Famiglia : Elapidae
Testo © Dr. Gianni Olivo
Il mamba verde orientale (Dendroaspis angusticeps Smith, 1849, famiglia Elapidae), insieme agli altri due mamba verdi (Dendroaspis viridis e Dendroaspis jamesoni) merita, più del mamba nero, il suo nome scientifico di aspide degli alberi, in quanto spende la maggior parte della sua esistenza tra i rami degli alberi. Si tratta di un serpente di notevoli dimensioni, che raggiunge i 250 cm di lunghezza negli esemplari più grandi, mentre la media degli adulti si attesta tra i 160 ed i 200 cm. A fronte di una notevole lunghezza, però, il diametro è relativamente modesto e l’aspetto d’insieme è quello di un rettile estremamente aggraziato ed elegante, aiutato in ciò, dal colore verde brillante.
La testa è simile a quella degli altri mamba, vale a dire a forma di bara, stretta ed allungata, con le “guance”, per usare un termine non proprio esatto, quasi parallele. L’occhio è a pupilla rotonda e la commessura labiale arriva ben più indietro dell’occhio che è quasi a metà strada tra apice del muso ed angolo labiale. Il colore, come dicevo, è verde vivo, a volte con qualche squama più chiara che crea quasi una rada puntinatura, la parte ventrale è più chiara, mentre gli immaturi sono di un verde più pallido che a volte rasenta il giallo, ma tale colorazione è presente solo finché l’animale raggiunge i 60 cm.
Appena uscito dall’uovo, il piccolo misura da 30 a 40 cm. ed è già in grado di inoculare una dose di veleno potenzialmente letale per l’uomo.
Il numero di file di squame a metà lunghezza del corpo va da 17 a 19. La coda è lunga e fine ed il passaggio corpo-coda non è evidente. Le zanne velenifere, poste anteriormente sul palato e fisse (proteroglifi) sono lunghe da 5 a 7 mm e in buona parte ricoperte da una guaina mucosa che viene spinta indietro dalla pressione quando l’animale morde.
Distribuzione ed habitat
Molte persone tendono ad identificare come mamba verde ogni serpente di tale colore che venga visto sulle piante, per cui le segnalazioni sono spesso inattendibili, tanto che alcune volte delle persone mi riferirono di aver visto un mamba verde nel loro giardino o durante un’escursione, in zone dove tale serpente non è presente.
Il fatto di essere un mamba, sinonimo di serpente letale, il colore verde, stranamente da secoli associato a malignità e velenosità, nei serpenti, la predilezione per la vita sulle piante, hanno alimentato leggende e dicerie errate: moltissimi ritengono che il mamba verde sia più pericoloso del mamba nero, mentre il suo carattere meno nervoso, un veleno meno potente, la sua vita … ritirata, lo rendono molto ma molto meno pericoloso del cugino.
Altri sono convinti che tale serpente si lasci dondolare dai rami in attesa di mordere l’ignaro passante: non lo fa neppure il mamba nero, almeno, non lo fa con il proposito di mordere qualcuno, ma sicuramente, andare a sfiorare un black mamba che se ne sta su un ramo lungo un sentiero, ha come risultato una reazione violenta molto più facilmente che con un mamba verde.
Per quanto concerne il riconoscimento del rettile di cui parliamo e per evitare grossolane confusioni, occorre ricordare che un serpente arboricolo verde con squame lisce e non carenate, più lungo di 150 cm non può essere che un mamba verde, anche se il Boomslang (altro serpente altamente velenoso ed altrettanto arboricolo) può raggiungere i 2 metri. Tuttavia quest’ultimo ha squame carenate ed aspetto “scabro”, occhio molto grande, muso corto ed ottuso e, quando irritato, gonfia verticalmente la sua parte anteriore, a livello del collo. Un carattere comune alla due specie è una certa riluttanza a mordere se non ripetutamente provocati.
