Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Arcipelago di Bismarck, Isole Molucche e Papua Nuova Guinea, dove cresce epifita dal livello del mare, nelle foreste di mangrovie, e fino a circa 600 m di altitudine nelle foreste pluviali.
Il nome generico è la combinazione dei termini greci “déndron” = albero e “bios” = vita, con riferimento alle numerose specie del genere che vivono sugli alberi; il nome specifico è l’aggettivo latino formato da “bractea” = brattea, col suffisso “-osus, a, um”, quindi provvisto di brattee, con riferimento alle lunghe brattee petaloidi.
Il Dendrobium bracteosum Rchb.f. (1886) è una specie epifita con fusti cilindrici assottigliati alla base, pendenti o eretti, lunghi 10-40 cm, ricoperti da una guaina di aspetto cartaceo, con foglie coriacee oblungo-ellittiche con apice appuntito, alterne, lunghe 4-9 cm e larghe 1-2 cm, concentrate nella parte terminale, di colore verde intenso.
Le infiorescenze, sui pseudobulbi privi di foglie di uno o più anni di età, sono racemi compatti, su un corto peduncolo, portanti 3-8 fiori o più cerosi, profumati, di circa 2,5 cm di diametro, sottesi da una brattea ovata con apice appuntito più lunga dell’ovario, persistente, che assume lo stesso colore dei fiori; i sepali e i petali sono di colore bianco, rosa o porpora, il labello arancio rossastro. Il sepalo dorsale è lanceolato, lungo 1-2 cm, i laterali sono lanceolato-triangolari, lunghi circa 1,2 cm, fusi alla base della colonna a formare una specie di sperone (mentum) lungo 0,8-1 cm, i petali sono obovato-oblunghi con apice appuntito lunghi circa 1,2 cm, il labello è oblungo-ellittico con apice appuntito, concavo, di 0,5 cm di lunghezza, e la colonna, verde, è lunga circa 0,5 cm.
Si riproduce per seme, in vitro, micropropagazione e per divisione, con ciascuna sezione provvista di 3-4 pseudobulbi.
Specie che si contraddistingue per la lunga durata dei fiori sulla pianta, fino a quasi sei mesi, richiede durante il periodo vegetativo elevate temperature ed umi- dità, parziale ombreggiatura, abbondanti e regolari innaffiature preferibilmente al mattino, in inverno condizioni più fresche ed innaffiature più diradate, con tem- perature minime superiori a 16-18 °C, anche se riesce a sopportare, comple- tamente asciutta, qualche grado in meno per brevissimo periodo; fondamentale una costante buona ventilazione.
Per le innaffiature e nebulizzazioni utiliz- zare acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, oppor- tunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose, o meno, di quella consigliata sulla confezione. Può essere montata su corteccia, tronchi, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti oppure coltivata in vasi di piccole dimensioni con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura. Rinvasi ed eventuali divisioni vanno effettuati all’apparire delle nuove radici.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Dendrobium chrysolabrum Rolfe (1889); Dendrobium novae-hiberniae Kraenzl. (1894); Dendrobium dixsonii F.M.Bailey (1899); Dendrobium bracteosum var. album Sander (1901); Dendrobium bracteosum var. roseum Sander (1901); Dendrobium trisaccatum Kraenzl. (1910); Dendrobium eitapense Schltr. (1912); Dendrobium quadrialatum J.J.Sm. (1922); Dendrobium leucochysum Schltr. (1923); Pedilonum bracteosum (Rchb.f.) Rauschert (1983); Pedilonum eitapense (Schltr.) Rauschert (1983); Pedilonum leucochysum (Schltr.) Rauschert (1983); Pedilonum quadrialatum (J.J.Sm.) Rauschert (1983).
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