Famiglia : Cycadaceae
Testo © Prof. Pietro Pavone
Cycas revoluta Thunb. è una specie della famiglia Cycadaceae che include l’unico genere Cycas con circa 118 specie proprie delle regioni tropicali. Cycas revoluta è stata la seconda specie del genere a essere riconosciuta, raccolta in Giappone nel 1775-1776 da Carl Peter Thunberg (1743-1828), botanico e medico svedese, che la descrisse qualche anno dopo nella pubblicazione della Società Olandese delle Scienze in Haarlem (Verh. Holl. Maatsch. Wetensch. Haarlem 20: 424, 1782).
Fu messa a dimora in Europa per la prima volta nel 1793 presso l’Orto botanico di Palermo, dono della regina Maria Carolina d’Austria (1752-1814), consorte di Ferdinando I delle Due Sicilie (1751-1825).
Da questa pianta si ricavarono, per via agamica, molti esemplari che furono impiantati in molti giardini storici siciliani.
La specie è originaria delle isole Ryūkyū (isole Nansei) del Giappone meridionale in habitat naturali delle foreste costiere, su terreni pianeggianti, ma a causa della loro bonifica per l’agricoltura oggi si rinviene principalmente su siti pietrosi e anche scoscesi (100-500 m s.l.m.).
In passato era abbondantemente presente anche nella provincia costiera di Fukien (Cina sud-orientale) ma la raccolta eccessiva da parte dei rivenditori commerciali e la distruzione dell’habitat, avvenuta negli anni ‘60 del secolo scorso, hanno messo in dubbio la presenza di popolazioni selvatiche.
È stata segnalata come spontanea anche in Taiwan.
Per la sua larga diffusione nel mondo dal 2022 Cycas revoluta, nonostante la riduzione del suo habitat nelle aree di origine, è stata valutata per la Lista rossa IUCN delle specie minacciate nella categoria di rischio minimo (LC, Least Concern).
Comunque è protetta dal commercio e come tale inserita nell’appendice II della Convenzione di Washington (CITES) che ha lo scopo di tutelare le specie animali e vegetali impedendone la loro esportazione e detenzione.
Il nome del genere è fatto derivare, da una citazione di Teofrasto per una palma non meglio identificata, dal greco κύκας (cýkas) a sua volta derivato, per trascrizione errata, da κόικας (cóikas) accusativo plurale di κόιξ (coix) per la sua somiglianza con le palme. L’epiteto specifico proviene da “revoluto”, arrotolato, e fa riferimento ai margini dei segmenti fogliari arrotolati.
Volgarmente Cycas revoluta è chiamata sago, palma da sago, re sago, palma sago giapponese, sotetsu (ソテツ) in Giappone.
Il genere Cycas fa parte delle Cycadales che è un ordine molto antico, il più primitivo tra le Gimnosperme, comparso sulla terra circa 280 (300) milioni di anni fa, e che raggiunse il massimo sviluppo nel Mesozoico sia come distribuzione geografica sia come numero di taxa. Infatti, le sue specie erano presenti in molte parti del mondo e costituivano importanti elementi delle foreste e delle comunità vegetali. Apparvero prima dei dinosauri, esistevano insieme con loro, colonizzarono tutta la terra, ma a differenza di essi non si estinsero mai completamente.
Infatti, alcune specie sono sopravvissute giungendo fino ai giorni nostri, come Cycas revoluta, che, a buon diritto, si può considerare un vero e proprio fossile vivente.
Cycas revoluta ha un tronco alto fino a 8 m, colonnare, poco ramificato, ricoperto dai vecchi resti delle basi fogliari (scaglie brune), e con numerosi polloni basali (rami laterali).
Le radici hanno radichette secondarie con ingrossamenti coralliformi che ospitano colonie di cianobatteri azotofissatori, quali Nostoc e Anabaena che forniscono alla pianta principalmente azoto, nutriente essenziale per la sua crescita.
Le foglie giovani sono chiuse e coperte da una densa peluria.
Le foglie mature, di colore verde brillante, sono molto grandi (0,7-1,4 m × 20-25 cm), pennate, coriacee, disposte a rosetta all’apice del tronco assieme ai catafilli che sono triangolari (4-5 × 1,5-2,3 cm) con denso tomento brunastro e apice acuminato.
Il picciolo misura 10-20 cm, con 6-18 spine su ciascun lato. La lamina fogliare è oblunga o ellittico-lanceolata, fortemente a “V” in sezione, ricurva.
Le foglioline, in numero di 60-150 coppie, sono inserite a circa 45° sulla nervatura centrale (rachide) che è coriacea, scarsamente pubescente e con apice pungente.
Cycas revoluta è una specie dioica come del resto tutte le Cycadales, cioè esistono individui maschili e femminili.
