Famiglia : Clusiaceae

Testo © Pietro Puccio

Nativo delle coste tropicali dell’Oceano Indiano e del Pacifico occidentale, il Calophyllum inophyllum è un’albero di 5-20 m spesso considerato sacro dai locali. Tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche, la linfa è irritante per la pelle e gli occhi e può provocare reazioni allergiche. Dai semi si ricava un olio con virtù medicinali © G. Mazza
La specie è originaria dell’Australia (Queensland e Territorio del Nord), Cina (Hainan), Cambogia, Comore, Fiji, Filippine, Giappone (Isole Ryukyu), Guam, India, Indonesia, Isole Cook, Isole Marianne Settentrionali, Isole Marshall, Kenia, Madagascar, Malaysia, Mauritius, Micronesia, Mozambico, Papua Nuova Guinea, Palau, Polinesia Francese (Isole della Società, Isole Marchesi), Samoa, Seychelles, Sri Lanka, Taiwan, Tanzania, Thailandia e Vietnam, dove cresce in aree aperte lungo le coste rocciose e sabbiose, rappresentando spesso la specie dominante, fino a circa 100 m di altitudine; i frutti galleggiano e sono dispersi dalle correnti marine.
Il nome del genere è la combinazione dell’aggettivo greco “καλός” (kalos) = bello e del sostantivo “φύλλον” (phyllon) = foglia, con ovvio riferimento; il nome specifico è la combinazione dei sostantivi greci “ις, ινος” (is, inos) = fibra e “φύλλον” (phyllon) = foglia, con riferimento alle nervature delle foglie.
Nomi comuni: alexandrian-laurel, Bali nut tree, balltree, beach calophyllum, beach touriga, beauty leaf, Borneo-mahogany, Indian doomba oiltree, Indian-laurel, laurelwood, mastwood, portia tree, poon, satin touriga, tacamahac-tree, tamanu (inglese); hai-tang-guo, hong hou ke, hu tong (cinese); bitaog, bitong, butulau, dangkalan (filippi- no); kamani (hawaiano); sultana-champa, sultan champa, surpan, surpunka (hindi); nyamplung (giava- nese);abricò (portoghese – Brasile); nag champa (sanscrito); palo de Santa Maria, palo Maria, undi (spagnolo); motondoo, mtondoo, mkanja (swahili); kating, kra thing (thailandese); cong, mù u (vietnamita).
Il Calophyllum inophyllum L. (1753) è un albero sempreverde, alto 5-20 m, con chioma folta e corteccia brunastra, fessurata verticalmente, dalla linfa lattiginosa biancastra, giallastra o trasparente che essuda dalle ferite. Le foglie, su un picciolo lungo 1-2,5 cm, sono opposte, semplici, da ellittiche a obovato-ellittiche con apice da ottuso a retuso e margine intero, di 8-20 cm di lunghezza e 4-9 cm di larghezza, coriacee e lucide superiormente e inferiormente, con nervatura centrale prominente, di colore verde intenso. Le infiorescenze, alle ascelle superiori, sono pannocchie, lunghe 8-15 cm, portanti 5-15 fiori, su un pedicello lungo 2-4 cm, bisessuali, bianchi, di 2-2,5 cm di diametro, con 4 sepali petaloidei di cui due esterni tondeggianti e due interni obovati, 4 petali obovati, lunghi 1-1,2 cm, concavi, e una moltitudine (200-350) di stami liberi gialli; i fiori emanano un gradevole intenso profumo.
I frutti sono drupe globose di colore inizialmente verde, giallo brunastro a maturità, di 2,5-5 cm di diametro, contenenti un solo seme globoso di colore bruno, lungo 1,5-4 cm. I frutti non sono eduli per la presenza di sostanze tossiche.

Le infiorescenze emanano un gradevole intenso profumo © Giuseppe Mazza
Tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche, la linfa è irritante per la pelle e gli occhi e può provocare reazioni allergiche. I semi essiccati contengono fino a circa il 70% di un olio viscoso, tossico se non raffinato, costituito da acido palmitico (15%), stearico (13%), oleico (49%), linoleico (21%), linolenico (0,3%), arachidico (0,9%) e eicosenoico (0,7%). L’olio raffinato è utilizzato nell’industria dei saponi, cosmetica e farmaceutica e da tempi remoti nella medicina tradizionale per il trattamento delle malattie della pelle, artriti, sciatica e la disinfezione e cicatrizzazione delle ferite, ed è oggetto di ricerche farmacologiche, insieme alle altre parti della pianta, per le promettenti proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antifungine, insetticide e cicatrizzanti. Il legno duro e pesante (560-800 kg/m3), resistente alle termiti, è usato per imbarcazioni, nelle costruzioni delle abitazioni, per mobili, oggetti di uso comune e strumenti musicali. I fiori in Polinesia sono utilizzati per le caratteristiche ghirlande e come ornamento per i capelli.
Sinonimi: Balsamaria inophyllum Lour. (1790); Calophyllum ovatifolium Noronha (1790); Calophyllum spurium Choisy (1823); Calophyllum bingator Roxb. (1824); Calophyllum blumei Wight (1840); Calophyllum apetalum Blanco (1845); Calophyllum inophyllum f. oblongata Miq. (1854); Calophyllum inophyllum f. obovata Miq. (1854); Calophyllum wakamatsui Kaneh. (1934); Calophyllum inophyllum var. takamaka Fosberg (1974); Calophyllum inophyllum var. wakamatsui (Kaneh.) Fosberg & Sachet (1980).
→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle CLUSIACEAE cliccare qui.