Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo, Filippine, Malaysia e Sumatra, dove cresce epifita sugli alberi delle foreste pluviali, preferibilmente lungo i fiumi, o litofita su rocce granitiche ricoperte di muschio, a basse e medie altitudini.
Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “koilos” = cavo e “gyne” femmina, con riferimento allo stigma concavo.
Il nome specifico deriva dal greco “pandura”, uno strumento ad arco simile al liuto, con riferimento al labello a forma di violino.
Nomi comuni: black orchid (inglese); orchidée noire (francese); orchidea nera (italiano); schwarze orchidee (tedesco).
La Coelogyne pandurata Lindl. (1853) è una specie erbacea con rizoma strisciante da cui si originano, distanziati di 5-10 cm, robusti pseudobulbi oblunghi, piuttosto schiacciati, lunghi 7-14 cm, con all’apice due foglie rigide, plicate, di forma ellittico-lanceolata, lunghe 20-50 cm e larghe 7 cm, su un robusto picciolo.
Le infiorescenze, emesse in primavera-estate al centro della vegetazione emergente, sono arcuate, lunghe 15-40 cm, portanti 6-15 fiori gradevolmente profumati e di lunga durata, circa due settimane, di 6-10 cm di diametro, di colore verde smeraldo chiaro, con verruche biancastre e venature e macchie nerastre sul labello.
Sepali lineari, lunghi 3-5 cm e larghi 1,2 cm, quello dorsale leggermente più largo dei laterali, petali oblunghi, di 4-5 cm di lunghezza e 1,2 cm di larghezza, con apice appuntito, e labello trilobato, panduriforme, lungo circa 4 cm e largo 1,5 cm, con lobi laterali ricurvi e lobo centrale con margini crespati e ondulati, colonna verde pallido lunga 1,5-2,5 cm.
I frutti sono capsule ellissoidi di 6-8 cm di lunghezza e 4-6 cm di diametro.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di 3-4 pseudobulbi.
Specie famosa per le macchie quasi nere sul labello, richiede un clima caldo umido con temperature di 22-32 °C in estate, umidità 70-90% e parziale ombreggiatura, temperature leggermente più basse in inverno, 16-26 °C, massima luminosità, ma non sole diretto ed umidità 60-80%, fondamentale in tutte le stagioni una buona circolazione dell’aria.
Le innaffiature devono essere regolari in estate, lasciando parzialmente asciugare prima di ridare acqua, leggermente più distanziate in inverno, ma senza fare mai asciugare completamente il composto, evitare i ristagni d’acqua tra le foglie della vegetazione emergente.Utilizzare per le innaffiature e nebulizzazioni acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo, preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose, o meno, di quella consigliata sulla confezione.
Coltivabile in vasi o canestri bassi e piuttosto larghi, date le dimensioni piuttosto ingombranti della pianta, con composto drenante e ben areato che può essere costituito da una miscela di corteccia (bark) di media pezzatura, sfagno, fibra di cocco e frammenti di carbone.
Divisione e rinvaso vanno effettuati all’apparire delle nuove radici alla base dello pseudobulbo che ha appena completata la fioritura.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Pleione pandurata (Lindl.) Kuntze (1891); Coelogyne peltastes var. unguiculata J.J.Sm. (1927).
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