Famiglia : Callitricidae
Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo
Assieme ai Cebidi (Cebidae), i Callitricidi (Callitricidae), costituiscono una famiglia di scimmie del Nuovo Mondo afferenti al parvordine delle Platirrine (Platyrrhini). Tra le scimmie del Nuovo Mondo, probabilmente sono i rappresentanti più primitivi.
Tale famiglia, si suddivide in quattro fondamentali generi, almeno per ora la Commissione Internazionale per la Nomenclatura Zoologica (ICZN), stabilisce così, ma come per molte altre famiglie di animali, afferenti a vari ordini e classi, ed in particolare per i primati, la tassonomia è sempre in corso di rimaneggiamento. I quattro generi attualmente riconosciuti sono il Callithrix (o Apales), il Leontocebus, il Mystax e lo Oedipomidas.
I membri di questo ordine non hanno una distribuzione biogeografica molto ampia, visto che sono localizzati nella fascia di foreste tropicali pluviali che va, grosso modo, dal Costa Rica al Paraguay. Il genere Callithrix presenta scimmie dette uistitì, e ad esso appartiene la più comune scimmietta della famiglia, detta Uistitì dai pennacchi bianchi (Callithrix jacchus Linnaeus, 1758).
Zoogeografia
Lo uistitì dai pennacchi bianchi, in origine era diffuso in tutto il Brasile, dal Mato Grosso all’Amazzonia, oggi lo si ritrova confinato nella Riserve della Foresta Atlantica, o più semplicemente Foresta Atlantica, un insieme di nove aree forestali, che sono patrimonio UNESCO, presenti nella parte sudorientale del Brasile. In queste regioni si ritrovano anche altre due specie: lo Uistitì dai pennacchi neri (Callithrix penicillata), che abita le aree costiere del Brasile, molto simile al Callithrix jacchus, e lo Uistitì argentato (Callithrix argentata).
Habitat-Ecologia
Sono scimmie che hanno un eccellente adattamento arboricolo, vivono nel folto della foresta, ma possono anche scendere nello strato sottostante della giungla e vivere anche in aree urbanizzate, ad esempio in parchi e giardini cittadini, come in aree coltivate.
Morfofisiologia
La differenza principale tra i callitricidi ed i cebidi, è di tipo anatomico. Nei callitricidi, manca il terzo molare, di modo che la loro formula dentaria è: 2/2; 1/1; 3/3; 2/2= 32 denti, mentre nei cebidi è: 2/2; 1/1; 3/3; 3/3=36 (per imparare a leggere la formula dentaria, vedere scheda Equus caballus). Le linee generali morfologiche dei callitricidi, ci dicono che, tranne per quella dell’alluce, le unghie, rispetto i cebidi, non sono piatte, bensì foggiate ad artiglio. A differenza di molti cebidi, inoltre, che sono per la maggior parte “brachiatori”, con gli arti anteriori più lunghi dei posteriori per potersi bilanciare sui rami (specializzazione che raggiunge il suo valore massimo, nei gibboni del Vecchio Mondo e nelle scimmie ragno del genere Ateles, del Nuovo Mondo), i callitricidi presentano arti di lunghezza inversamente rapportata. Le posteriori sono infatti più lunghe delle anteriori e permettono a queste scimmiette di compiere lunghi balzi aerei da ramo a ramo.
La coda, molto lunga, non ha nessuna proprietà prensile, contrariamente ai cebidi, ed è utilizzata a mo’ di timone durante i salti acrobatici. I callitricidi, in generale, sono dotati di una folta e soffice pelliccia. Sono scimmie munite di vaporosi ciuffi e di criniere attorno al capo. Nello specifico nel Callithrix jacchus la pelliccia appare brizzolata, per effetto della mescolanza di peli di vario colore, mentre la coda, più lunga del corpo, è più scura ed inanellata da una ventina di circoli di pelo bianco, che rendono tale callitricide assolutamente inconfondibile. Attorno la regione auricolare, poi, spuntano due grossi ciuffi di pelo bianco rigidi. Anche la fronte è ricoperta di una peluria bianchiccia.Questi primati, in entrambi i sessi, misurano una quarantina di centimetri di lunghezza, di cui più della metà spettano alla coda, e pesano 350-400 g. Sono animali assai ghiotti di frutta e tenere foglioline, di fiori e di piccoli artropodi. Inoltre, data la grande docilità della loro indole, si adattano bene in cattività, ed è quindi abbastanza facile trovarli nei giardini zoologici.
Etologia-Biologia Riproduttiva
I callitricidi o apalidi, e quindi anche il Callitrhix jacchus, sono tra le prime creature della fitta foresta sudamericana ad entrare in attività non appena si diradano le ombre della notte. Queste chiassose scimmiette iniziano così la loro quotidiana attività di salti agilissimi e di strida, sbucando dalla cavità dei tronchi dove riposano a gruppi (fino a 15-20 unità) un po’ come i nostri scoiattoli, di analoghe dimensioni. Sono considerati tra i più graziosi e delicati fra tutti i primati.
Le femmine di questa specie, come per le femmine delle altre specie ascritte a questa famiglia, hanno parti plurimi, partorendo 2-3 piccoli per volta. La gestazione dura circa cinque mesi. Generalmente, quando si forma un gruppo, il dominante è un femmina, che controlla numerosi maschi, madri e figli. E all’interno di questi gruppi i maschi hanno una loro organizzazione gerarchica.
Possono definire territori di 2,2-6,6 ha, ma non esistono forme di difesa del territorio, come invece accade per i babbuini africani. Si osserva comunque una sua delimitazione con tracce odorose. Sovente, si possono osservare sovrapposizioni di territori, come anche uistitì di specie diverse, intente a mangiare su un albero comune, senza che si inneschino fenomeni di lotta. Per ora la IUCN non li considera a rischio d’estinzione.