Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La Deckenia nobilis H.Wendl. ex Seem. (1870) è endemica dell’arcipelago delle Seychelles, cresce in particolare nelle isole di Mahè, Praslin, Silhouette, La Digue, Felicitè e Curieuse, prevalentemente su fianchi collinari esposti ad altitudini medio basse.
Il genere è dedicato all’esploratore tedesco Karl Klaus von der Decken (1833-1865); il termine specifico deriva dal latino “nobilis” = nobile, magnifico.
È comunemente nota come “chou palmiste” e “palmiste” in francese e “cabbage palm” e “millionaire’s salad” in inglese, con riferimento all’uso alimentare degli apici vegetativi.
Palma a fusto solitario, slanciato, che può raggiungere un’altezza di 30 m ed oltre con un diametro di circa 30 cm, di colore grigio chiaro e su cui sono visibili gli anelli traccia della attaccatura delle foglie cadute, caratterizzato nella fase giovanile dalla presenza di fitte spine lunghe 7-8 cm.
La base del picciolo avvolge interamente il fusto per circa 1 m e si presenta anch’essa spinosa nella fase giovanile, mentre nelle piante adulte è coperta da un tomento bianco.
Le foglie sono pennate, lunghe circa 4,5 m, con pinnule verde intenso fino ad 1 m di lunghezza e regolarmente inserite sul rachide.
Le infiorescenze si sviluppano sotto le foglie all’interno di una corta spata giallo-verdastra coperta di spine dorate che tende a disporsi quasi perpendicolarmente al fusto, alla sua apertura l’infiorescenza, molto ramificata, si distende verso il basso.
I fiori sono raggruppati nella classica triade (un fiore femminile in mezzo a due fiori maschili).
I frutti sono ovoidi, piccoli (circa 10 mm di lunghezza), di un colore nerastro a maturità. È una delle palme più ornamentali, malgrado la fase giovanile ‘aggressiva’, ma purtroppo si è dimostrata poco adattabile a climi diversi da quello strettamente tropicale umido.
In passato la sua popolazione ha rischiato di assottigliarsi notevolmente per l’uso alimentare dei suoi apici vegetativi, i famosi “cuori di palma”, il cui prelievo ha come conseguenza la morte della pianta. Ora è considerata “vulnerabile” ed è inserita tra le specie protette.
Sinonimi: Iriartea nobilis (H.Wendl. ex Seem.) N.E.Br. (1882).
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