Famiglia : Scorpaenidae
Testo © Giuseppe Mazza
Dendrochirus brachypterus (Cuvier, 1829) appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine Scorpaeniformes che con oltre 1300 specie è uno dei cinque più importanti ordini dei pesci ossei, ed alla famiglia Scorpaenidae, quella dello Scorfano rosso (Scorpaena scrofa), delizia dei buongustai, e dei pesci più velenosi esistenti, come il Pesce scorpione o il Pesce cobra (Pterois volitans) e l’ancora più temibile Pesce pietra (Synanceia verrucosa).
Il nome del genere Dendrochirus deriva dal greco “δένδρον” (Dendron) = albero, legno, e da “χειρός“ (Cheiros) = mano con riferimento alle pettorali aperte, le sue mani, che disegnano un caratteristico cerchio ad anelli che evoca quelli d’accrescimento visibili nella sezione di un albero.
Il termine specifico brachypterus nasce, sempre in greco, da “βραχύς” (Brachys) = corto e “πτερόν” (Pteron) = ala, ancora una volta con allusione a quelle sue particolari pinne, simili ad ali, ma di taglia modesta rispetto ai suoi parenti prossimi del genere Pterois dove Cuvier, nel 1829, aveva messo questo pesce.
I nomi volgari cambiano parecchio secondo i Paesi.
In Italia si parla di Ombrellino cinese, paragonando i raggi delle pinne a quelli di un ombrello; in Francia, più scientificamente, di “Ptérois nain”, visto che, dimensioni a parte, assomiglia molto a questi pesci; per gli Australiani e gli Indonesiani è il Dwarf lionfish, cioè un Pesce leone nano ( anche qui si fa riferimento agli Pterois detti in inglese Lionfish ); lo stesso fanno i tedeschi con “Zwerg-Feuerfisch”; ma negli USA, secondo i luoghi, viene chiamato, “Shortfin lionfish” (Pesce leone dalla pinna corta), “Shortfin turkeyfish” (Pesce tacchino dalle pinne corte) per la posa di questo uccello in parata nuziale, animale popolarissimo negli Stati Uniti, tanto che Benjamin Franklin voleva metterlo al posto dell’aquila come simbolo della Nazione, o ancora “Zebra firefish” (pesce di fuoco zebrato), ed altri nomi facilmente riconducibili alla morfologia o al colore di questo pesce.
Zoogeografia
Dendrochirus brachypterus ha una distribuzione molto vasta nelle acque dell’Indo-Pacifico tropicale. A titolo indicativo, lo troviamo lungo le coste del Mozambico, all’isola di Mayotte, alle Maldive, India, Isole Andamane, Tailandia, Malesia, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Nuova Caledonia e Lord Howe che segna il limite meridionale della specie. Verso Nord, dopo le Filippine e il Vietnam, raggiunge il Giappone, mentre a levante si spinge fino a Tonga e Samoa.
Ecologia-Habitat
È una specie bentonica notturna. Si può trovare in 2 m d’acqua, sui fondali sabbiosi e detritici fra madrepore e rocce coperte d’alghe, ma scende anche fin verso gli 80 m di profondità. Ama le acque tranquille delle lagune, dove si mimetizza alla perfezione, fra spugne e coralli, in attesa di prede.
Morfofisiologia
Come abbiamo visto, è uno Pterois in miniatura dato che raggiunge al massimo i 17 cm di lunghezza. La testa è massiccia con escrescenze mimetiche ed un’enorme bocca protrattile. Gli occhi sono decisamente grandi rispetto al pesce, per una perfetta visione notturna.
La linea laterale, con 42-45 squame, è ben marcata, quasi in rilievo. La pinna dorsale ha una struttura particolare: reca 13 raggi spinosi 9-10 raggi molli, e fin qui niente di strano, ma l’originalità sta nel fatto che i primi 12 raggi spinosi sono separati fra loro e possono orientarsi liberamente in tutte le direzioni. In più, come siringhe, sono collegati ad una ghiandola velenifera, pronti ad iniettare ittiotossina, il potente veleno dei pesci, fortunatamente termolabile. Ben lo sanno gli importuni, e per ammonirli il piccolo Dendrochirus brachypterus ha addobbato i suoi aculei multidirezionali con variopinti vessilli, nel caso non bastassero le caratteristiche pinne pettorali a memorizzare la specie.
Queste ultime recano 17-18 raggi molli con un disegno a cerchi concentrici, dal colore per lo più in armonia con le fasce mimetiche del corpo. Si può trovare un alternarsi di bande rosse e nere, ma anche verdi e nere, blu e nere o gialle e nere, la forma più rara, quella che per certi acquariofili non ha prezzo.
È un pesce che ama star fermo. Ondeggia spesso le pettorali, che hanno i primi raggi allungati a mo’ di zampe per facilitare gli spostamenti sui fondali, ma le apre completamente solo nel nuoto planato quando è costretto alla fuga o si sposta fra le formazioni madreporiche.
La pinna anale, trasparente ma tratteggiata in bianco e nero come la seconda parte della dorsale e la caudale, conta 3 raggi spinosi e 5-6 molli.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Dendrochirus brachypterus è un vorace carnivoro che caccia, prevalentemente d’agguato, in luoghi imprevedibili, anche appeso capovolto in una grotta. Inghiotte interi i piccoli pesci ed i crostacei che s’avvicinano incuriositi dalle escrescenze e i colori alla sua grande bocca. E quando sono titubanti è stato visto spingerli contro un ostacolo a pinne spianate per impedirne la fuga.
In natura vive isolato, salvo nel periodo riproduttivo quando le femmine depongono masserelle gelatinose d’uova galleggianti, come avviene con gli scorfani. Trascinate dalle correnti si dissolvono in meno di due giorni liberando le larve.
Data la piccola taglia, la variopinta livrea e la scarsa propensione a muoversi, si potrebbe pensare che è il pesce ideale per un piccolo acquario domestico.
In realtà è un pesce che difficilmente accetta prede morte, ed anche se alla fine si riesce a fargli apprezzare frammenti di gamberetto, agitati con un bastoncino davanti al muso, inquina molto e richiede potenti filtri esterni di grosse dimensioni per non parlare di periodici e costosi cambiamenti parziali dell’acqua.
Per indurli a mangiare, alcuni offrono i comuni e poco costosi pesciolini rossi vivi, che in genere vengono subito inghiottiti, ma questi pesci d’acqua dolce sono spesso portatori di malattie ed i poveri Dendrochirus brachypterus sono già di per sé particolarmente vulnerabili a quelle che circolano negli acquari. In più, quando il PH scende sotto il normale e nell’acqua si concentrano fosfati e nitrati la pelle ne risente subito e si stacca a brandelli.
E tutto questo senza contare il pericolo di punture, tutt’altro che rare, durante l’incauta pulizia della vasca o i tentativi per nutrirlo.
Meglio quindi lasciare questo variopinto scorfano di lusso nelle acque dei reef o salvo ospitarlo nelle vasche ben attrezzate e monitorate dei grandi acquari pubblici.
In natura la resilienza della specie è relativamente buona, con popolazioni che possono raddoppiare in 1,4-4,4 anni. Oggi, nel 2020, l’indice di vulnerabilità è moderato, segnando 32 su una scala di 100.
Sinonimi
Pterois brachyptera Cuvier, 1829.