Testo © Giuseppe Mazza
Il Pesce istrice (Diodon hystrix Linnaeus, 1758) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Tetraodontiformes, caratterizzati per lo più da squame trasformate in spine o piastre protettive, ed alla famiglia dei Diodontidae, che conta 7 generi e 18 specie.
Sono detti pesci palla, insieme agli affini Tetraodontidae, ricchi di 28 generi e 202 specie, con spine più sottili e visibili solo quando l’animale si gonfia. In questi ultimi si notano ancora i 4 incisivi, mentre nei Diodontidae sono completamente fusi, senza una divisione centrale, in un solo dente per mascella e formano un solido becco.
Il nome del genere Diodon deriva infatti dal greco “δίς” (dis) = due e “ὀδοντο” (odonto) = dente, cioè con due denti, mentre lo specifico hystrix, in latino istrice, è una chiara allusione alle vistose spine erettili presenti sul corpo.
Zoogeografia
Diodon hystrix è una specie pantropicale che nuota anche in acque temperate calde. È comune nel Mar Rosso, ma la sua presenza nel Mediterraneo è ancora tutta da confermare.
Ecologia-Habitat
Il Pesce istrice non ha un habitat preciso. Si può trovare ovunque fra 2 e 50 m di profondità, ma scende di rado sotto i 30 m. È un animale notturno che frequenta zone ricche di molluschi e d’anfratti, fra rocce e coralli, dove si nasconde per passare tranquillo le ore del giorno.
Morfofisiologia
Più grande degli analoghi Diodon holocanthus e Diodon liturosus può raggiungere i 91 cm, anche se in genere misura 40-65 cm.
Il corpo è tubolare oblungo, clavato verso il capo con grandi occhi sporgenti per una buona visione nel buio. Si notano due ampie pinne pettorali, cui è affidato il movimento lento, mentre la dorsale e l’anale, relativamente piccole e in posizione arretrata, entrano in gioco con la potente pinna caudale quando l’animale scappa verso un rifugio o deve comunque muoversi in fretta.
Mancano le pinne pelviche e le squame si sono trasformate in spine. Quelle più grandi che si drizzano sul capo, da 16 a 20 fra il muso e la pinna dorsale, sono un bon deterrente per i predatori, tanto più che gonfiandosi d’acqua, questo pesce diventa una grande palla spinosa difficile d’afferrare e ingoiare.
Ha una pelle cuoiosa. La grande bocca con labbra carnose è sormontata da due narici peduncolate. L’opercolo branchiale è molto piccolo, nascosto dietro alle pettorali.
Dorso, fianchi e pinne sono nell’insieme marrone chiaro con zone mimetiche più scure e numerose macchiette nere. Il ventre, anche lui spinoso, è bianco, con una vistosa fascia nera ad anello sul sottogola. Visto dal basso, il pesce si confonde così con la luminosa superficie increspata del mare, eludendo lo sguardo dei predatori. Nel peggior dei casi ha poi in serbo un’arma invisibile: la tetrodotossina, certamente utile per la sopravvivenza della specie.
È un veleno cento volte più potente del cianuro, prodotto da batteri simbionti, che si accumula soprattutto nel fegato e le gonadi, ma anche sulla pelle e nelle viscere.
Blocca la respirazione. Ben lo sanno i predoni che osano attaccarlo: gli squali, la Lampuga (Coryphaena hippurus) e lo Wahoo (Acanthocybium solandri) che sono i suoi nemici naturali, per non parlare, in Giappone, degli abili cuochi chirurghi che preparano il fugu, un piatto tipico, con 20-100 decessi all’anno, che ha come ingrediente la carne dei pesci palla. Non esistono antidoti e l’unico rimedio è far vomitare il malcapitato, se ha ancora del cibo nello stomaco, è una ventilazione meccanica in ospedale.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Diodon hystrix si nutre d’invertebrati bentonici: crostacei, molluschi gasteropodi e bivalvi, ricci di mare e polipi di madrepore. Il solido becco frantuma ogni corazza e il pesce risucchia poi contento il suo pasto. È un animale solitario che non ha paura dei sub, anche se poi spesso questi lo stressano senza ritegno, facendolo gonfiare a più riprese per foto memorabili.
Durante il periodo riproduttivo, si formano delle coppie, più o meno stabili nel tempo. Pare che i maschi siano più piccoli. La fecondazione avviene in mare aperto e le uova vengono affidate alle correnti.
Piccole sfere di 2 mm con grandi riserve di tuorlo, schiudono dopo 5 giorni di navigazione in acque lontane. Le larve sono ugualmente planctoniche. Crescono spesso al riparo d’alghe galleggianti, come i sargassi, ed è grazie a questa riproduzione pelagica che un po’ alla volta la specie ha colonizzato il mondo intero.
Quando raggiungono i 20 cm i giovani si avvicinano alle coste diventando bentonici.
Non è certo una specie per gli acquari domestici perché, taglia a parte, il Pesce istrice mangia e inquina molto. Può essere ospitato solo nelle grandi vasche degli acquari pubblici, con un record di 10 anni di vita e 69 cm di lunghezza.
La resilienza della specie è bassa, perché il tempo minimo di raddoppio delle popolazioni è di 4,5-14 anni, ma data l’enorme diffusione non è un animale a rischio (2021), anche se l’indice di vulnerabilità è già moderatamente alto, segnando 48 su una scala di 100.
Sinonimi
Diodon hystrix hystrix Linnaeus, 1758; Paradiodon hystrix (Linnaeus, 1758); Diodon brachiatus Bloch & Schneider, 1801; Diodon punctatus Cuvier, 1818; Diodon spinosissimus Cuvier, 1818; Diodon nudifrons Jenkins, 1903; Diodon armillatus Whitley, 1933; Diodon totara Curtiss, 1938.