Famiglia : Viperidae
Testo © Dr. Gianni Olivo
Il Crotalo verde messicano (Crotalus basiliscus Cope, 1864) è un Viperide (Viperidae), appartenente alla sottofamiglia Crotalini (Crotalinae), tipico delle pianure costiere occidentali del Messico, che si affacciano sull’Oceano Pacifico, è un serpente di grandi dimensioni, la cui pericolosità è un po’ sopravvalutata dalle popolazioni locali, ed è noto anche come Cascavel verde, in quanto ha una certa somiglianza con il temuto Crotalus durissus, uno dei più pericolosi serpenti americani.
La sua lunghezza media è, infatti, di un metro e mezzo, con record di 205 cm e con un diametro notevole, che gli conferisce un aspetto massiccio, anche se non tozzo come certi grossi viperidi africani (Bitis gabonica gabonica, Bitis nasicornis ) e la sezione del corpo non è tondeggiante o triangolare, bensì grossolanamente rettangolare.
Le dimensioni, ovviamente, possono incidere notevolmente sulla pericolosità, qualora si parli di un serpente nervoso ed aggressivo, sia per la lunghezza delle zanne, che in questa specie possono raggiungere i 25 mm, e che sono in grado di inoculare il veleno in profondità (se si è sfortunati, anche in un vaso sanguigno, con effetti molto più rapidi) sia per la distanza a cui può colpire. Tutti questi fattori, uniti ad una pessima reputazione, non sempre del tutto meritata, ne fanno un animale molto temuto nelle zone dove è comune. La precisazione “non sempre meritata” non vuole essere una minimizzazione della sua pericolosità, ma si riferisce al fatto che, come quasi tutti i serpenti, anche il Crotalus basiliscus non considera l’uomo una preda, per cui tende ad evitare, ove possibile, l’incontro ravvicinato.
Purtroppo, come si verifica in gran parte dei viperidi, con o senza le fossette termo recettrici presenti,come in tutti i crotalini, in questa specie, si tratta di un animale che spesso affida la propria sicurezza e difesa dai predatori non ad una veloce fuga ma all’immobilità, tecnica che utilizza spesso anche per la caccia, in quanto l’agguato, affidato al mimetismo, è sua la tattica preferita.
Questo fa si che non sia inusuale arrivargli vicino, o magari urtarlo con un piede o calpestarlo, ed in tali casi la reazione è fulminea.
La testa è larga ed appiattita, grossomodo triangolare, con occhio a pupilla ellittica verticale e le fossette termo recettrici sono ben evidenti.
Nei giovani é presente, sulla testa, una macchia scura, che tuttavia sbiadisce e scompare con l’età, anche l’adulto, però, mostra una stria scura dietro e sotto l’occhio.
Il colore della testa è generalmente più chiaro di quello del resto del corpo, che si presenta verde, in differenti tonalità, oppure giallastro, o ancora tendente all’ocra, con evidenti motivi di forma romboidale o a diamante, di colore rossicci, ma con parti centrali e bordi più chiari.
Gli individui giovani hanno colore di fondo più rossastro ma le macchie sono ugualmente evidenti. Le parti ventrali sono più chiare del dorso e dei fianchi.
Una caratteristica curiosa degli esemplari di maggiori dimensioni è una netta prominenza dei processi spinosi delle vertebre, che formano una sorta di cresta dorsale che manca nel Cascavel (Crotalus durissus) e che ne facilita il riconoscimento. La coda è grigia o biancastra e su di essa spiccano da sei a dodici strie trasversali scure, che le conferiscono un aspetto “zebrato”.
Di abitudini terricole e notturne, caccia soprattutto piccoli mammiferi, in particolare roditori (conigli, topi, ratti, scoiattoli) ma può predare anche nidiacei di specie nidificanti sul terreno, anfibi e rettili.
Come molti altri serpenti è particolarmente attivo dopo le piogge, ed in tali circostanze può cacciare anche di giorno. Le ore del mattino sono quelle preferite per il “basking”, in zona soleggiata o su una strada, per assorbirne il calore. Se importunato, assume una posa di difesa-attacco caratteristica ad altri crotali ed a molte vipere, come la Bitis arietans, con la testa sollevata ed arretrata, e fa vibrare velocemente la parte caudale, caratteristica, quest’ultima, come noto, tipica dei crotalini.
Il veleno è escreto in dosi elevate, anche se non a livello dei diamondbacks, e la dose media è di circa 100 mg. Non ancora perfettamente studiato, ha azione citotossica ed emotossica, ma manca di quella neurotossica che rende il morso del Cascavel (Crotalus durissus) uno dei più letali tra i crotali americani. I suoi morsi quindi, pur non rari, non paiono avere una elevata mortalità, forse anche perché non sempre inietta veleno in un morso difensivo e non a scopo predatorio (dry bites).
È un rettile ovoviviparo, e la femmina mette al mondo da 20 a 35 piccoli, perfettamente sviluppati. Una curiosa caratteristica è la facilità con cui si incrocia e procrea con esemplari di Crotalus molossus.
L’areale di distribuzione parte dal Sonora, a Sud, e comprende Sinaloa, Nayarit, Colima e la Valle di Tepalcatepec. L’habitat preferito è il bush spinoso relativamente arido, la foresta decidua più umida, a causa della vicinanza dell’oceano, e la fascia di transizione tra foresta decidua e foresta di conifere, tanto che, pur essendo specie che predilige la pianura, nel Michoacan la si incontra anche a quote abbastanza elevate, in boschi misti di quercia, abete e pino, ed è stato segnalato a 2400 metri sulla Sierra de Coalcoman e sul Cerro Barolosa.
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