Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo e Filippine dove cresce sugli alberi o sulle rocce tra 700 e 2000 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “déndron” = albero e “cheilos” = labro, con riferimento alla sua natura epifita e al labello prominente; il nome della specie è il termine latino “glumaceus” = provvisto di gluma (brattea che circonda la spighetta nella infiorescenza delle graminacee).
Nomi comuni: hay-scented orchid, husk-like dendrochilum (inglese).
Il Dendrochilum glumaceum Lindl. (1841) è una specie epifita o litofita con pseudobulbi ovoidi, ravvicinati, di 1,5-5 cm di lunghezza e 0,5-1,5 cm di diametro, provvisti di un’unica foglia oblanceolata o ellittica, lunga 10-50 cm e larga 2-4 cm; lasciata indisturbata forma grossi cespi.
Le infiorescenze, che si sviluppano contemporaneamente al nuovo pseudobulbo ed alla nuova foglia, sono ricurve, lunghe 20-50 cm, portanti numerosi minuscoli fiori alterni, ravvicinati, disposti regolarmente su due file, con sepali e petali di colore bianco avorio e labello giallo arancio, con alla base brattee lanceolate simili a glume di colore generalmente verdastro, a volte rosato, lunghe circa 8 mm; i fiori sono gradevolmente profumati.
I sepali sono lanceolati, di 5-12 mm di lunghezza ed 1-2 mm di larghezza, i petali sono oblunghi, con apice appuntito, di 4-8 mm di lunghezza e 1-2 mm di larghezza, il labello, di colore giallo arancio, trilobato, è lungo 2-4 mm e largo circa 2 mm. Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione.
Specie poco coltivata che meriterebbe una maggiore diffusione per le infiore- scenze dai minuscoli fiori delicati, profu- mati e di lunga durata, circa un mese.
Durante il periodo vegetativo, in primavera-estate, richiede una parziale ombreggiatura, temperature medio-alte ed elevata umidità atmosferica, 60-80%, con innaffiature abbondanti e regolari concimazioni.
In inverno la luminosità deve essere elevata, anche luce solare leggermente filtrata, le innaffiature vanno diradate, lasciando asciugare in parte il composto, e le temperature mantenute preferi- bilmente tra 15 e 20 °C; fondamentale in tutte le stagioni una buona circolazione dell’aria.
Utilizzare per le innaffiature e nebuliz- zazioni acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata e le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ¼ di dose di quella consigliata sulla confezione.
Può essere coltivata in vaso o canestro con composto drenante e aerato che può essere costituito da frammenti di corteccia di fine pezzatura, carbone e sfagno. Non ama essere disturbata, quindi rinvasi e divisioni vanno effettuati solo quando strettamente necessari, nel momento della ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Platyclinis glumacea (Lindl.) Benth. ex Hemsl. (1881); Acoridium glumaceum (Lindl.) Rolfe (1904).
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