Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Australia (Northern Territory e Western Australia), Molucche, Nuova Guinea e Piccole Isole della Sonda dove cresce epifita nelle foreste, in prossimità di zone paludose, ma anche ai margini di aree semidesertiche, fino a circa 300 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “δένδρον” (dendron) = albero e “βίος” (bios) = vita, con riferimento alle numerose specie del genere che vivono sugli alberi; il nome specifico è l’aggettivo latino “affinis” = vicino, simile, dato dall’autore che per primo ha descritto la specie, Joseph Decaisne (Decne.), col nome di Onichyum affine , per una certa somiglianza con il Dendrobium mirbelianum Gaudich. (1829).
Il Dendrobium affine (Decne.) Steud. (1840) è una specie epifita con pseudobulbi cilindrici lunghi 12-18 cm con foglie alterne lineari-lanceolate con apice appuntito, coriacee, di colore verde lucido. Infiorescenza racemosa arcuata, lunga 30-50 cm, dai nodi superiori anche degli pseudobulbi degli anni precedenti privi di foglie, portante numerosi fiori, di circa 3 cm di diametro, che si aprono in successione, di colore bianco con macchia giallo verdastra alla base del labello, esiste una variante con macchia rosso porpora. Sepali oblunghi con apice appuntito, quelli laterali, fusi insieme alla base della colonna, formano una sorta di sperone (mentum), petali obovati e labello trilobato, con lobi laterali, tondeggianti, che circondano la colonna e lobo centrale oblungo con apice appuntito.
Si riproduce per seme, in vitro, e divisione, da effettuare alla ripresa vegetativa, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Specie molto ornamentale dai fiori di lunga durata, 1-2 mesi, ma relativamente poco coltivata, richiede elevata luminosità, anche qualche ora di luce solare diretta, temperature medio-alte, con minime invernali preferibilmente non inferiori a 15 °C, elevata umidità, 70-85%, ed una buona costante ventilazione. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti durante il periodo vegetativo, ma lasciando asciugare il substrato prima di ridare acqua, diradate in inverno fino alla ripresa vegetativa. Per le innaffiature e nebulizzazioni utilizzare acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ¼ di dose di quella consigliata sulla confezione. Può essere montata su corteccia, tronchi, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, oppure coltivata in vasi poco profondi o canestri con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura con eventuale aggiunta di inerti per migliorare il drenaggio; i rinvasi vanno effettuati, quando necessari, alla ripresa vegetativa.La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Onychium affine Decne. (1836); Dendrobium dicuphum F.Muell. (1874); Dendrobium leucolophotum Rchb.f. (1882); Callista affinis (Decne.) Kuntze (1891); Callista dicupha (F.Muell.) Kuntze (1891); Callista leucolophota (Rchb.f.) Kuntze (1891); Dendrobium urvillei Finet (1903); Vappodes affinis (Decne.) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Vappodes dicupha (F.Muell.) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002).
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