I maschili formano, all’estremità del fusto, un cono pollinico (strobilo) color giallo pallido, cilindrico, 30-60 × 8-15 cm con microsporofilli di 3,5-6 × 1,7-2,5 cm, inseriti a spirale sul proprio asse, che portano sulla faccia inferiore le sacche polliniche in numero variabile.
Gli individui femminili hanno macrosporofilli di tipo fogliare con 6-8 (10) ovuli ortotropi, 14-22 cm, densamente tomentosi. L’asse (gambo) è lungo 7-12 cm e la lamina sterile è profondamente laciniata, con 21-35 lobi di 1-3 cm.
L’impollinazione è operata prevalentemente da insetti (impollinazione entomofila) e avviene da maggio a luglio.
Studi cariologici hanno evidenziato che sia gli individui maschili sia i femminili hanno un corredo cromosomico di 2n=22 e analizzando i singoli cromosomi si è visto che nel corredo cromosomico delle piante maschili sono presenti due tipi di cromosomi (X e Y), mentre nelle piante femminili un solo tipo (XX).
Pertanto il fenomeno del dioicismo in Cycas revoluta (presente anche in tutte le Cycadales) è avvalorato dalla presenza dei cromosomi sessuali (eterosomi) che, durante la meiosi, determinano il sesso del nuovo individuo.
La fecondazione avviene a terra (altro carattere di primitività) dopo l’impollinazione. Dal granulo pollinico è emessa una protuberanza, il tubetto pollinico, che serve a veicolare i gameti all’interno dell’ovulo.
I gameti sono ciliati, lunghi 180-210 µm, generati da una cellula generativa e dopo essere stati introdotti nell’ovulo dal tubetto pollinico, raggiungono l’organo riproduttore femminile (archegonio), nuotando nel liquido della camera archegoniale che consente loro di fecondare l’oosfera (il gamete femminile). Solo uno di essi feconda l’oosfera, l’altro degenera.
In assenza di un ovario la pianta non forma veri frutti, ma gli ovuli fecondati si trasformano in semi carnosi, di colore rosso-arancio che maturano nei mesi di settembre-ottobre. La parte esterna del seme è formata del tegumento che avvolge l’ovulo e il seme assume così le sembianze di una drupa. I semi sono ovoidali (obovoidi) alquanto compressi, (3-)4-5 × 2,5-3,5 cm, leggermente pruinosi.
L’embrione è provvisto di due cotiledoni.
Cycas revoluta è una pianta molto ornamentale e si adatta a essere coltivata sia in giardino, nei climi più temperati, sia in vaso, soprattutto nelle località a clima più rigido. È una pianta piuttosto rustica, resiste fino a -5 (-8) °C, non ama le correnti d’aria e predilige una forte luminosità. Richiede apporto di acqua, in particolare nel periodo estivo, se coltivata su substrati molto sciolti, altrimenti va irrigata solo quando il terreno diventa asciutto al tatto. L’irrigazione eccessiva può causare marciume radicale, che porta a morte la pianta.
Si propaga in primavera per semi fecondati che vanno interrati per circa 20 cm ma la germinazione è lenta e variabile da 50 a 100 giorni. La riproduzione per via vegetativa si può fare rimuovendo i polloni che si formano alla base della pianta madre e ponendoli in vasi riempiti con terriccio sciolto, come quello per la coltivazione di cactus o di palme.
La concimazione va fatta con prodotti a lenta cessione una volta in primavera e una in estate. Se si notano carenze di nutrienti, come ingiallimento delle foglie, si può trattare la pianta con fertilizzante idrosolubile senza eccedere, solo una volta al mese. La potatura va fatta solo per mantenere la pianta esteticamente accattivante eliminando le foglie secche. Poiché le foglie sono pungenti, si consiglia di adoperare guanti protettivi.
Cycas revoluta ha una crescita molto lenta, un giro di foglie l’anno. Richiede, pertanto, anni per raggiungere la sua dimensione massima, che in genere è di 6–7 m di altezza. Sono noti, nei luoghi di origine, alcuni esemplari vivi di diverse centinaia di anni.
Cycas revoluta è una pianta molto importante per le popolazioni locali perché è utilizzata per diversi scopi, anche medicinali. Poiché contiene abbondante amido, si utilizza come alimento, detto amido di sago, un amido di largo uso alimentare.
Per la sua estrazione si utilizzano piante non ancora giunte alla fioritura, tagliando i tronchi longitudinalmente in modo da estrarre il tessuto interno, da cui si ottiene l’amido.
Prima del suo utilizzo alimentare il midollo estratto dal tronco è macinato per ottenere una farina grossolana e, mediante un lungo procedimento, è accuratamente lavata per rimuovere le tossine naturali presenti.
Si procede, quindi, alla sua essiccazione e successiva cottura in modo da ottenere una fecola d’impiego alimentare, adatta a fare pane e diversi tipi di dolci.
