Famiglia : Labridae
Testo © Giuseppe Mazza
Choerodon fasciatus (Günther, 1867), noto in Italia come Labride Arlecchino, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, al vasto ordine dei Perciformes ed alla variopinta famiglia dei Labridae, ricca di 71 generi e 549 specie con livree molto spesso sorprendenti.
Il nome Choerodon, assegnato a circa 26 specie di questa famiglia, deriva dal termine greco “Χοιρός” (khoiros), porco, maiale e “ὀδών” (odon), dente, con riferimento ai canini sporgenti che evocano quelli dei cinghiali.
Il termine specifico fasciatus, fasciato in latino, è un ovvio riferimento alle vistose bande verticali della livrea.
Zoogeografia
Il Choerodon fasciatus ha una distribuzione vasta ma frammentata nel Pacifico occidentale. Lo troviamo, partendo dal Nord, in Giappone, Isole Ryukyu, Taiwan, Vietnam, Filippine, Palau, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Vanuatu, Nuova Caledonia e infine a Lord Howe.
Ecologia-Habitat
Vive fra le formazioni madreporiche spostandosi a 5-35 m profondità, dove l’acqua è a 25-28 °C. Nuota spesso lungo le scarpate esterne dei reef, ricche di prede, grotte e nascondigli.
Morfofisiologia
Il Labride Arlecchino può raggiungere i 30 cm di lunghezza con un aspetto decisamente chiassoso e inconfondibile. Il corpo tendente all’ovale e appiattito lateralmente, presenta infatti, su un fondo azzurro chiaro verdastro nella prima metà e scuro nell’altra, 6-7 bande verticali arancio vivo, enfatizzate da un bordino blu chiaro.
Il muso e l’iride sono della stessa tonalità arancio con disegni analoghi, e così il capo scompare nell’insieme dei colori disorientando i predatori, attirati da un organo meno vitale come la pinna caudale, biancastra alla base e poi rossa col bordino blu. Ma quello che più colpisce nel capo è il blu chiaro delle gengive e ancor più dei 4 denti canini sporgenti disposti sfalsati ad incastro per spezzare, come una tenaglia, conchiglie e carapaci.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Choerodon fasciatus si nutre di tutto quello che riesce a trovare negli anfratti del reef: principalmente molluschi, crostacei, vermetti, stelle marine e piccoli ricci. Come molti labridi si tratta di una specie ermafrodita proteroginica, con femmine cioè che si trasformano crescendo in maschi, ma a parte il fatto che questi sono più grandi, non c’è un evidente dimorfismo sessuale.
Per la riproduzione si formano delle coppie, talora stabili per più stagioni riproduttive. La fecondazione avviene in genere poco dopo il tramonto. I futuri sposi salgono allora verso la superficie con un nuoto particolare. Disegnano cerchi, uno sopra all’altro, nuotando fianco a fianco, finché emettono contemporaneamente le uova e il liquido fecondante. Non vi sono cure parentali e la progenie è affidata alle correnti.
Il Labride Arlecchino è un pesce particolarmente timido e prudente. Si nasconde al primo segno di pericolo e in acquario non osa spesso nutrirsi prima degli altri ospite della vasca.
Nelle popolazioni decimate dagli eventi la resilienza è buona con un raddoppio delle popolazioni in 1,4-4,4 anni. L’indice di vulnerabilità alla pesca di questa splendida specie è oggi basso, segnando appena 20 su una scala di 100.
Sinonimi
Xiphochilus fasciatus Günther, 1867; Lienardella fasciata (Günther, 1867); Lepidaplois mirabilis Snyder, 1908; Choerodon balerensis Herre, 1950.