Famiglia : Tetraodontidae
Testo © Giuseppe Mazza
Il Pesce cofano sellato (Canthigaster valentini Bleeker, 1853), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Tetraodontiformes ed alla famiglia dei Tetraodontidae che si divide in due sottofamiglie: quella dei Tetraodontinae che può vantare 25 generi (Amblyrhynchotes, Arothron, Auriglobus, Carinotetraodon, Chelonodon, Chonerhinos, Colomesus, Contusus, Ephippion, Feroxodon, Guentheridia, Pelagocephalus, Lagocephalus, Javichthys, Liosaccus, Marilyna, Polyspina, Tylerius, Takifugu, Reicheltia, Sphoeroides, Omegophora, Tetractenos, Torquigener e Tetraodon ) e quella dei Canthigasterinae, con solo il genere Canthigaster, che conta in compenso ben 35 specie sulle 200 circa della famiglia.
Il nome del genere Canthigaster, viene dal greco “κανθήλια” (kanthelia), paniere, e “γαστήρ” (gaster), ventre. È insomma un pesce col ventre a forma di paniere.
Non si hanno notizie precise sull’origine del nome specifico, valentini, di Valentino in latino.
Potrebbe onorare la memoria del medico e fisiologo tedesco Prof. Dr. Gabriel Gustav Valentin (1810-1883) o probilmente, data la distribuzione geografica di questo pesce, del sacerdote olandese François Valentijn, grande viaggiatore e malacologo (1666-1727) che trascorse molti anni alle Molucche e nella parte orientale dell’isola di Giava.
Zoogeografia
Il pesce cofano sellato ha una vasta distribuzione nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico.
Lo troviamo, a titolo indicativo, dal Sud Africa alla parte meridionale del Mar Rosso e al Golfo di Aden, alle isole Seychelles, Mauritius, Chagos, Cocos, Riunione, Maldive e Andaman, in Indonesia, Australia, Nuova Guinea, Micronesia, Filippine e Taiwan fino alla parte meridionale del Giappone. Verso Est ha colonizzato le isole di Samoa, Tonga, Cook e Tuamotu. A sud, nel Pacifico, la Grande Barriera Corallina, la Nuova Caledonia e l’Isola di Lord Howe.
Ecologia-Habitat
Vive fra le formazioni madreporiche, per lo più in acque basse, fino circa a 50 m di profondità.
Morfofisiologia
È un pesciolino di 10 cm dall’aspetto buffo e simpatico. Tondeggiante sul dorso e ancor più sul ventre, quando ha ben mangiato, col muso che si restringe ad imbuto verso la bocca posta in posizione avanzata e due incisivi per mascella che formano un piccolo becco come in tutti i tetraodontidi.
Anche lo schema delle pinne è quello classico.
Mancano le ventrali; la dorsale e l’anale, di taglia modesta, sono identiche e speculari con 9 raggi inermi, poste in posizione molto arretrata; le pettorali sono a ventaglio con 16-17 raggi e la propulsione è affidata principalmente all’ampia pinna caudale, più o meno tronca, portata da un robusto peduncolo.
Gli occhi, mobili e variopinti, sporgenti sul capo, sono molto espressivi, affiancati da un caratteristico disegno blu-verde su fondo arancio che si prolunga nelle quattro zone scure del dorso che gli hanno valso l’appellativo volgare di pesce cofano sellato.
La seconda e la terza macchia raggiungono assottigliandosi la zona ventrale, mentre l’ultima tinge di nero il bordo superiore della pinna caudale gialla. Sul colore di fondo biancastro del corpo spiccano innumerevoli macchie ocra che si fondono per formare strisce parallele sul muso, ruotando intorno all’occhio sulla fronte.
La pelle, senza squame, è protetta da un muco velenoso. Si tratta della famosa tetrodotossina, che lo rende teoricamente pericoloso anche per l’uomo, benché a nessuno verrebbe mai in mente di mangiarlo, data la taglia modesta. Ne approfittano i giovani di una cernia tropicale, il Plectropomus laevis, ed un piccolo pesce lima, il Paraluteres prionurus, che con una livrea analoga si mescolano spesso ai Canthigaster valentini facendo credere ai predatori che sono velenosi come il pesce cofano stellato, mentre invece sono totalmente innocui. Un inganno usato da varie specie animali, noto come mimetismo batesiano.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il pesce cofano sellato è onnivoro. Si occupa della pulizia dei reef nutrendosi delle alghe filamentose infestanti dei coralli, salvo poi, senza scrupoli, divorarne i polipi, per non parlare degli echinodermi, delle spugne delle ascidie che sbocconcella allegramente, dei piccoli crostacei, i molluschi e gli appetitosi vermetti che gli cadono nel piatto.
È una specie territoriale dominata dai maschi che assegnano ad ogni femmina del loro piccolo harem un settore da difendere. Quando una di queste è pronta a deporre scava di buon mattino un piccolo nido camuffato d’alghe nella sabbia del suo territorio e flettendo la coda, con movimenti caratteristici, segnala al maschio la sua disponibilità.
Lui, che pattuglia regolarmente il regno, non se lo fa dire due volte e poi riparte per la gestione corrente: scacciare i giovani maschi, soddisfare le altre mogli e attrarre nuove femmine (in genere si accontentano di 7).
Le numerose uova schiudono fra le alghe dopo 3-5 giorni. La resilienza è buona, con popolazioni che possono raddoppiare in 1,4-4,4 anni, e l’indice di vulnerabilità alla pesca della specie è bassissimo: appena 10 su una scala di 100.
Sinonimi
Tetraodon gronovii Cuvier, 1829; Tetraodon valentini Bleeker, 1853; Tetrodon taeniatus Peters, 1855.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.