Il sago (o sagù), per le popolazioni locali, è un prodotto di notevole importanza alimentare e viene anche esportato.
Senza questi trattamenti il sago è molto velenoso.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per l’uomo e per gli animali domestici che sembrano trovare la pianta molto appetibile ma l’ingestione di foglie o dei semi provoca danni permanenti agli organi interni e morte.
È noto che i cianobatteri fotosintetici nelle radici di Cycas revoluta producono la neurotossina chiamata β-N-metilammino-L-alanina (BMAA) che la pianta assorbe e può entrare nella catena alimentare umana mediante i semi che possono essere mangiati direttamente come fonte di farina o attraverso animali selvatici, come i pipistrelli, che si nutrono di questi semi, e che, a loro volta, sono mangiati dagli esseri umani. Oltre alla neurotossina BMAA, presente in diverse specie del genere, compresa Cycas revoluta, si riscontra anche il glicoside cicasina che nei semi è in maggiore concentrazione.
Queste tossine se ingerite in piccole dosi causano irritazione gastrointestinale, vomito e violente enteriti, se ingerite a dosi elevate, provocano depressione del sistema nervoso centrale, convulsioni ed insufficienza epatica. Inoltre il composto BMAA è stato indicato come possibile agente della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Questa malattia è stata riscontrata, con tassi d’incidenza molto alti, paragonati con il resto del mondo, nella popolazione Chamorro dell’isola di Guam (Oceano Pacifico occidentale).
Dalle diverse ipotesi fatte, si sospetta che la causa possa essere l’uso, come cibo, dei semi di Cycas revoluta (specie introdotta nell’isola per migliorare il paesaggio) e di Cycas micronesica K.D. Hill (specie endemica) e anche la carne delle volpi volanti che si cibano dei semi accumulando nei loro strati di grasso le tossine in essi contenute. Adesso la malattia si è ridotta perché stanno cambiando gli stili di alimentazione di quella popolazione. Principalmente perché mancano i megachirotteri. Infatti, la volpe volante endemica di Guan (Pteropus tokudae Tate, 1934) è estinta a causa della pressione venatoria e la volpe volante delle Marianne (Pteropus mariannus Desmarest, 1822) è molto ridotta anche per l’introduzione accidentale sull’isola del serpente arboricolo bruno [Boiga irregularis (Merrem, 1802)] sta riducendo drasticamente la popolazione.
Le diverse parti di Cycas revoluta possono essere utilizzate anche per composizioni floreali, corone funebri, realizzazione di capanne, corde, scope, cesti, ecc.
In India, in Giappone e in Messico l’amido è utilizzato a scopo medicinale.
Infatti, molte popolazioni locali utilizzano questa pianta per curare diverse malattie come emorroidi, minzione dolorosa, flatulenza e vomito.
In Cycas revoluta sono presenti molte sostanze chimiche come lipidi, flavonoidi, cicasina, lectina, peptidi, biflavonoidi, che hanno attività antiossidante, antifungina, antitumorale, antileishmania, antibatterica, quindi, eliminate le tossine, questa pianta è potenzialmente utilizzabile dall’industria farmaceutica.
Una recente ricerca ha mostrato che, dopo l’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti di animali da laboratorio (ratti), iniettando estratti di Cycas con un tubo intragastrico, si è avuto un miglioramento degli effetti deleteri delle radiazioni con l’attenuazione dello stress ossidativo, il miglioramento dell’emocromo, l’alleviamento dei mediatori infiammatori nel cervello e nei tessuti pancreatici. Questi risultati, supportati anche da osservazioni istopatologiche, hanno evidenziato il potenziale ruolo dei metaboliti di Cycas revoluta che possono essere utilizzati per applicazioni terapeutiche nei trattamenti con radiazioni.
Cycas revoluta è relativamente resistente a parassiti e malattie. Tuttavia, occasionalmente, può essere attaccata da acari e da cocciniglie che provocano l’ingiallimento e l’avvizzimento delle foglie.
Questi animali dannosi possono essere debellati con olio minerale per orticoltura o con sapone insetticida.
Se nel terreno c’è ristagno di acqua, si può verificare marciume radicale. Per evitare ciò, bisogna utilizzare terriccio ben drenante ed evitare le annaffiature frequenti ed eccessive.
Sinonimi: Cycas aurea J.Verschaff.; Cycas inermis Oudem.; Cycas miquelii Warb.; Cycas revoluta subsp. brevifrons Miq.; Cycas revoluta subsp. planifolia Miq.; Cycas revoluta subsp. prolifera Siebold & Zucc.; Cycas revoluta subsp. robusta Messeri; Cycas revoluta var. brevifrons Miq.; Cycas revoluta var. pendula Dallière; Cycas revoluta var. planifolia Miq.; Cycas revoluta var. prolifera Siebold & Zucc.; Cycas revoluta var. robusta Messeri; Epicycas miquelii (Warb.) de Laub.
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