Famiglia : Picidae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
Il picchio per la sua innata simpatia e per le particolari caratteristiche del suo comportamento, è balzato di prepotenza nella storia, nella letteratura ed ancor più nel mondo della fantasia di ogni età.
Chi non ricorda Picchiarello – Woody Woodpecker quel picchio così snob, simpatico personaggio dei cartoni animati di Walt Disney che demolisce col becco ogni cosa che trova sul suo percorso per far piacere alla sua fidanzatina Winnie Woodpecker ?
E il “Picchio Piripicchio” ed il “Picchio e Papicchio” di due favole per bambini ?
E Ferao nel Libro della Giungla di Kipling ?
Dall’antichità ci arrivano poi storielle e notizie storiche che ci dicono come questo uccello fosse già importante nei tempi remoti.
Il nome dato al popolo dei Piceni, che i romani chiamavano “quelli del picchio”, ebbe appunto questa derivazione.
Oppure la storiella del giurista romano Tuberone, sul cui capo un giorno si posò un picchio rosso e nel dubbio se scacciarlo o meno, si sentì consigliare dai veggenti due drastiche soluzioni: scacciarlo e Roma sarebbe finita in rovina oppure ucciderlo e lui stesso sarebbe immediatamente morto. Per amor di Patria scelse la seconda soluzione.
Una leggenda che potrebbe aver ispirato, oltre mille anni dopo, quella dei corvi imperiali (Corvus corax) “imprigionati” nella Torre di Londra in Inghilterra. Fuggiti o morti che fossero il Regno anglosassone sarebbe a breve scomparso.
Infine anche la normalità di ogni giorno è stata coinvolta da questo simpatico uccello ed un famoso scioglilingua, ripetuto spesso dai bambini inglesi ma usato anche dagli studenti stranieri nel perfezionamento della loro lingua, lo vede primattore.
How much wood, would a woodpecker peck, if a woodpecker would peck wood ? Quanto legno beccherebbe un picchio se un picchio dovesse beccare del legno ? Un ottimo esercizio per acquisire fluidità nella loro lingua e subito un’immediata immagine di cosa sia un picchio.
Il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Piciformes ed alla famiglia dei Picidae e si può considerare il più comune e diffuso picchio in Europa.
I dialetti locali ed i nomi volgari italiani dati a quest’uccello sono alquanto simili fra loro ma alcuni eccellono nella fantasia. Si passa da un usuale pich, pech, picasc, picu, picon, picun, pigoz, pigos, picconso, pichju, piccunittu, a più elaborati quaqualon, becazochi, becalegn, chiachiò, lingualonga, pizzulazucco, pieuque ed a un romantico margheritina un delicato nomignolo per accostare il colore del suo piumaggio a questo semplice fiore campestre.In Europa viene chiamato Great Spotted Woodpecker o Greater Pied Woodpecker = in inglese, Buntspecht = in tedesco, Pico picapinos = in spagnolo, Pic épeiche = in francese e Pica pau malhado grande = in portoghese.
L’etimologia del binomio scientifico è alquanto semplice ed esemplificativo.
Il genere Dendrocopos viene dal greco “dendron” = albero e “kopos” = colpire; il nome specifico major dal latino maggiore, per distinguerlo dal Dendrocopos minor, il suo cugino minore.
Zoogeografia
Occupa l’intera Europa con eccezione dell’Islanda, dell’Irlanda, parte della Sicilia e della Grecia dove risulta piuttosto raro.
Anche la penisola Scandinava è quasi totalmente occupata arrivando quindi a latitudini molto elevate.
La stessa fascia temperata fresca continua anche in Asia attraverso la Russia e la Siberia, arrivando fino alla Kamchatka nel punto più a nord ed occupando interamente la Cina a Sud. Ne è esclusa totalmente la parte centrale del continente asiatico e il subcontinente indiano/indocinese. In Anatolia ed in Iran dove è mancante, è sostituito dal quasi identico Picchio rosso di Siria (Dendrocopos syriacus) con il quale però condivide la penisola Balcanica.
In Africa è presente solo in Marocco e nelle isole Canarie. Nell’intero areale sono state identificate oltre 20 sottospecie.Il picchio rosso maggiore è abitualmente sedentario alle nostre latitudini anche se si assiste ad invasioni stagionali nella parte più settentrionale del continente.
Anche nelle valli subalpine e nella pianura Padana, nel tardo autunno, si rilevano buoni passaggi di questa specie con incrementi consistenti della popolazione locale.
Ecologia-Habitat
Il picchio rosso maggiore è un abitante dei boschi di latifoglie ma anche di conifere e non disdegna altri habitat fra i quali l’aperta campagna coltivata, circondata da filari di alberi, piantagioni golenali, pioppeti, vecchi giardini e ampi parchi cittadini ed è negli ultimi decenni in continua espansione dopo un periodo di forti decrementi.
