Famiglia : Betulaceae

Testo © Dr. Barbara Barisani

Un Nocciolo (Corylus avellana) in primavera, carico d'infiorescenze maschili dette amenti o gattini © G. Mazza
Il nome del genere deriva dal greco κορις = elmo (si riferisce all’involucro fogliare del frutto), mentre l’epiteto specifico deriva dal nome della città di Avella, in provincia di Avellino, importante centro di coltivazione delle nocciole.
È diffuso in Europa, ad esclusione del nord della Scandinavia, in Asia Minore e in Africa settentrionale.
In Italia cresce in pianura, collina e montagna fino a circa 1400 m.
Preferisce terreni calcarei e asciutti.
È una pianta colonizzatrice, capace di adattarsi a svariate condizioni am- bientali.
Forma delle macchie, poiché dalle radici si originano nuovi germogli che si svilupperanno a formare nuove piante.
Gli ambienti di elezione sono boschi radi di latifoglie caducifoglie (soprattutto querce), arbusteti e radure.
I nomi comuni sono Haselstrauch (tedesco), Noisetier, Coudrier (francese), Nocciolo (italiano), Hazel (inglese), Avellano comùn (spagnolo).
Il nocciolo è un arbusto alto da 1 a 5 m. La corteccia è liscia, di colore bruno-grigiastro, con macchie più chiare sparse. Sui rami più giovani sono presenti peli rossastri e peli ghiandolari neri. Le foglie sono alterne, brevemente picciolate e ricoperte di peli ghiandolari, soprattutto lungo le nervature della pagina inferiore.

A sinista, in mezzo agli amenti, si nota un piccolo fiore femminile col suo stimma rosso. A destra un particolare ingradito dei gattini carichi di polline © Giuseppe Mazza
I fiori femminili si sviluppano in primavera insieme alle foglie. Sono piccoli e poco visibili, nascosti tra le gemme dei rami di un anno, dalle quali sbucano solo i graziosi stimmi rossi.

Le nocciole, in gruppi da 2 a 5, maturano in agosto-settembre © Giuseppe Mazza
I frutti, le nocciole, presenti in gruppi da 2 fino a 5, maturano in agosto-settembre. Sono contornati da una brattea suddivisa in segmenti dal margine dentellato, presentano una parete legnosa e hanno forme diverse, da rotonde a oblunghe.
Il legno di nocciolo è bianco-rossastro, facile da lavorare perché morbido e flessibile e viene utilizzato nella produzione di coperture. I cotiledoni del frutto sono molto oleosi. Da essi si ottiene per spremitura un olio commestibile, di gusto gradevole, utilizzato anche nell’industria cosmetica per le sue proprietà emollienti.
Le foglie e la corteccia contengono tannini e resine, sostanze alle quali si riconoscono proprietà astringenti, antinfiammatorie, febbrifughe e depurative. La presenza delle nocciole, anche in tracce, per obbligo di legge va indicata nelle etichette degli alimenti, poiché può essere causa di allergie alimentari.
Il nocciolo viene largamente coltivato per i suoi frutti, molto richiesti dall’industria dolciaria. Tra le cultivar italiane più diffuse ricordiamo la Tonda Gentile delle Langhe (Langhe, Piemonte), la Tonda Gentile Romana (provincia di Viterbo, Lazio), la Tonda di Giffoni (provincia di Caserta in Campania), la Nostrale o Siciliana (Sicilia).
Vengono anche coltivate numerose varietà ornamentali tra le quali citiamo la varietà pendula, la varietà contorta, la varietà “Aurea” con fogliame giallo-dorato e la varietà fusco-rubra, a foglie rosse.
→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle BETULACEAE cliccare qui.