Dillenia philippinensis

Famiglia : Dilleniaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La Dillenia philippinensis è un albero di 6-15 m. Purtroppo la splendida corolla è effimera © Giuseppe Mazza

La Dillenia philippinensis è un albero di 6-15 m. Purtroppo la splendida corolla è effimera © Giuseppe Mazza

La specie è originaria delle Filippine dove vive nelle foreste umide, a basse e medie altitudini, spesso lungo le rive dei fiumi.

Il genere è dedicato al botanico tedesco Johann Jacob Dillen (latinizzato in Dillenius) (1687-1747); il nome specifico latino “philippinensis” = delle Filippine fa riferimento al luogo di origine.

Nomi comuni: Philippine dillenia, Philippine katmon, Philippines simpoh (inglese); kalambug, kalambok, kambug, katmon, palali (Filippine).

La Dillenia philippinensis Rolfe (1884) è un albero sempreverde alto 6-15 m con tronco eretto dalla corteccia liscia o leggermente fessurata di colore bruno rossastro.

Le foglie sono semplici, alterne, coriacee, di forma ellittica o oblungo-ovata con apice appuntito, margini dentati e nervature laterali parallele prominenti, di 10-25 cm di lunghezza e 6-12 cm di larghezza, di colore verde intenso; il picciolo, lungo 3-5 cm, presenta stipole caduche semiellittiche, larghe fino a circa 1 cm, di colore inizialmente verde, poi bruno prima della caduta. Infiorescenze racemose, su un peduncolo lungo 5-15 cm all’ascella delle foglie superiori, portanti 1-3 fiori di 10-15 cm di diametro con cinque sepali tondeggianti, tre interni lunghi e larghi circa 2 cm e due esterni leggermente più piccoli, concavi, spessi e carnosi, di colore verde.

La corolla, formata da cinque petali obovati bianchi, effimeri, lunghi 4-6 cm e larghi 2-5 cm, circonda due distinti anelli di stami, quelli esterni, più numerosi, distesi, lunghi circa 1 cm, sono di colore rosso nella metà superiore e giallo in quella inferiore, quelli interni, meno numerosi, lunghi 1,5-2 cm, di colore porpora, sono addossati ai carpelli di colore rosso. Il frutto è un sincarpo globoso indeiscente costituito da più carpelli concresciuti e saldati tra loro, di 5-6 cm di diametro, interamente racchiuso dai sepali persistenti; ogni carpello contiene 1-5 semi bruno nerastri, lunghi 0,5 cm e larghi 0,3 cm, con arillo alla base, immersi in una polpa gelatinosa.

Il frutto è un sincarpo globoso indeiscente costituito da più carpelli concresciuti e saldati tra loro © G. Mazza

Il frutto è un sincarpo globoso indeiscente costituito da più carpelli concresciuti e saldati tra loro © G. Mazza

Si riproduce generalmente per seme in terriccio organico con aggiunta di sabbia o perlite per un 30%, mantenuto umido, alla temperatura di 24-26 °C.

Specie piuttosto rara in coltivazione al di fuori della zona di origine, ma di grande valore ornamentale e paesaggistico sia per il fogliame che per i grandi fiori, coltivabile esclusivamente nelle zone a clima tropicale e subtropicale in pieno sole o leggera ombra su suoli mantenuti pressoché costantemente umidi.

Utilizzabile in parchi e giardini come esemplare isolato o in gruppo o come alberatura stradale; dove il clima non consente la permanenza all’aperto con continuità può essere coltivata in capienti contenitori per la decorazione di serre e giardini d’inverno con temperature minime invernali superiori a 15 °C; le innaffiature devono essere regolari e abbondanti in estate, diradate in inverno, lasciando parzialmente asciugare il substrato, e le concimazioni, durante il periodo vegetativo, effettuate con prodotti bilanciati con microelementi. I sepali carnosi, dal sapore acidulo, vengono consumati crudi o cotti, o utilizzati per preparare salse e marmellate, il succo viene usato per preparare uno sciroppo per la tosse mentre i germogli e i fiori vengono usati per aromatizzare le zuppe di pesce. Il legno è ampiamente utilizzato nelle costruzioni per pavimenti, soffitti e infissi, per mobili e oggetti di uso comune, infine un colorante rosso è ricavato dalla corteccia.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha inserito la specie nella lista rossa delle specie minacciate di estinzione come “vulnerabile”.

Sinonimi: Dillenia catmon Elmer (1915); Dillenia philippinensis var. pubifolia Merr. (1923).

 

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