Seppur originariamente abitante di boschi, questo picchio ha ormai conquistato tutto il verde urbano e non è raro osservarlo sul tronco che sovrasta la panchina del parco sulla quale abitualmente sediamo mentre è intento a scavare il suo nido o a setacciare palmo per palmo e con impensabile perizia la sua corteccia alla ricerca di qualche larva.
Spesso lo osserviamo fermo allo stesso posto per alcuni minuti mentre gira la testa come se cercasse di appoggiare l’orecchio al tronco per sentire eventuali presenze.
In effetti il picchio ha un udito eccezionale che gli permette di sentire attraverso la corteccia, il minimo rumore provocato dal movimento di qualche larva nascosta al di sotto.
Accertata la presenza ecco che con precisione inizia a perforare il legno proprio nel punto da cui proviene il rumore e, infilata la lunghissima lingua, subito godersi l’ambita preda. La proverbiale riservatezza dei picchi ha sicuramente raggiunto i livelli più bassi in questo suo rappresentante e la sua convivenza con le attività umane è ormai costante ovunque nel suo areale.
Lo si vede arrampicare sui tronchi e poi avvicinandoci, mentre sbircia da dietro il fusto il nostro arrivo o la presenza del nostro cagnolino, si allontana senza fretta emettendo uno stridulo ed allarmato kik kik kik.Spesso non scappa neppure ma preferisce giocare a nascondino da dietro il tronco e rimanere immobile al nostro passaggio.
Lo si vede ormai abitualmente anche alle mangiatoie invernali che vengono poste nei giardini per attirare uccelletti affamati.
Conoscendo la sua ingordigia per alimenti grassi ed untuosi, il picchio rosso viene facilmente attratto da un pezzo di lardo o di sego penzolante ad una corda od incastrato fra i rami di un albero, nei quali infila ripetutamente e con inimmaginabile facilità il suo becco asportando prelibati bocconi ipercalorici.
Vien da rammentare il detto … tanto va la gatta al lardo … ma in questo caso è proprio il picchio che, conosciuta la posizione di questa prelibatezza, ne è così attratto che rimane costantemente in loco senza mai abbandonare la posizione.
D’altra parte gli unici rivali sono le piccole cince (Parus spp.) che nulla possono fare contro la sua preponderanza.
Ma la sua presenza è sicuramente confermata dal tamburellare sui tronchi, continuo ed incessante in quasi tutte le stagioni.
Già dal tardo inverno ma con maggior assiduità nei primissimi mesi di primavera, il bosco si riempie delle sue elaborate percussioni più o meno sonore a seconda del tronco scelto.
A volte “il tamburo” è un ramo secco ed affusolato sulla punta estrema di un albero, per cui il rintocco risulta molto sonoro ed alto nella tonalità, talaltre è un grosso tronco vuoto o marcescente che emette un eco cupo e basso, altre ancora il tronco vegeto sul quale deciderà poi di scavare seriamente il nido.
Di certo il picchio rosso è uno dei più rumorosi del suo genere.
In uno studio presentato da uno scienziato canadese, basato sul quoziente di intelligenza degli uccelli, in modo particolare sui metodi di ricerca del cibo, il picchio è risultato una delle specie più intelligenti. È forse questa caratteristica che l’ha portato ed evolversi ed accettare, più di ogni altro uccello, i rapidi cambiamenti della vita moderna.
Il picchio rosso maggiore si nutre principalmente di insetti e delle loro larve che si procaccia infilando la lunga e vischiosa lingua nelle fessure dei tronchi che allarga con il suo forte becco.Questa sua capacità viene spesso sfruttata in modo anomalo in particolare durante il periodo di alimentazione della prole.
Infatti attraverso la corteccia riesce facilmente a sentire anche il leggero rumore emesso da nidiacei di altri uccelli che nidificano in fessure o pertugi molto stretti nel quale non riesce nè a guardare né tantomeno ad entrare per cui non esita a scavare un altro buco giusto in corrispondenza del fondo del nido e prelevare uno ad uno i piccoli di altre nidiate che verranno usati per alimentare i suoi piccoli. Vittime principali sono le varie cince ma anche picchi muratori (Sitta europaea) rampichini (Certhia sp.) e storni (Sturnus vulgaris).
Non è raro infatti vedere di questi buchi imperfetti ma sufficienti a far passare la testa ed il terribile becco di questi picchi a ridosso di altri pertugi visibilmente frequentati da altri uccelli.
Anche le cassette nido sono oggetto di martellamenti e vengono spesso letteralmente distrutte dalla furia di questi becchi.
E l’opera non termina qui ! L’avvento in questi ultimi decenni di materiali artificiali quali plastiche, rivestimenti murari gommosi ed elastici, travature architettoniche in legno esotico od anche sculture lignee poste in giardini pubblici, stanno diventando per questo uccello un’attrattiva inspiegabile ed irrefrenabile.
La sua firma è ormai presente ovunque.
Solo nel tardo autunno e durante l’inverno, modifica la sua alimentazione apportando una maggior quantità di bacche, semi e ghiande che accumula nei dormitori invernali.