Tornando ad errati avvistamenti in zone dove non è presente, in effetti l’areale di distribuzione del mamba verde occidentale è abbastanza ristretto: zone costiere del Kenya (più a Nord non è segnalato) e qualche isolata enclave nell’entroterra kenyota, in Tanzania è comune in una fascia lungo la costa che, nella parte meridionale, si allarga verso Ovest fino alla parte settentrionale del Lago Nyassa. È presente in Zimbabwe soprattutto in certe piantagioni di te e sui monti Chimanimani, ed anche in Malawi ma non è segnalato in Zambia. In Mozambico è assente dalla parte settentrionale e questo fatto è abbastanza curioso perché pare quasi che il confine con la Tanzania segni anche il preciso confine alla presenza del mamba verde che è presente a Nord del Rovuma ed assente a Sud.
Ricompare poi in Mozambico più a Sud, nella fascia costiera ed in una fascia trasversale che va fino ai Monti Chimanimani (confine con lo Zimbabwe). Più a Sud ancora è presente nell’area di Maputo e poi in Sudafrica (Kwa-Zulu) soprattutto nelle piantagioni lungo l’Oceano indiano. Vi sono poi isolate enclavi (ad esempio sulle pendici del Kilimanjaro e del Monte Kenya, negli Usambara (Tanzania), nelle isole di Zanzibar, Mafia e Pemba. Con ogni probabilità, in futuro, qualche nuova segnalazione attendibile potrebbe verificarsi anche in aree inaspettate, ma, in generale, la specie è realmente limitata ad un’esigua fascia orientale.
Il suo habitat ideale sono il bush fitto e non troppo secco, zone boscose, piantagioni e, spesso, giardini. Non è raro che si insedi nei pressi di un’abitazione o di una farm ed è abbastanza comune trovarlo nei caratteristici tetti thatched (in canniccio). Preferisce, in definitiva, zone meno aperte e bush più fitto del mamba nero, e nelle zone ove entrambe le specie sono presenti, la suddivisione degli habitat è ancor più evidente, e spesso netta.
Abitudini
Serpente adattato magnificamente alla vita su alberi e cespugli, scende, tuttavia, a terra, sia per spostarsi da una zona alberata ad un’altra, sia, più raramente per insidiare una preda (ma questa è un’evenienza più teorica che certa).
Si muove, sia sul terreno che sui rami, con velocità ed agilità e caccia attivamente uccelli, lucertole, camaleonti, raganelle e piccoli mammiferi ed è un assiduo predatore di pipistrelli, che sorprende durante il giorno, quando non sono in attività. È, infatti, rettile essenzialmente diurno, e di notte dorme su un ramo o nella cavità di un tronco. Rettile oviparo, come tutti i mamba, depone fino a 15 uova, che vengono abbandonate a se stesse ed impiegano circa 90 giorni a schiudere, aiutate, spesso, dalla presenza di materiale vegetale in disfacimento, che mantiene un certo calore.
Comportamento nei confronti dell’uomo e veleno
A differenza del mamba nero non si tratta di un serpente aggressivo, raramente minaccia a bocca spalancata e non allarga lo stretto “cappuccio” del mamba nero, e l’interno della bocca si presenta chiaro, a differenza del precedente. Il veleno è meno studiato di quello di Dendroaspis polylepis, ma si sa che è meno potente, anche se abbondantemente letale per l’uomo. La dose letale per un uomo adulto è di circa 18-20 mg contro i 12-15 mg di Dendroaspis polylepis, mentre la dose che può inoculare con un morso è 60-100 mg. Per un paragone e per alcune caratteristiche delle tossine dei mamba verdi, vedere la scheda riguardante il mamba nero.
I morsi sono rari, stante la timidezza, elusività e temperamento pacifico, e riguardano solitamente appassionati che maneggiano serpenti o, più raramente, i lavoranti delle piantagioni, nel caso mettano una mano direttamente su di un rettile. Dei pochi casi riportati, in almeno due furono presenti sintomi locali, come tumefazione, edema ed addirittura necrosi, fenomeni che non si verificano con il veleno del mamba nero.
Dopo somministrazione di siero polivalente, di solito la risoluzione dei sintomi è più pronta che dopo un morso di Dendroaspis polylepis, ma spesso è comunque necessaria la ventilazione assistita ed un morso di mamba verde rimane comunque un’emergenza.
Nomi comuni: inglese: western green mamba, common green mamba; afrikaans: Groenmamba, Groen mamba; isiZulu: Imamba eluhlaza; xhosa: Imamba.
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