Clianthus puniceus

Famiglia : Fabaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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In natura il Clianthus puniceus è ad alto rischio d'estinzione © G. Mazza

La specie, pressoché estinta allo stato spontaneo, è originaria delle zone temperate e subtropicali della Nuova Zelanda (Isola del Nord), dove cresce in pochi esemplari su pendii assolati o sulle rive di laghi e fiumi.

Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “kléos” = gloria e “anthos” = fiore, con riferimento ai fiori vistosi, il nome specifico è l’aggettivo latino “puniceus” = purpureo, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: glory-pea, kakabeak, lobate claw, New Zealand glory pea, parrot’s beak, parrotbill, parrot’s bill (inglese); becco di pappagallo (italiano); bec de perroquet (francese); bico de papagaio (portoghese); flamingo (spagnolo); papageienschnabel (tedesco).

Il Clianthus puniceus (G. Don) Lindl. (1835) è un arbusto sempreverde a crescita veloce alto fino a 3-4 m con numerosi fusti ascendenti, spesso arcuati; le foglie sono alterne, imparipennate, lunghe 8-15 cm con fino a 31 foglioline di colore verde chiaro o grigio verde, oblunghe, con apice ottuso, di 1,5-2,5 cm di lunghezza.

I fiori papilionacei, riuniti in numero di 6-20 in racemi ascellari penduli lunghi 15 cm, sbocciano in primavera-estate e a volte anche in autunno, sono lunghi 8 cm, di colore rosso, esistono varietà di colore rosa e bianco; l’impollinazione è effettuata dagli uccelli. I frutti sono baccelli cilindrici lunghi 8 cm, di colore nerastro a maturità, contenenti numerosi semi. Si propaga per seme, talea semilegnosa in estate e margotta.

I semi prima di interrarli vanno leggermente scarificati passandoli su carta vetrata, per intaccare il tegumento esterno duro e impermeabile, e lasciati in acqua per qualche ora, in alternativa possono tenersi in acqua per 24 ore. Utilizzare un terriccio per semine con aggiunta di sabbia o agriperlite, intorno al 30 %, mantenuto costantemente umido e ad a una temperatura di 20-24 °C, la germinazione inizia dopo 30-40 giorni, la fioritura dal secondo anno di età.

Considerato l’arbusto più ornamentale della Nuova Zelanda, per il fogliame che ricorda quello delle felci e l’appariscente fioritura, richiede clima subtropicale e temperato caldo, può resistere per breve periodo, a temperature fino a -5 °C, nei climi più freschi se ne può tentare la coltivazione a ridosso di una parete esposta a sud (nell’emisfero settentrionale, a nord in quello meridionale) e con una buona pacciamatura al piede della pianta in inverno; non gradisce temperature persistenti troppo elevate, intorno a 30 °C e oltre.

Preferisce posizione soleggiata, al più una leggera ombreggiatura nelle ore pomeridiane, e non è particolarmente esigente in fatto di suolo, purché ben drenante; le innaffiature devono essere regolari in estate, nei periodi di secco, ma lasciando asciugare lo strato superficiale del terreno prima di ridare acqua.

Alla fine della fioritura conviene eliminare parte dei fusti più vecchi ed accorciare gli altri per stimolare la crescita di nuova vegetazione per la susseguente fioritura. Le foglie sono particolarmente gradite a lumache e limacce che possono provocare quindi gravi danni. Dove il clima non consente la coltivazione in permanenza all’aperto, può essere coltivato in vaso, da collocare in serra, giardini d’inverno o verande spaziose, in terriccio ricco di humus con aggiunta di sabbia o agriperlite, per migliorare il drenaggio, in posizione molto luminosa; le innaffiature devono essere frequenti in estate, diradate in inverno.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha inserito il Clianthus puniceus tra le specie ad altissimo rischio di estinzione in natura nel prossimo futuro (“Endangered”).

Sinonimi: Donia punicea G. Don (1832).

 

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