Il picchio usa infatti diverse cavità nel suo territorio e le sfrutta sia come dormitori occasionali sia per nidificare quando ne arriva il momento. Sotto questo punto di vista non avrebbe necessità di effettuare migrazioni fintanto che le sue scorte rimangono ben pingue eppure certe popolazioni effettuano quegli erratismi di cui si parlava.
Morfofisiologia
Il picchio rosso maggiore ha le dimensioni di un comune merlo, avendo una lunghezza di 25 cm, un peso di 70/90 gr ed un’apertura alare di circa 40 cm.
Nella nostra terminologia comune viene chiamato maggiore per distinguerlo dal picchio rosso minore (Dendrocopos minor) un congenere col quale condivide parte dell’areale ma che non supera le dimensioni di un passero. Ha un mantello di colore nero con spalle bianche ed attraversato, sulle remiganti, da linee e punteggiatura sempre bianca. La coda è completamente nera e come tutti i veri picchi, le penne hanno calami molto rigidi adatti ad appoggiarsi quando appeso ai tronchi.
Le guance sono bianche attraversate da due mustacchi neri che si congiungono sulla nuca formando un collare ininterrotto, unico particolare che lo differenzia dal quasi indistinguibile picchio rosso di Siria (Dendrocopos syriacus) il cui collare è nettamente interrotto.Nel maschio il capo è totalmente nero con una con una breve striscia di color rosso carminio posta sulla nuca, tale caratteristica è assente nella femmina.
Le piume del sottocoda sono invece per entrambi i sessi del medesimo colore rosso. Zampe nere e becco nero perlaceo.
Nei giovani il colore rosso è molto più accentuato e si manifesta in entrambi i sessi sul capo ed appena sfumato nel sottocoda. In volo si presenta come un uccello bianco nero con andatura ondeggiata con abbassamenti molto profondi sulla linea di volo e quasi sempre accompagnato dal tipico verso.
Etologia-Biologia riproduttiva
Il picchio rosso maggiore è un uccello solitario e si avvicina ai suoi consimili solo durante la stagione degli accoppiamenti. Oltre a segnalare la sua presenza con i metodi prima descritti, è una specie combattiva e difende il territorio conquistato con tenacia e cattiveria. Al contrario è un amorevole corteggiatore e con il partner si esibisce in eleganti atteggiamenti che comprendono rincorse sui tronchi, dondolamenti della testa, ondeggiamenti del corpo e completati da tanta affettuosità.
La coppia è però, come d’abitudine per i picchi, fedele solo nella stagione della nidificazione.Pur essendo un uccello solitario che difende il suo territorio con fermezza, a volte transige sulle sue stesse abitudini e si ritrova, forse inconsapevolmente e travolto dalla golosità, a mangiare le dolcissime more dei gelsi di cui è tanto goloso, con tanti suoi simili senza neppure degnarli di uno sguardo. Il nido del picchio rosso maggiore si può trovare a qualsiasi altezza visto che lo scava dove più gli aggrada. Si può trovare sia a 2 m di altezza come a 20 m ed in qualsiasi tipo di essenza. Generalmente è collocato sugli 8-10 m d’altezza.
Spesso in val Padana ama scegliere il duro legno dell’acacia ma non disdegna specie più tenere come il pioppo o il tiglio. Specialmente nel nord del suo areale utilizza anche le conifere.Il buco è scavato da entrambi i partner ed ha un diametro di 5 cm. Lo scavo, dopo un breve percorso retto di una decina di cm, si curva verso il basso formando una camera più ampia dove crescerà la prole.
Depone da 4 a 6 uova bianchissime e lucide che vengono covate a turno dai due sessi per circa 16 giorni. Effettua una sola covata annuale ma ridepone nel caso di fallimento della prima deposizione.I piccoli rimangono nel nido per circa tre settimane, dopo di che iniziano a sgambettare fuori dal nido arrampicandosi tutti attorno ma sempre dipendendo dai genitori.
All’involo sono quasi sempre già indipendenti anche se la maturità viene raggiunta al secondo anno.
Il picchio rosso maggiore è ben distribuito ed ha una consistente presenza negli areali abitati per cui non è considerata specie a rischio anche se ampiamente protetta in tutti i paesi.
Non è mai stata ritenuta specie cacciabile ma si suol dire fra i cacciatori, anche se questo uccello non è mai entrato in alcun modo nel loro carniere, che le carni del picchio rosso maggiore siano fra le più dure ed amare fra tutti i volatili.
Nel solo continente europeo si stima una popolazione nidificante superiore alle 15 milioni di coppie assommanti a non meno di 45 milioni di esemplari.
Una curiosità: la sua facile frequentazione degli ambienti antropizzati, ha portato questo uccello, più di ogni altro picchio, a scavare buchi ed a volte anche il nido nei vecchi pali in legno delle linee telefoniche che attraversano le nostre campagne.
A volte questa abitudine ed il continuo accanimento provocano danni consistenti indebolendo la tenuta di questi sostegni fino al loro cedimento.
Sinonimi
Picus major Linnaeus, 1758.