Famiglia : Monacanthidae
Testo © Giuseppe Mazza
Cantherhines macrocerus (Hollard, 1853), noto come Pesce lima americano a macchie bianche, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Tetraodontiformes ed alla famiglia dei Monacanthidae, che annovera oggi 27 generi ed oltre un centinaio di specie con una dozzina collocate nel genere Cantherhines di dubbia etimologia.
Infatti l’autore non dice nulla e le interpretazioni non sono concordi. Cantherhines potrebbe nascere dal greco “kanthos”, angolo dell’occhio, e “rhinos”, naso, con riferimento alla vistosa spina posta perpendicolare all’occhio a mo’ di un naso; ma altri parlano sempre in greco di “[a]canthus”, spina, e “rhine”, raspa, con riferimento alla pelle ricoperta da placchette ossee con spinule minute spaziate, usata un tempo per levigare i manufatti.
Il termine specifico macrocerus evoca anche lui la grande spina, latinizzando in una parola composta il greco “makro”, grande, e “keros”, corno.
Zoogeografia
Cantherhines macrocerus vive principalmente nell’Atlantico occidentale, dalle Bermuda alla Florida e i Caraibi fino al Brasile.
Lo troviamo poi verso levante all’Arcipelago di San Pietro e San Paolo, all’isola di Ascensione e sulle coste africane nella Sierra Leone.
Recentemente è uscito un lavoro sulla sua presenza all’Isola del Principe nel Golfo di Guinea e sono stati segnalati avvistamenti nell’Arcipelago di Capo Verde ed alle Isole Canarie.
Ecologia-Habitat
Il Pesce lima americano a macchie bianche nuota in genere fra gorgonie e spugne a 2-40 m di profondità, nelle formazioni madreporiche o rocciose ricche d’anfratti dov’è facile mimetizzarsi e trovare un nascondiglio.
Morfofisiologia
Cantherhines macrocerus misura in genere 35 cm ma può toccare anche i 45 cm.
Come accade per i pesci balestra (per esempio Pseudobalistes fuscus), grazie ad un meccanismo d’incastro, la prima spina della dorsale può essere bloccata verticalmente dalla seconda, quasi invisibile, e restare tale anche se il pesce muore. Una sorta di pugnale ammonitore che il pesce alza quando è inquieto pronto a ferire, se viene ingoiato, i voraci predatori.
La seconda pinna dorsale reca 34-36 raggi inermi, come quelli dell’anale, che conta 29-32 raggi molli, e delle pettorali che recano 13-14 raggi.
Mancano le pinne pelviche ma il ventre può estendersi verso il basso per sembrare più grande agli occhi degli aggressori, allo stesso modo, per esempio, di Acreichthys tomentosus che appartiene alla stessa famiglia.
Come spesso accade nel mondo dei pesci, la livrea può cambiare secondo l’umore e le necessità mimetiche. Cantherhines macrocerus ne ha sostanzialmente due su cui gioca abilmente in dissolvenze incrociate.
La prima ha un colore di fondo marrone arancio con una larga fascia a sella chiara o grigia sui fianchi poco prima della seconda pinna dorsale. La seconda è molto più scura costellata da vistose macchie bianche, retaggio forse della livrea giovanile che è nera con macchiette bianche.
Accentuandole a turno appaiono per scomparire in pochi istanti incredibili effetti di luce mimetici e si è notato che quando nuotano in coppia i due hanno quasi sempre una fase di colore diversa. Forse la livrea a macchie, che ricorda l’infanzia, è un atto di sottomissione al compagno.
La seconda pinna dorsale e l’anale sono quasi trasparenti. La pinna caudale è sostanzialmente nera con raggi più chiari, e sui due lati del peduncolo si notano due paia di spine arancioni, ben visibili, per un chiaro avvertimento agli importuni, un po’come fanno col vistoso astuccio della loro lama tagliente gli Acanthuridae, noti per ferire con frustate di coda gli aggressori, ed in particolare fra questi Naso elegans che ostenta vistosi bisturi a forma d’artiglio di colore rosso fiamma.
Nei maschi di Cantherhines macrocerus queste spine difensive sono più sviluppate, precedute da setole arancio, e costituiscono l’unico dimorfismo sessuale evidente.
L’occhio è circondato da un luminoso anello giallo arancio, la piccola apertura branchiale, obliqua, è poco visibile, ed il muso, allungato per rovistare negli anfratti, reca 6 solidi denti sulla mascella superiore e altrettanti, o meno, sull’inferiore.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Cantherhines macrocerus è una specie onnivora. Si nutre d’alghe ma prevalentemente di spugne e idroidi, ed oltre ai polipi delle gorgonie divora voracemente, come niente fosse, anche quelli dei coralli urticanti.
Le uova vengono deposte sul fondale in un luogo sicuro, un piccolo nido posto spesso in un avvallamento della sabbia, con i genitori che montano la guardia fino alla schiusa.
Le larve ed i giovani sono pelagici.
Molto predati, crescono spesso nascosti sotto relitti galleggianti trascinati dalle correnti o le accoglienti ramificazioni dei sargassi che li trasportano verso spiagge lontane.
La resilienza della specie è mediocre, visto che occorrono 1,4-4,4 anni per raddoppiare le popolazioni e la vulnerabilità alla pesca, moderata, segna 36 su una scala di 100. Cantherhines macrocerus appare nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo come “Least Concern” cioè “Minima Preoccupazione”.
Sinonimi
Monacanthus macrocerus Hollard, 1853, Cantherhines macroceros (Hollard, 1853).