei mesi più freddi in ambiente protetto molto luminoso con temperature mediamente elevate, 22-30 °C, con minime notturne invernali che è bene non scendano al di sotto di 18 °C, e costante umidità, 60-80 %. Può essere montata su tronchi o pezzi di corteccia foderati di muschio per mantenere l’umidità, oppure coltivata in vasi o canestri, sospesi se si vogliono lasciare pendere liberamente i fusti, utilizzando un substrato molto aerato e drenante come una miscela per orchidee epifite.
Le innaffiature, da effettuare con acqua non calcarea a temperatura ambiente, devono essere regolari durante il periodo vegetativo, lasciando asciugare lo strato superficiale prima di ridare acqua ed evitando ristagni, essendo facilmente soggetta a marciume, diradate in inverno, ma senza fare asciugare completamente il substrato; se l’ambiente è troppo secco va frequentemente nebulizzata. In ambienti poco ventilati è facilmente soggetta ad attacchi di parassiti, in particolare cocciniglie ed afidi, occorre pertanto, oltre a una buona ventilazione, un controllo periodico per intervenire prontamente con prodotti specifici.
Sinonimi: Dischidia pectenoides H.Pearsen (1902).
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