Famiglia : Tingidae
Testo © Prof. Santi Longo
La Tigre o Tingide dei platani Corythucha ciliata Say, 1832, è un Rincote appartenente all’ordine degli Hemiptera ed della famiglia Tingidae che include oltre 2000 specie caratterizzate dal corpo appiattito, dal notevole sviluppo del pronoto, nonché dalla reticolatura e semitrasparenza dello stesso e delle ali anteriori che hanno uniforme consistenza e non sono differenziate in emielitre.
Il genere Corythucha, che attualmente conta circa 70 specie, fu istituito da Stal nel 1873 e nasce dal greco “korus” (al genitivo “koruthos”) che vuol dire “del casco” con riferimento all’insolito copricapo.
L’epiteto specifico ciliata, assegnato da Say, fa riferimento in latino alle spine e setole che, come ciglia, circondano il corpo degli stadi giovanili.
Zoogeografia
Corythucha ciliata è una specie neartica, originaria del Nord America dove è diffusa nella zona orientale degli Stati Uniti e del Canada.
Osservata nel 1964 in Italia è ormai diffusa in buona parte dell’Europa dalla Penisola Iberica all’Ungheria e alla Russia, nonché in Asia e in Australia. Recentemente è stata segnalata in Argentina e in Cile.
La capillare diffusione del fitomizo, così appellato perché punge e succhia i tessuti vegetali, è favorita dai grandi automezzi, soprattutto telonati, che sfiorano le chiome, o sostano ai semafori sotto platani infestati.
Su questi mezzi di trasporto gli adulti si lasciano cadere, per poi levarsi in volo su altri platani distanti anche decine di chilometri. Per tale comportamento, il Tingide rientra nella categoria dei cosiddetti insetti “autostoppisti”.
Ecologia-Habitat
Corythucha ciliata vive quasi esclusivamente su piante del genere Platanus in particolare su Platano occidentale (Platanus occidentalis) e ibridi, meno infestato è il Platano orientale (Platanus orientalis).
È stato segnalato anche su altre essenze appartenenti al genere Fraxinus e Broussonetia papyrifera.
Il regime alimentare è plasmofago: tutti gli stadi attivi, con gli stiletti boccali, pungono le foglie e succhiano il contenuto citoplasmatico delle cellule del tessuto a palizzata e del lacunoso, producendo deiezioni appiccicose di colore bruno. Le foglie gravemente infestate assumono aspetto clorotico, disseccano e cadono.
Le alterazioni provocate dagli adulti in primavera, ma soprattutto quelle causate dagli stadi giovanili, in estate e in autunno, si evidenziano con ingiallimenti della pagina superiore, lungo le nervature fino a interessare l’intera superficie fogliare.
Gli stadi giovanili sono poco mobili e tendono a raggrupparsi accanto alle nervature principali della pagina inferiore delle foglie.
Gli adulti compiono brevi voli e si spostano sulla foglia dalla quale spesso cadono finendo addosso ai passanti ai quali, con accidentali punture possono provocare reazioni allergiche o semplici arrossamenti cutanei.
Morfofisiologia
Gli adulti hanno il corpo piatto lungo circa 4 mm, di colore nero lucente. Il pronoto è giallastro con ampie espansioni reticolate ed è munito di una cresta più alta della carena mediana. Le due espansioni laterali, dette paranota, sono ben sviluppate con un reticolo a maglie più piccole rispetto alle altre.
Le ali di forma sub quadrangolare e di consistenza pergamenacea, hanno una vescicola, o ampolla, prossimale più o meno scura.
Le uova, di colore nerastro lucido con un piccolo collare biancastro all’apice, sono oblunghe e misurano circa 0,5 mm.
Il corpo degli stadi giovanili presenta lungo i margini e in punti diversi sul dorso spine di due tipi principali e piuttosto prominenti.
Le neanidi appena sgusciate dall’uovo sono lunghe circa 1 mm, biancastre, con antenne e zampe gialle; successivamente diventano più scure.
Le ninfe hanno il corpo grigio scuro munito di spine; nel corso delle loro tre età di sviluppo gli abbozzi alari diventano più evidenti.
Nell’ultimo stadio ninfale, lungo 3 mm, gli abbozzi alari raggiungono il quinto segmento addominale.
Il margine anteriore del pronoto in corrispondenza della linea mediana è sollevato ed esteso un po’ in avanti mentre il margine posteriore è nettamente triangolare.
I margini laterali dei primi tre segmenti addominali sono privi di spine.
Etologia-Biologia Riproduttiva
La specie svolge, di norma, due generazioni annue nel Nord e Centro Europa, mentre in Sicilia, dove è stata riscontrata nel 1981, ne completa abitualmente tre.
Gli adulti dell’ultima generazione, sessualmente immaturi, a partire dalla metà di settembre, poco prima della fisiologica caduta delle foglie, migrano gradatamente dalla chioma alle placche di ritidoma, o anche all’interno di edifici, dove passano l’inverno.
Nel mese di aprile, alla ripresa vegetativa dei Platani, gli individui superstiti si trasferiscono sulle nuove foglie per alimentarsi e, maturate le gonadi, dopo l’accoppiamento, le femmine, a partire dai primi di maggio, depongono un centinaio di uova sulla pagina inferiore delle foglie, ai lati o alla biforcazione delle nervature principali, dando avvio alla prima generazione annuale.
Lo sviluppo embrionale, in relazione alle temperature ambientali, dura circa 20 giorni.
Le neanidi durante la prima età restano in prossimità dei corion vuoti delle uova; mentre le ninfe tendono a trasferirsi sulle foglie meno popolate. I nuovi adulti compaiono verso la fine di giugno.
La seconda generazione si conclude da fine luglio a ottobre. In tale periodo grazie al suo elevato potenziale biotico, il Tingide raggiunge elevate densità di popolazione che causano evidenti alterazioni della chioma e un ridotto accrescimento legnoso ma non la morte delle piante. Gli adulti della terza generazione nascono da settembre a novembre.
A partire dagli inizi di ottobre gli adulti di seconda e terza generazione si trasferiscono, gradualmente nei ricoveri invernali, dove sono in grado di sopravvivere anche a temperature di -10 °C.
In ambienti temperati e soprattutto nelle città, dove l’illuminazione artificiale, fa persistere a lungo le foglie verdi sui platani, ha inizio una quarta generazione che raramente arriva a compimento, col sopravvenire delle basse temperature. In aprile gli adulti abbandonano i ricoveri invernali e si trasferiscono sulle nuove foglie delle piante.
Alcuni Eterotteri Antocoridi del genere Orius predano le neanidi del Tingide. Solo in alcuni ambienti umidi, il fungo entomopatogeno Beauveria bassiana (Blais. Criv) Vuil, riesce a causare notevoli infezioni negli adulti del Tingide che svernano sotto il ritidoma dei platani.
Sinonimi
Tingis ciliata Say, 1831.
→ Per apprezzare la biodiversità di RHINCHOTA o HEMIPTERA cliccare qui.