Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Myanmar, Thailandia e Vietnam dove cresce epifita nelle foreste aperte fino a circa 300 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “δένδρον” (dendron) = albero e “βίος” (bios) = vita, con riferimento alle numerose specie del genere che vivono sugli alberi; il nome specifico è l’aggettivo latino “cruentus, a, um” = insanguinato, macchiato di sangue, con riferimento alla macchia rossa sul labello.
Nomi comuni: blood red dendrobium (inglese); ueang nok kaeo (thailandese); hoàng thảo thanh hạc (vietnamita).
Il Dendrobium cruentum Rchb.f. (1884) è una specie epifita con pseudobulbi eretti cilindrici, leggermente assottigliati all’apice e alla base, di 15-35 cm di lunghezza e circa 0,7 cm di diametro nella parte centrale, provvisti per quasi tutta la loro lunghezza di foglie oblungo-ellittiche, fino a circa 12 cm di lunghezza e 2 cm di larghezza, coriacee, di colore verde intenso lucido; le basi fogliari inguainanti lo pseudobulbo sono ricoperte da una corta peluria nera.
Infiorescenze ai nodi portanti 1-3 fiori, di 3,5-6 cm di diametro, con sepali triangolari con apice appuntito, lunghi 3 cm e larghi nella parte mediana circa 1,5 cm, di colore verde chiaro con venature più scure, petali lineari con apice appuntito dello stesso colore dei sepali, lunghi circa 2,5 cm e larghi 0,6 cm, e labello trilobato, lungo 2,5 cm e largo 1,5 cm, consistente e di aspetto ceroso, con lobi laterali eretti soffusi di rosso arancio e lobo centrale verde chiaro con margini ondulati rosso corallo e macchia rosso vivo alla base percorsa da 5 lamelle crestate.
Si riproduce per seme, in vitro, micropropagazione e divisione, da effettuare alla ripresa vegetativa, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Specie rara e a rischio di estinzione dalla fioritura particolarmente ornamentale, che nei luoghi di origine si protrae dalla primavera all’autunno, con fiori leggermente profumati e di lunga durata, circa un mese, e che ha dato origine a numerosi ibridi.Richiede una parziale ombreggiatura e temperature medio-alte in estate, 25-32 °C, valori mediamente più bassi in inverno con minime notturne non inferiori a 15 °C, e umidità elevata, 70-80%, con una buona e costante ventilazione. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti durante il periodo vegetativo, dalla primavera all’autunno, ma lasciando asciugare prima di ridare acqua, poi pressoché sospese in inverno fino alla ripresa vegetativa, con eventuali nebulizzazioni per non fare raggrinzire eccessivamente gli pseudobulbi. Per le innaffiature e nebulizzazioni utilizzare acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distri- buite e alternate, in modo da evitare accumulo di sali alle radici, vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ½ – ¼ di dose di quella consigliata sulla confezione. Può essere montata su corteccia, tronchi, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, oppure coltivata in vasi poco profondi o canestri con composto molto drenante e aerato, per permettere alle radici di asciugarsi velocemente dopo ogni innaffiatura, che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) e carbone di media pezzatura con eventuale aggiunta di inerti per migliorare il drenaggio; trapianti e rinvasi vanno effettuati, quando necessari, alla ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice I della CITES (specie a rischio di estinzione per la quale il commercio è ammesso solo in circostanze eccezionali).
Sinonimi: Callista cruenta (Rchb.f.) Kuntze (1891).
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